In oculistica si chiama così lo stato dell'occhio che è cieco senza apparire tale quando lo si guarda superficialmente. Si osserva come cecità permanente nelle malattie della retina e del nervo ottico, [...] negli accessi uremici, nell'isterismo. Anticamente si riteneva la cecità dovuta ad un fluido nervoso guasto; e, quando l'occhio cieco appariva intatto, l'amaurosi si chiamava gotta serena; quando sembrava aver perduto di trasparenza, gotta opaca. ...
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riunire
Con valore traslato, in Cv III IX 16 E per corpo de l'occhio con l'acqua chiara, riuni' [rivinsi nell'ediz. Simonelli] sì la vertü disgregata che tornai nel primo buono stato de la vista: D. [...] dice di " aver ricomposto " insieme gli elementi della capacità visiva che si erano ‛ disgregati ', determinando l'indebolimento del suo spirito visivo ...
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L’insieme degli strumenti e delle tecniche che permettono di rendere un determinato ambiente, chiuso o aperto che sia, fruibile anche in assenza totale o parziale della luce naturale.
Sviluppo storico
Dalla [...] di quella diurna, e si è trovato che esiste un intervallo abbastanza ampio nel quale sia la prontezza con cui l’occhio percepisce la presenza degli oggetti (velocità di percezione), sia l’attitudine a distinguerne i minimi particolari (acuità visiva ...
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In patologia, percezione doppia di un’immagine, riguardante uno o entrambi gli occhi ( d. monoculare e d. binoculare). Nella seconda è espressione di un disturbo della muscolatura estrinseca e può essere [...] orizzontale, verticale od obliqua; si dice omonima o crociata se la doppia immagine si percepisce dal lato dell’occhio deviato o dal lato opposto, rispettivamente. La d. monoculare è causata prevalentemente da alterazioni anatomiche a carico del ...
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oculomotore, nervo
Terzo paio di nervi cranici, il più importante e voluminoso dei nervi motori dell’occhio: si distribuisce a tutti i muscoli dell’orbita, a eccezione del retto esterno e del grande [...] la fessura orbitaria superiore, raggiunge l’orbita; qui si divide in due rami terminali per i muscoli estrinseci dell’occhio: il ramo superiore innerva il retto superiore e l’elevatore della palpebra superiore, il ramo inferiore innerva il retto ...
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ecoftalmologia
L’impiego degli ultrasuoni, tramite ecografia, a scopi diagnostici e terapeutici nelle malattie dell’occhio. L’e. è indispensabile in quelle patologie del bulbo nelle quali, a causa di [...] studio delle patologie che coinvolgono le strutture orbitarie. Un fascio di ultrasuoni viene diretto sulle varie strutture dell’occhio e dell’orbita, e riflesso dalle superfici cui corrisponde una variazione di densità del tessuto. La riflessione ...
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Telescopio Costellazione del cielo australe a S del Sagittario, di circa 50 stelle visibili a occhio nudo, di cui la più luminosa (α Telescopii) è di magnitudine 3,5. ...
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Chirurgo e oculista (Sépeaux 1724 - Parigi 1816). Descrisse accuratamente l'aponeurosi dell'apparato muscolare dell'occhio che da lui prende nome (capsula di Tenone), già segnalata da Galeno, Realdo Colombo [...] e Morgagni ...
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Infiammazione purulenta dell’uvea e successivamente dell’intero bulbo oculare, provocata o da lesioni esterne dell’occhio (forma diretta) o da emboli settici (forma metastatica). Se non è curata tempestivamente, [...] provoca la colliquazione purulenta delle parti interne dell’occhio; il pus si fa poi strada verso l’esterno e si ha la perdita definitiva della vista. La cura è basata sull’impiego di antibiotici ed eventualmente è anche chirurgica. ...
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cristallino 2
cristallino2 [s.m. Dall'agg. precedente] [FME] [OTT] Nell'ottica medica, formazione trasparente dell'occhio, avente la forma e la funzione di una lente biconvessa, deformabile (e quindi [...] di convergenza variabile) a opera dei muscoli ciliari nel processo dell'accomodazione visiva: → occhio. ...
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-occhio
-òcchio [lat. -ŭculus]. – Suffisso originariamente alterativo, avente valore diminutivo, presente in voci che hanno perduto per lo più tale valore e con esso il sentimento della derivazione (capocchia, finocchio, ginocchio, pannocchia,...
occhio
òcchio s. m. [lat. ŏcŭlus]. – 1. a. In anatomia, organo di senso, pari, caratteristico dei vertebrati, che ha la funzione di ricevere gli stimoli luminosi e di trasmetterli ai centri nervosi dando origine alle sensazioni visive; è costituito...