LAMANNA, Eustachio Paolo
Filosofo, nato a Matera il 9 agosto 1885, professore di filosofia e di storia della filosofia successivamente nelle università di Messina e di Firenze.
Discepolo di F. De Sarlo, [...] funzioni spirituali: teorica, pratica, estetica. Tali ideali sono per noi perché essi sono per sé, avendo essi una consistenza ontologica. Principio mediatore tra il reale e l'ideale è l'apprezzamento morale che svela il valore extrasoggettivo su cui ...
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Filosofo francese (El Biar, Algeri, 1930 - Parigi 2004). Di formazione fenomenologica, studioso di Nietzsche, Heidegger e Levinas, della psicoanalisi e dello strutturalismo, D. fu uno dei protagonisti [...] nel dibattito sul postmoderno e sul decostruzionismo. La sua riflessione, sviluppando il problema heideggeriano della "differenza ontologica", ha proposto una critica radicale della metafisica e del postulato di una gerarchia fondante di significati ...
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Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge. In altre accezioni, il potere [...] da H. Kelsen, che ne ha dato una lettura formalistica, qualificando il principio come una norma – ha una valenza ontologica: essa esprime che ciascuno, nessuno escluso, ha sempre qualcosa di propriamente ed esclusivamente suo, ossia è titolare di un ...
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VANNI ROVIGHI, Sofia
Tullio Gregory
(App. IV, III, p. 792)
Storica della filosofia italiana, morta a Bologna l'11 giugno 1990. In ambito medievistico, orientò le sue ricerche soprattutto sui secoli [...] e di intuizione eidetica, in rapporto alla ricerca sulle strutture della coscienza e sui fondamenti della logica e dell'ontologia. Vari studi dedicò a M. Heidegger, alle origini fenomenologiche della sua filosofia e alla sua interpretazione di Kant ...
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Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] appaiono di derivazione ‘hegeliana’, e quello di L. Pareyson, il quale realizza invece una sorta di equiparazione ontologica, di radicale allineamento ermeneutico tra l’eredità schellinghiana e la letteratura in alcuni dei suoi momenti contemporanei ...
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Filosofo (Lublino 1859 - Parigi 1933). Studiò chimica con R. Bunsen. Nel 1880 si trasferì a Parigi e dopo la prima guerra mondiale prese la cittadinanza francese. Influenzato dagli scritti e dalle teorie [...] là delle concezioni "legalistiche" della causalità, la scienza cerca spiegazioni più profonde; il suo fine ultimo è di natura ontologica. Così, attraverso la critica di alcune basilari nozioni e teorie fisiche, M. mette in luce i limiti della ragione ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Antonio Rosmini-Serbati
Luciano Malusa
Antonio Rosmini-Serbati viene considerato il maggior filosofo italiano dell’Ottocento. Quale che sia il giudizio sul richiamarsi del suo sistema filosofico alla [...] poteva essere adoperata anche a livello di filosofia per capire al meglio la triformità dell’essere, e per rappresentare la dialetticità ontologica. L’essere si esprime secondo le forme dell’essere reale, ideale e morale. L’essere è uno e trino, come ...
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Nichilismo
VValerio Verra
di Valerio Verra
Nichilismo
sommario: 1. Origini e significati del termine. 2. Nichilismo, esistenzialismo e ontologia. 3. Nichilismo, teologia e religione. 4. Nichilismo, [...] dal fatto che la metafisica è nata e si è affermata con l'oblio di quella che Heidegger chiama la ‟differenza ontologica", ossia la differenza tra l'essere e gli enti, e, perciò stesso, si è trovata nell'impossibilità di impostare correttamente il ...
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Il neoplatonismo
Sviluppi filosofici nel pensiero pagano fra III e IV secolo
Elena Gritti
La vita di Costantino coincide con il momento in cui la filosofia greca, dominata dal neoplatonismo, conosce [...] del fatto che l’anima possiede sempre la conoscenza e la felicità perfette. Se dal punto di vista della causalità ontologica essa non esisterebbe nemmeno senza l’Intelletto, da quello gnoseologico di fatto possiede sempre – e sempre in atto, pur non ...
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Filosofo inglese (Londra 1919 - Oxford 2006). Esponente tra i più vivaci della scuola di Oxford, si è occupato, nell'ambito dell'analisi del linguaggio, di varî temi di tipo logico-linguistico, con originalità [...] da S. nella sua Introduction to logical theory (1952; trad. it. 1975), con una persistente attenzione alle implicazioni ontologiche delle teorie logiche e alla ricchezza e flessibilità dei procedimenti inferenziali della logica ordinaria. Ma la sua ...
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ontologia
ontologìa s. f. [comp. di onto- e -logia]. – Nel linguaggio filos., la scienza dell’essere in quanto essere: il termine è stato introdotto nel sec. 17° e deve in partic. la sua fortuna al filosofo ted. Christian Wolf (1679-1754)...
ontologico
ontològico agg. [der. di ontologia] (pl. m. -ci). – 1. Che riguarda la conoscenza dell’essere (nel sign. filosofico della parola), della realtà, dell’oggetto in sé: concezioni o.; analisi ontologica. Con accezione partic., prova...