oh /ɔ/ o /o/ interiez. - [voce esprimente vari sentimenti (dolore, sdegno, noia, meraviglia, piacere, desiderio, ecc.), a seconda dell'intonazione: oh, quanto mi dispiace!] ≈ ah, oddio. ...
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Fabio Rossi
capire. Finestra di approfondimento
Cogliere indizi o impressioni - Il sign. di «percepire con l’intelletto» è espresso da molti verbi, dei quali c. è il più generico e frequente, spesso sentito [...] il sinon. più usato (e più formale) è comprendere: or la ragion comprendo / del tuo zelo per lui (P. Metastasio); oh, comprendo bene il vostro desiderio (A. Fogazzaro). Sia c. sia comprendere possono essere usati come assol. (soprattutto nella lingua ...
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capire [lat. capĕre, con mutamento di coniug.] (io capisco, tu capisci, ecc.). - ■ v. intr. (aus. avere, ma i tempi comp. sono rari), non com. [poter entrare in un luogo, esservi contenuto, spec. fig.] [...] il sinon. più usato (e più formale) è comprendere: or la ragion comprendo / del tuo zelo per lui (P. Metastasio); oh, comprendo bene il vostro desiderio (A. Fogazzaro). Sia c. sia comprendere possono essere usati come assol. (soprattutto nella lingua ...
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scarso agg. [lat. tardo excarpsus, dal lat. class. excerptum, "tirato fuori, diminuito"]. - 1. a. [inadeguato, inferiore a quanto sarebbe necessario o conveniente: il raccolto è stato s.; vitto, stipendio [...] . Manzoni). Spesso è usata come segnale discorsivo, ovvero come avv. frasale d’uso com. che serve ad attenuare l’intero enunciato: oh, andiamo un po’ a vedere, che albergo è questo (C. Goldoni). Raram. un po’ e poco coincidono. Un enunciato come sono ...
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uh /u:/ interiez. [voce onomatopeica]. - 1. a. [esclam. di dolore acuto: uh, che male!] ≈ ah, ahi, (fam.) ahia, (fam.) ahio. b. [esclam. di sorpresa, disappunto, fastidio o meraviglia: uh, finalmente siete [...] arrivati!; uh, che strazio!] ≈ ah, oh. 2. [esclam. di disgusto: uh, che schifo!] ≈ puah. ...
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fioco /'fjɔko/ agg. [lat. flaccus, prob. incrociato con roco] (pl. m. -chi). - 1. a. [di voce poco intensa: un f. lamento] ≈ debole, fievole, flebile, sommesso. ↔ argentino, cristallino, forte. ↑ assordante. [...] b. [di luce poco intensa: un f. chiarore] ≈ debole, scarso, soffuso, tenue. ↔ forte. ↑ accecante. 2. (fig., lett.) [non sufficiente: oh quanto è corto il dire e come f. Al mio concetto! (Dante)] ≈ inadatto, insufficiente. ...
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madonna /ma'dɔn:a/ s. f. [comp. di ma, ant. riduzione di mia, e donna]. - 1. (ant., lett.) [titolo d'onore che si usava anticamente (senza art.) rivolgendosi a una donna o parlando di essa: Madonne, lo [...] (santa o mia) [esclam. usate per esprimere meraviglia, delusione, irritazione e, in genere, forti emozioni] ≈ Dio mio, Gesù, mamma (mia), Maria (Vergine), oh Signore; pop., tirare giù madonne ≈ bestemmiare, imprecare, sacramentare, (fam.) smadonnare. ...
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Fabio Rossi
scarso. Finestra di approfondimento
Quantità ridotta - Numerosi agg. e avv. esprimono in ital. il concetto di quantità più o meno elevata. Tra gli agg. più com. per quantità elevate si annoverano [...] . Manzoni). Spesso è usata come segnale discorsivo, ovvero come avv. frasale d’uso com. che serve ad attenuare l’intero enunciato: oh, andiamo un po’ a vedere, che albergo è questo (C. Goldoni). Raram. un po’ e poco coincidono. Un enunciato come sono ...
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vedere /ve'dere/ [dal lat. vidēre] (pres. indic. védo [lett. véggo, ant. o poet. véggio], védi [ant. véi, vé'], véde, vediamo [ant. o poet. veggiamo], vedéte, védono [lett. véggono, ant. o poet. véggiono]; [...] . di guardare in alcuni dialetti, secondo l’originario etimo germ. wardon), ma diffusasi nel registro fam. di gran parte dell’Italia: ma va’ là; vah che disastro che hai combinato!; ma come, è ancora vivo? oh vah! proprio vivo? (L. Pirandello). ...
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o (oh; ohi)
Riccardo Ambrosini
1. Delle particelle interiettive o, oh e ohi l'uso è limitatissimo nella Vita Nuova (7 volte o, 5 oi), nelle Rime (5 volte o e 6 oh) e nel Convivio (11 volte o, 21 oh) e assente nel Fiore e nel Detto, mentre...
Manibus, oh, date lilïa plenis
È un emistichio virgiliano (Aen. VI 883), in cui è inserita la particella vocativa per formare l'endecasillabo. Con queste parole - che nell'Eneide Anchise pronuncia a proposito del giovane Marcello - viene accolta...