BENTIVOGLIO, Carlo
Tiziano Ascari
Nacque a Bologna nel 1615 da Costante e da Elisabetta Paleotti. Studiò umanità e retorica con Gian Domenico Lapi e filosofia con Giovanni Fantuzzi. Passò quindi agli [...] studi di diritto ed ebbe come maestri Bernardino Cattani e Domenico Odofredo. Il 21 aprile 1635 ottenne in Bologna la laurea dottorale in utroque. Il B. abitò per qualche tempo a Firenze, poi tornò a Bologna dove il Senato lo nominò, nel 1640, ...
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Retorica
Benoît Grévin
L'elaborazione e l'uso di una retorica latina raffinata è una componente fondamentale della cultura della corte di Federico II almeno per tre motivi. La pratica della retorica [...] Federico II, variante dello stylus altus che la cancelleria imperiale condivide con la Curia, qualificato dal giurista Odofredo Denari come stylus obscurus, ha influenzato notevolmente la pratica e la riflessione dei letterati italiani, poi europei ...
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Epistolografia e retorica
Giuseppina Brunetti
"I seni fecondi della retorica nutrono gli ingegni raccolti nella corte sveva" (Huillard-Bréholles, 1895, p. 372): così Pier della Vigna stigmatizza il [...] complesso, troppo oscuro, difficile ed estraneo all'ideale di quella concinnitas ciceroniana che poi prevalse. Così ad esempio Odofredo (Kantorowicz, 1909, p. 653 n. 1; 1965, p. 359), che concorda coll'anonimo glossatore della Commedia (Firenze ...
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LINGUE, REGNO D'ITALIA
Dal momento che i tempi della storia linguistica, e più in generale culturale, non si possono scandire precisamente su quelli della storia politica, sarà inevitabile in questa [...] poemi epici francesi è vivace. Giullari francesi attraversano la penisola seguendo le vie dei pellegrini. Il giurista bolognese Odofredo (m. 1265) parla di "ioculatores qui ludent in publico causa mercedis [giullari che si esibiscono pubblicamente a ...
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Dante Alighieri, Opere minori: Dante e il «Buon Barbarossa» ossia Introduzione alla «Monarchia» di Dante
Bruno Nardi
1. - Dopo quanto ebbi a scrivere intorno a La «Donatio Constantini» e Dante, negli [...] » sia invece la Monarchia di Dante, perché questa non s'arresta agii argomenti d'Accursio o alla scettica ironia d'Odofredo, ma s'eleva a un altissimo concetto religioso e figge l'occhio nell'avvenire, fiducioso nel soccorso divino: «Ma prima ...
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