Ayer, Alfred Jules
Filosofo inglese (Londra 1910- ivi 1989). Fu prof. di filosofia e di logica all’univ. di Londra, poi (dal 1959) a Oxford. Con la prima opera (Language, truth and logic, 1936; trad. [...] ultime non è riconducibile a enunciati protocollari (i punti terminali del processo di controllo empirico postulati dai neopositivisti), e deve quindi limitarsi a una verifica non assoluta (criterio di verificabilità debole). Sulla base di questa ...
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Semantica
Giulio Lepschy
(XXXI, p. 334; App. III, ii, p. 692; IV, iii, p. 298)
Ciò che caratterizza gli studi di s. negli ultimi decenni del 20° secolo è la convergenza di due filoni di ricerca precedentemente [...] e pragmatica della verità.
Questo è il percorso compiuto parallelamente anche dalle indagini sul significato. I neopositivisti sostenevano che il significato delle frasi dipende dalla loro verificabilità. A parte le proposizioni analitiche a priori ...
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SEMIOTICA
Paolo FILIASI CARCANO
Termine con cui si indica la teoria o scienza generale dei segni. Essa è stata elaborata da Charles Morris, che ha sottoposto ad analisi il comportamento segnico (semiosi), [...] , individuali e sociali"; per questo scopo, non basta limitarsi all'analisi logica (com'è stata sviluppata dai neopositivisti), ma occorre partire da una concezione più organica e funzionale del linguaggio, che dia adeguato rilievo anche alla ...
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TARSKI, Alfred
Vito A. BELLEZZA
Studioso di logica matematica, nato a Varsavia il 14 gennaio 1902, naturalizzato americano nel 1945. Dopo aver insegnato nell'univ. di Varsavia e dal 1939 in varie università [...] J. H. Woodger), Oxford 1956; Ordinal algebras: studies in logic and the foundations of mathematics, Amsterdam 1956.
Bibl.: F. Barone, Il neopositivismo logico, Torino 1953, pp. 346-58; K. R. Popper, A note on T.'s definition of truth, in Mind, 1955 ...
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In filosofia, nella sua accezione generale, il termine è stato usato per indicare le varie forme che nella storia del pensiero ha assunto la polemica contro la ragione intesa come facoltà che procede per [...] quali hanno largo spazio le emozioni individuali; tale forma di i. etico sarebbe in modi diversi presente in larghi settori delle riflessioni contemporanee sulla morale e principalmente in quelle proprie dei neopositivisti e degli esistenzialisti. ...
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RELATIVITÀ
Christian Moller
Tullio Regge
Eugenio Garin
Relatività di Christian Møller
sommario: 1. Introduzione e panorama storico: a) il principio di relatività speciale. Sistemi inerziali; b) relatività [...] testo di Kant; era il momento in cui Schlick - col suo Raum und Zeit in gegenwärtigen Physik, 1917 - ‟tentava di integrare il neopositivismo con le idee emerse dalla scienza di Einstein" (v. Frank, 1949; tr. it., pp. 44-45). Erano anni, fra il 1916 e ...
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In senso generico, lo studio del metodo su cui deve essere fondata una determinata scienza o disciplina; con senso più concreto, il complesso dei fondamenti teorici sui quali un metodo è costruito. In [...] , viene considerata specialmente nel corso del 20° sec. come la via maestra della riflessione filosofica. Esponenti del neopositivismo hanno ritenuto che unico compito della filosofia sia quello di descrivere la struttura delle diverse scienze e di ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La filosofia della scienza del Novecento può essere divisa più o meno convenzionalmente [...] in un’unica percezione, non vi è alcun modo di verificare direttamente l’affermazione in questione.
Critico precoce del neopositivismo è il filosofo viennese Karl Popper (1902-1993), la cui influenza nella filosofia della scienza del secolo scorso è ...
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simbolo
Dal lat. symbolus e symbolum, gr. σύμβολον «accostamento», «segno di riconoscimento», «simbolo», der. di συμβάλλω «mettere insieme, far coincidere» (comp. di σύν «insieme» e βάλλω «gettare»). [...] tale identità a prevalere nella filosofia del Sei-Settecento soprattutto anglosassone, da Hobbes alla «logica simbolica» dei neopositivisti e alla semiotica (➔) di tradizione anglofona. Fu Kant a proporre la distinzione tra s. e segno, opponendosi ...
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positivismo logico (detto anche neopositivismo, neoempirismo, empirismo logico)
positivismo logico
(detto anche neopositivismo, neoempirismo, empirismo logico) Movimento filosofico sorto, sviluppatosi [...] e combinandola con l’idea che alla base dell’attività dello scienziato vi siano dei procedimenti induttivi, i neopositivisti formularono il criterio empirico di significanza, secondo cui una proposizione ha significato se, e solo se, è verificabile ...
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neopositivismo
neopoṡitivismo s. m. [comp. di neo- e positivismo]. – Corrente filosofica, detta anche positivismo logico, costituitasi prima come «Circolo di Vienna» intorno al filosofo della scienza M. Schlick, poi, dopo il manifesto del...
neopositivista
neopoṡitivista s. m. e f. e agg. [comp. di neo- e positivista] (pl. m. -i). – Esponente, fautore, seguace del neopositivismo: le concezioni, la dottrina dei n.; e come agg.: i filosofi n.; il movimento neopositivista.