Nella metrica antica, verso o colon di clausola a un periodo metrico ( periodo epodico), oppure secondo verso, più breve, di una strofe distica e per estensione la strofe stessa composta, come in Archiloco [...] e in Orazio, di un trimetro giambico più un dimetro giambico.
Il terzo periodo di una triade strofica di un canto corale, specialmente nella tragedia greca, dopo la strofe e l’antistrofe; era cantato da due semicori insieme. ...
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Letterato (Pistoia 1737 - Pisa 1814), carmelitano; fu professore a Parma e a Pisa. Pubblicò, quasi sempre col nome arcadico di Eritisco Pilenejo, oltre alle sue poesie, eccellenti traduzioni dal greco [...] e dal latino (Callimaco, Saffo, Orazio, ecc.; la traduzione delle Satire e delle Epistole oraziane fu premiata dalla Crusca nel 1814), nonché dall'inglese (Le quattro stagioni di A. Pope, 1791). ...
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Poeta latino pagano del sec. 6º d. C., amico di Boezio; in sei elegie di argomento erotico, M., vecchio o fingendosi tale, lamenta, giungendo anche a oscenità, la perdita delle gioie dell'amore. Imita [...] soprattutto Ovidio, ma anche Tibullo, Orazio e Marziale. ...
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Poeta e grammatico greco (fine sec. 4º a. C. circa); scrisse due poemi epici, uno intorno a Dioniso, l'altro d'incerto titolo, e varie opere grammaticali: tra queste, forse in versi, una Poetica (fonte [...] dell'Ars poetica di Orazio) di cui si sono rinvenuti riassunti nel papiro ercolanese del trattato "intorno alla poesia" di Filodemo, molto importanti per la conoscenza delle dottrine estetiche antiche. ...
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GUIDICCIONI, Laura
Teresa Megale
Nacque a Lucca il 29 ott. 1550 da Niccolò e Caterina de' Benedetti. Appartenente a una famiglia di antica nobiltà, crebbe in un ambiente colto, che in passato era stato [...] riforma del melodramma. Il Giuoco della cieca ebbe - come spesso accadeva - anche una fortuna pittorica: ancora nel 1654, Orazio Fidani dipingeva una Mosca cieca, con Mirtillo, Amarilli, Corisca e le ninfe.
La G. morì a Firenze, molto probabilmente ...
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Poeta latino (Sulmona 43 a. C. - Tomi, sul Mar Nero, 17 d. C.). Venuto giovanissimo a Roma, vi studiò retorica, ma passò presto alla poesia. Fu a contatto con i maggiori letterati e poeti del suo tempo, [...] profondamente diversa da quella tardo-repubblicana, spesso angosciata da quei problemi rivissuti nella poesia da Virgilio o da Orazio; è un mondo brillante, disposto ad accettare una poesia di immediata comprensione e di piacevole evasione. Nelle ...
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Letterato (Montrone 1775 - Napoli 1846); militò nell'esercito napoleonico ed ebbe cariche politiche anche dopo la restaurazione. B. Puoti si professò suo discepolo. Fu un purista moderato (Discorso sullo [...] stato presente della lingua italiana, 1827); scrisse anche poemetti e liriche, tradusse Orazio e Giovenale. ...
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Umanista e filologo (Monteuil-sur-Mer, Piccardia, 1520 circa - Parigi 1572); dopo due lunghi viaggi in Italia (1549-53 e 1556-60), fu nominato prof. di greco al Collegio di Francia (1560-72). Eccellente [...] latinista, curò edizioni di Lucrezio (1564), di Orazio e di altri autori latini. ...
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Scrittore russo (Astrachan´ 1703 - Pietroburgo 1769). Il suo nome è legato alla riforma del verso russo (sostituzione del verso tonico sillabico a quello meramente sillabico) e alle numerose traduzioni: [...] le Aventures de Télémaque di Fénelon (Telemachida, 1766), le arti poetiche di Orazio e di Boileau, ecc. ...
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Poeta tedesco (Kolberg 1725 - Berlino 1798). Studiò all'università di Halle, ma visse poi quasi sempre a Berlino, dapprima precettore privato, poi (dal 1748) professore di logica e retorica all'Accademia [...] ) membro dell'Accademia delle scienze e (dal 1790 fino alla morte) direttore del teatro nazionale. Ammiratore di Orazio, e perciò generosamente ribattezzato l'"Orazio tedesco", ne seppe riprendere le forme assai più che lo spirito. Tradusse, oltre a ...
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oraziano
agg. – Di Quinto Orazio Flacco, poeta latino (65-8 a. C.), o che è proprio, tipico di Orazio e della sua poesia: la lirica o.; lo stile o.; la metrica o.; l’ideale di vita o., quello che si ispira all’opera di Orazio e in partic....
venosino
(meno com. venusino) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Venusinus]. – Di Venosa, cittadina lucana in prov. di Potenza; come sost., abitante o nativo di Venosa. Per antonomasia, il poeta v. o assol. il V., Orazio, nativo appunto di Venusia,...