Il plurale maiestatis (espressione lat.: «plurale di maestà») indica l’uso della prima persona del plurale (anziché del singolare) del verbo e dei corrispondenti aggettivi e pronomi personali e possessivi, [...] cui numerosi esempi si trovano nei Promessi sposi:
(4) Né fu questa l’ultima pubblicazione, ma noi delle posteriori non nel poema ‒ è presente, infatti, fin nel I canto («Io non so ben ridir com’i v’entrai») ‒ ma sempre fuori del campo delle ...
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Si definisce posizione post-tonica (o postonica), in particolare in una parola parossitona (➔ accento; ➔ parola italiana, struttura della), la posizione occupata da segmenti che seguono la sillaba in cui [...] hanno posizione post-tonica finale, soggetta a vincoli morfologici che ne condizionano la presenza (e ne hanno in parte condizionato l’evoluzione), -me-, -bi- e -so-, dette post-toniche mediane o (talvolta, impropriamente) intertoniche, sono sede ...
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L’epifonema (dal gr. epíphō´nēma «voce aggiunta», composto da epí «su, sopra» e phōnē´ «voce») è una figura retorica che consiste in un’espressione sentenziosa, di tenore universale, posta di solito a [...] detto memorabile»), all’esempio e all’aneddoto: se ne distingue per la sua collocazione alla fine di un più vera ragione è di chi tace.
Il canto che singhiozza è un canto di pace
(“So l’ora in cui la faccia più impassibile”,
in Ossi di seppia, vv. 7-8 ...
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Le formule dubitative sono elementi eterogenei (parole, sintagmi, frasi) accomunati dalla funzione di esprimere un atteggiamento di dubbio o di incertezza del parlante rispetto al contenuto dell’enunciato.
Nel [...] :
(20) mi chiedo se verrà
(21) non so se verrà
La formula non (lo) so può essere usata anche in modo assoluto, con valore dubbio, la propensione ad agire:
(29) quasi quasi me ne vado
Anche forse, quando è reduplicato, esprime maggiore probabilità:
( ...
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L’aferesi (lat. aphaeresis, dal gr. aphairéo «sottrarre») è un fenomeno fonetico che consiste nella caduta di uno o più foni all’inizio di parola (Del Popolo 20042).
L’aferesi è diffusa soprattutto nel [...] 2) a pranzo ho mangiato solo ’n pezzo di pizza
(3) so’ stato tutto ’l giorno a lavorare
Anche nel caso del dimostrativo ’ alcuni dei quali con precedenti in Petrarca, come le ’ncresca, ne ’ngombra, ecc.).
Un caso particolare di aferesi è costituito ...
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I monosillabi, cioè le parole costituite da una sola sillaba, sono forme particolari dell’italiano; sono infatti poco numerosi e presentano diverse peculiarità dal punto di vista fonologico.
Se si escludono [...] ):
(1) a. u.n a.mo «un amo»; pe.r a.mo.re «per amore»
b. un. ca.ne «un cane»; per. ca.so «per caso»
Si noti che la risillabificazione è generalmente limitata alle parole caratterizzate dalla distribuzione sopra descritta (articoli, preposizioni, o ...
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Per parole generali si intende un gruppo eterogeneo di parole dal significato generico, che può però essere determinato quando queste si riferiscano o a un referente implicitamente noto, o a un referente [...] , dal verbo fare:
(8) dammi un consiglio: non so cosa fare
Anche la loro occorrenza non sembra vincolata al richiamo gli altri, seguono le lezioni e tutto procede per il meglio. Se ne vengono immessi otto o nove, le cose si fanno assai più complicate ...
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I fonemi di ogni ➔ sillaba formano una struttura analizzabile in tre parti: l’attacco, il nucleo e la coda. Il nucleo, costituito sempre da una sola vocale, è l’elemento cruciale, necessario e sufficiente [...] g, p, t, v + l oppure r (ca.bla.re, li.bro, ci.clo, a.cre, qua.dro, ri.fles.so, A.fri.ca, ne.gli.gen.te, re.gres.so, du.pli.ce, a.tle.ta, ne.vro.si), come anche i digrammi ‹gl›, ‹gn› e ‹sc›, usati per rendere i suoni palatali, quasi sempre intensi [ʎ ...
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Si dicono mobili i dittonghi (➔ dittongo) ie e uo per la possibile alternanza, nell’ambito di una stessa famiglia lessicale o di uno stesso paradigma verbale, di forme con dittongo ie [ˈjɛ] e uo [ˈwɔ] [...] vo → o-vét-to e le voci dei verbi tenere e potere: tu tiè-ni, voi te-né-te, loro tèn-go-no; tu può-i, voi po-té-te, loro pòs-so-no.
Sono interessati dal dittongo mobile verbi come cuocere (io cuocio, io cossi ...), dolere (duole, doleva ...), muovere ...
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Il ➔ punto e virgola, benché sia in generale il segno interpuntorio (➔ punteggiatura) meno ricorrente, è saldamente in uso in ambiti di scrittura accurata o colta.
Oltre che nei ➔ testi argomentativi, [...] novecentesca:
(1) segno di troppa vita o che manca, non so; e ogni notte mi sembra che [...] (Giovanni Raboni, Sogno infaticabilmente 6) gli esempi sarebbero facili da individuare; se ne può trovare un sintetico ma significativo elenco nell’ ...
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non so che
‹non so kké› locuz. usata come pron. o come s. m. – Espressione che, seguita da una particolare determinazione, indica qualche cosa di indefinito, un sentimento o un’impressione difficilmente esprimibile o precisabile: ne’ mirabili...
sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...