I gerghi di mestiere o di categoria condividono, storicamente, con quelli della malavita un nucleo lessicale comune (➔ gergo) cui va aggiunto, come specificità, un lessico tecnico proprio delle diverse [...] d’Italia sarebbe all’originedella presenza di forme analoghe in varietà dell’Italia centrale, della Sardegna, del Friuli. Il è però duramente minacciata dall’esaurirsi delle antiche professioni: molte parole gergali sono scomparse se non sono ...
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Il digramma (dal gr. di «doppio» + grámma «lettera») è una combinazione di due grafemi che serve a rappresentare, in determinati contesti, un unico suono della lingua. L’italiano ha i seguenti digrammi: [...] che prevedeva il mantenimento di i nei termini di origine latina come audāciam > audacia/audacie (Camilli 2009, a p. 17, si constata il preoccupante «boom delle camice nere ungheresi», parola che, così scritta, diventa, tra l’altro, omografa e ...
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Il termine suppletivismo designa il fenomeno morfologico (➔ morfologia) per il quale in uno stesso paradigma flessivo (➔ paradigmi) entrano a far parte due (o più) morfemi lessicali diversi. Il risultato [...] anche nelle forme sintetiche di origine latina del comparativo (➔ regolari. Le forme suppletive di parole di uso molto frequente hanno una radice alla prima persona singolare e alla prima plurale dell’indicativo, avrà la stessa radice per tutte le ...
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L’epentesi (dal tardo lat. epenthĕsis, a sua volta dal gr. epénthesis «inserzione») è un fenomeno fonetico che consiste nell’inserimento di un suono non etimologico in una parola o una sequenza fonica. [...] si ha epentesi vocalica anche per adattare alcune parole di origine straniera, a una forma sillabica ritenuta canonica Il fenomeno dell’anaptissi porta a inserire un segmento vocalico ristrutturando la sequenza sillabica dellaparola e semplificando ...
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La figura etimologica è una figura retorica grammaticale e insieme semantica che consiste nell’accostamento di due parole aventi la stessa radice (da cui il lat. figūra etymologĭca per indicare una medesima [...] della figura etimologica, l’affinità di forma viene però determinata dalla presenza di una stessa radice per origine come Marino Moretti («fior che fiorisce come frutto raro», “Cosa e parola”, in Il giardino dei frutti, v. 3) e, soprattutto, Guido ...
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Al pari delle ➔ sigle, le ➔ abbreviazioni, consentendo di risparmiare caratteri, hanno lo scopo di alleggerire un testo quando un termine vi ricorra ripetutamente; diversamente dalle sigle però, che possono [...] Armate, cui ora si preferisce la dicitura estesa, o di Ferrovie dello Stato, abbreviate in FF.SS. dopo essere passate per una fase resto, la sigla DOC (denominazione d’origine controllata), anch’essa oramai parola piena, si trova anche in locuzioni ...
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Ogni lettera dell’➔alfabeto ha un nome, non sempre coincidente con il suono che essa rappresenta. Per giunta, il nome delle lettere può cambiare nel tempo o risentire dell’influsso di altre lingue. Per [...] il k). Di costante c’è solo il fatto che tutti i nomi delle lettere sono invariabili al plurale (la acca ~ le acca).
Le vocali ‹ d) ‹x› si chiama ics, e si trova solo in parole di origine greca o latina o comunque in forestierismi, sigle come xl per ...
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L’univerbazione è il risultato di un processo diacronico che conduce alla «[f]usione – manifestata anche dalla grafia – di due parole originariamente autonome (palco scenico - palcoscenico, in vece - invece, [...] quindi il raggiunto stato lessicale di un’unità di origine sintattica.
Piuttosto, in genere, essa segnala una maggior sulla parola che funge da testa. Si noti che l’univerbazione grafica non necessariamente implica l’esternalizzazione della flessione ...
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In italiano è frequente il fenomeno di parole che, pur avendo lo stesso significato (o, com’è nei verbi, uguale persona e tempo verbale) hanno diversa grafia o posizione dell’accento. Entrambi questi fenomeni [...] standard del primo è netta nella sola Toscana, da dove origina questa variante regionale; già a Roma essa è avvertita come a quelle alla latina di parole dotte importate dalla prima per tramite della seconda: pronunce come edèma, scleròsi ...
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La regola generale secondo la quale in italiano sono femminili i nomi terminanti in -a e maschili quelli in -o (➔ genere) è ricca di eccezioni (sono, ad es., femminili mano, virago, radio e maschili cobra, [...] norma l’italiano conserva il genere originario dellaparola (per il tedesco si vedano, ad es., la Ostpolitik e il Kinderheim, per il francese la moquette e il cabaret). Ma ci sono anche altri casi.
Se la lingua d’origine non ha distinzioni di genere ...
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parola
paròla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole divine per eccellenza]. – 1. Complesso...
origine
orìgine s. f. [dal lat. origo -gĭnis, der. di oriri «alzarsi, nascere, provenire, cominciare»]. – 1. In genere, il primo principio, la prima apparizione o manifestazione di qualche cosa, e il modo con cui essa si è formata: l’o. della...