LESKIEN, August
Giuseppe CIARDI-DUPRE'
Glottologo e filologo, nato a Kiel l'8 luglio 1840, morto a Lipsia il 20 settembre 1916. Studiò a Lipsia, poi a Jena, sotto la guida di A. Schleicher. Dal 1867 [...] letteratura gli studî del L. sulla poesia popolare dei Serbi, che gli diedero occasione di sfiorare la questione omerica, e la versione di quasi settanta fiabe da varie lingue della Balcania.
Opere: Handbuch der altbulgarischen (altkirchenslavischen ...
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Figura della leggenda troiana, figlia di Priamo. Nell'Iliade ha ancora poco rilievo: è nominata una volta quale fanciulla non ancora maritata (l'unica delle Priamidi menzionata quale vergine in XIII, 365); [...] 'introduzione del cavallo di legno nelle mura di Troia.
La C. che sopravvive nella memoria dei posteri non è già l'omerica, ma quella di Eschilo, il quale, secondo l'opinione di G. Pasquali, è probabilmente indipendente da supposti poemi delfici, ma ...
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Kazantzakis, Nikos
Mario Vitti
Narratore, saggista e poeta greco (Candia 1883 - Friburgo in Brisgovia 1957), ha affidato la sua fama soprattutto ad Ὀδύσσεια in versi (1938). Nella redazione dell'ampio [...] a coincidere con la ricerca di uno strumento adatto all'espressione della sua Ὀδύσσεια (la traduzione invece dell'Iliade omerica, intrapresa più tardi con il filologo classico I. Kakridìs, è infatti priva di questi aspetti vistosi). Una certa rudezza ...
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Ilìade (gr. 'Ιλιάς) Titolo con cui è indicato, già in Erodoto (II, 116), uno dei due grandi poemi (Iliade e Odissea) attribuiti dalla tradizione ad Omero (in origine ἰλιάς è aggettivo e significa "d'Ilo, [...] forma pressappoco identica a quella in cui ci è pervenuta, deve porsi circa il sec. 8° a. C.
Le traduzioni
Il poema omerico fu tradotto più volte in latino sia nell'epoca repubblicana (da Gneo Mazio e da Ninnio Crasso) sia nell'età imperiale (da ...
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Secondo la tradizione grammaticale classica, il secondo caso della declinazione greca e latina. Si è dato poi il nome di g. anche a modificazioni flessionali nominali di altre lingue, che abbiano funzioni [...] -ae come -ā-ī). G. assoluto In greco, una specie di proposizione, sempre più indipendente a partire dall’epoca omerica, ottenuta dalla concordanza di un participio con un nome declinato al genitivo. Questo sintagma, in origine sembra con funzione ...
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Nel suo significato più generale il termine denota chi si leva al disopra degli altri in quanto è potente, forte, di nobile stirpe (Hesych., Gloss., s. v.). La figura dell'eroe non è propria soltanto della [...] irradiatore della loro potenza e del loro culto e la loro presenza è garanzia efficacissima per il gruppo che le possiede.
In Omero non v'è traccia del culto degli eroi; per lui l'eroe è un valoroso che si distingue dagli altri per bravura militare ...
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Poeta sovietico, nato nel villaggio di Bagdadi (ora Majakovskij), in Georgia, il 7 luglio 1893, e morto suicida a Mosca il 14 aprile 1930. Nel 1906, dopo la scomparsa del padre, boscaiolo, si trasferì [...] di Mosca. Questo lavoro alla Rosta influì sul poema 150.000.000 (1920), in cui egli contrappose in un'omerica sfida il capitalista americano Wilson al povero Ivan, simbolo della Russia. Negli anni seguenti scrisse versi didascalici per manifesti ...
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MYRES, Sir John Linton
Luigi MORETTI
Storico, archeologo e antropologo inglese, nato a Preston (Lancashire) il 3 luglio 1869, morto il 6 marzo 1954. La sua attività è stata prevalentemente rivolta allo [...] and his critics, Londra 1958 (postumo, con aggiunte di D. H. Gray), ha steso il bilancio di millennî di critica omerica, dall'antichità ai giorni nostri, analizzandola anche in rapporto ai risultati dell'indagine archeologica.
Bibl.: D. H. Gray, in ...
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AMIGONI (Amiconi), Iacopo
Maria Cristina Pavan Taddei
Le fonti più antiche (Zanetti, Zani) danno questo pittore e incisore nato a Venezia nel 1675. È ormai comunemente accettata invece la sua nascita [...] Baviera, ad Augusta, nei castelli di Schlessheim, di Nymphenburg, con decorazioni a soggetti mitologici e dell'epopea omerica, in toni trasparenti e luminose rifrangenze di colore, dalla chiara affinità al gusto veneto settecentesco. A Londra lavorò ...
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BRITI, Paolo (il Cieco da Venezia)
Cesare De Michelis
Fu uno dei più fecondi e fortunati poeti popolari veneziani del sec. XVII, ma di lui sappiamo ben poco, come accade sovente per figure del genere [...] che, secondo un gusto molto diffuso in quegli anni, recuperava a livello popolare l'aspetto più patetico dell'antica leggenda omerica; non che il B. non fosse cieco davvero, come spesso erano i cantastorie, solo di poco diversi dai mendicanti (vedi ...
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omerico
omèrico agg. [dal lat. Homerĭcus, gr. ῾Ομηρικός] (pl. m. -ci). – 1. Di Omèro (gr. ῎Ομηρος, lat. Homērus), il più grande poeta epico dell’antica Grecia: poemi o., l’Iliade e l’Odissea, attribuiti dalla tradizione a Omero; gli dèi, gli...
omerismo
s. m. [der. del nome di Omero]. – Parola, locuzione, forma grammaticale, costruzione sintattica o stilema proprî dei poemi omerici. Meno com., in senso più astratto, il carattere, il tono, la solennità e la sonorità che sono tipici...