Medico e filosofo (Bearsted, Kent, 1574 - Londra 1637), il maggior rappresentante e teorico della setta dei rosacrociani. Fortemente influenzato, oltre che dagli scritti neoplatonici, dalle interpretazioni [...] contemporanee della cabala - ritenuta veicolo più autentico della "filosofia mosaica" - e insieme dalla tradizione paracelsiana, svolse una concezione del mondo essenzialmente emanatistica, legata a un ...
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Filologo italiano (Roma 1885 - Belluno 1952). Accademico d'Italia, P. è considerato uno dei più insigni rappresentanti della filologia classica nella prima metà del secolo. Studiò, tra l'altro, testi neoplatonici, [...] la vita costantiniana di Eusebio, Pausania, Callimaco, la lirica di Orazio e i rapporti di essa con i suoi modelli greci. P. si è occupato, inoltre, con particolare interesse e acume storico di storia ...
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Poeta inglese (Londra 1552 circa - ivi 1599). Studiò a Cambridge, dove si legò d'amicizia con G. Harvey, dedicandosi poi agli studî classici (soprattutto Platone, nell'originale e attraverso i neoplatonici [...] fiorentini) e ai moderni (poeti italiani e francesi). Entrato (1578) al servizio del conte di Leicester (probabilmente per intercessione di Harvey), formò con Ph. Sidney, J. Dyer e altri un club letterario, ...
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Mistico musulmano di Spagna (Murcia 1165 - Damasco 1240). Elaborò una dottrina mistica monistica, per cui l'esistenza di tutte le cose create sarebbe l'esistenza stessa del Creatore, e in cui i concetti [...] neoplatonici del logos e delle emanazioni digradanti si fondono con le più strane interpretazioni allegoriche di vocaboli e frasi del Corano. Le sue opere, la maggiore delle quali si intitola Futūḥāt Makkiyya ("Rivelazioni meccane"), sembrano aver ...
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Scrittore medievale, maestro di teologia a Parigi, non meglio identificato (forse era un Adam Bellefemme), a cui in due manoscritti è attribuita un'opera De intelligentiis, o Memoriale rerum difficilium, [...] scritta intorno al 1230. In diretta dipendenza dalla metafisica della luce di Roberto Grossatesta, riecheggiando motivi neoplatonici, l'autore prospetta una deduzione del molteplice dall'Uno (Dio) secondo un processo scalare che richiama l' ...
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Teologo domenicano (m. Lovanio 1460), prof. a Colonia, poi a Lovanio, è il rappresentante dell'albertismo nelle polemiche tra albertisti e tomisti che divisero in quegli anni i domenicani di Colonia; fu [...] lui stesso che con varî scritti aprì la polemica con Gerardo del Monte. In E. sono vivi molti motivi neoplatonici caratteristici della scuola albertina di Colonia, filtrati in particolare attraverso il commento di Alberto Magno al Liber de causis e ...
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Sovrano sasanide, regnò dal 531 al 579. Condusse lunghe guerre con l'impero bizantino, e conquistò lo Yemen (570) cacciandone gli Abissini. All'interno, ancora da principe ereditario, sgominò l'eresia [...] si eseguirono traduzioni in mediopersiano di testi greci, siriaci, indiani, e alla sua corte ebbero ospitalità gli ultimi neoplatonici della scuola di Atene, chiusa (529) da Giustiniano. Kh. I, che fu soprannominato Anōshak-rawān (arabo Anusharwān ...
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Adattamento ital., attraverso il latino mediev. Alpetragius, del nome del filosofo e astronomo arabo-musulmano di Spagna Abū Isḥāq Nūr ad-Dīn al-Biṭrūgī, cioè di famiglia "originaria di Pedroche" a N di [...] il suo nome (Kitāb al-Hai'a "Libro d'astronomia"), secondo alcuni studiosi imitazione, se non addirittura plagio, di un trattato neoplatonico già tradotto dal greco in arabo, tradotta in latino da Michele Scoto nel 1217 col titolo di Liber de motibus ...
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Medico ebreo (Egitto 850 circa - Tunisi 932 o 941), considerato uno dei capiscuola della medicina araba; ebbe fama di insigne oculista. Visse alla corte degli Aghlabiti di Qairawān, e poi del primo califfo [...] , che furono molto diffuse fino alla fine del Rinascimento. Notevoli anche i suoi interessi filosofici testimoniati da varie opere nelle quali sostenne una concezione sincretistica basata su testi neoplatonici, ma non priva di elementi aristotelici. ...
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neoplatonico
neoplatònico agg. e s. m. [comp. di neo- e platonico1] (pl. m. -ci). – Relativo al neoplatonismo: movimento n., corrente n., teorie neoplatoniche. Seguace del neoplatonismo: un filosofo n., e, come sost., un n., i neoplatonici.
neoplatonismo
s. m. [comp. di neo- e platonismo]. – Movimento di pensiero che, estendendosi all’incirca dalla metà del sec. 2° d. C. fino alla metà del 6° (e in Alessandria anche alla metà del 7°), è caratterizzato dalla tendenza a rinnovare...