L’introduzione della lingua nazionale nel repertorio veneto è stata più lenta che in altre regioni, per una diffusa persistenza nell’uso del dialetto, come attestano le statistiche Doxa e ISTAT. Oggi tuttavia [...] ferma invece nell’area regionale, anche se per vie imprevedibili ne può varcare i confini: tipico il riferimento a prodotti e non sei buono da liberartene, e dici: non so cosa che voglia dire, non so cosa che ci vorrebbe; e ti scappa detto lasciarsi ...
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I modi del verbo sono sottoinsiemi di forme della ➔ coniugazione verbale caratterizzati da un complesso intreccio di proprietà semantiche, sintattiche e pragmatiche. Nel sistema verbale italiano si distinguono [...] un diverso valore semantico, mostrano un comportamento sintattico simile, che ne ammette l’uso nello stesso tipo di frasi principali (4 a sarebbe contento (se lo sapesse)
c. so che Gianni è contento
d. so che Gianni sarebbe contento (se lo sapesse) ...
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La classe delle parole interrogative comprende aggettivi (tecnicamente, determinanti) e pronomi (tecnicamente, sostituti del nome) usati nelle interrogazioni dirette e indirette.
Le domande parziali o [...] del mese è?»:
(17) quanto ci metti?
(18) quanti ne abbiamo oggi?
Sono specializzati nell’uso pronominale chi e che cosa ( singolare:
(36) che mi racconti di bello?
(37) non so che cosa sia accaduto
Gli eventuali aggettivi e participi riferiti a chi ...
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Le consonanti laterali sono così chiamate in quanto, per produrle, la lingua assume una particolare conformazione che permette la fuoriuscita dell’aria dai suoi lati (➔ fonetica articolatoria, nozioni [...] viene affatto realizzata. Ad es., mentre nel veronese e nel bellunese si avrà [aˈnɛːli] per anelli, [ˈsteːla] per stella, [ˈsaːle] per sale, [ realizzato sempre come breve: [aˈɖoːra] per allora, [soˈreːɖa] per sorella.
Per [ʎ] si possono individuare, ...
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L’imperativo è un modo verbale, adoperato solo in frasi principali, che – come dice lo stesso nome, dal lat. imperatīvus (modus) – serve per esprimere un ordine, un comando o una preghiera.
In italiano [...] altri verbi stativi, come sembrare: non sei una signora, lo so, ma almeno sembralo (‘cambia in modo di sembrarlo’) (Renzi, negazione ne + congiuntivo presente (ne ames, ne timeatis);
(b) la negazione ne + imperativo futuro (ne amato, ne amatone) ...
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L’italiano parlato a Torino condivide, con differenze diafasiche (➔ variazione diafasica), diastratiche (➔ variazione diastratica) e di frequenza d’uso, i principali tratti regionali delle varietà settentrionali. [...] cortese interessamento; sì che so, che può significare, con valore propriamente antifrastico, «non lo so, figurarsi se lo so» (il modulo sì Piemonte a seconda della specifica varietà di ➔ sostrato che ne è alla base, specie per i livelli di analisi ...
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I foni velari sono così chiamati in quanto, per produrli, la parte posteriore (postdorso) della lingua crea un diaframma con il palato molle o velo palatino (da qui il termine velare). Tale termine si [...] , dentale e glottidale). Avremo, quindi, [la ˈɸiːɸa] e [saˈɸoːne] per la pipa e sapone, [paˈθaːθe] e [niˈɸoːθe] per , [ˈg̟+ ̟iːro] e [ˈɟiːro] per ghiro, [ˈk+ ̟juːso] e [ˈcjuːso] per chiuso, [ˈg̟+ ̟janda] e [ˈɟjanda] per ghianda ma, in trascrizione ...
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L’espressione concordanza dei tempi (che corrisponde in parte alla consecutio temporum della grammatica latina) designa il rapporto tra il tempo del verbo della frase principale (o reggente) e quello del [...] E’ principati sono o ereditari, de’ quali el sangue del loro signore ne sia suto lungo tempo principe, o sono nuovi. E’ nuovi, o e considerino i casi seguenti:
(1) a. so che sei in casa
b. sei in casa
(2) a. so che è arrivato / arrivò in treno
b. ...
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Si indicano come intercalari quelle sequenze (di varia natura, costituite come sono da parole o espressioni) che il parlante inserisce qua e là nel discorso, come personali forme di routine e in modo per [...] è vero tre ossa, le falangi, a eccezione dell’alluce che ne ha due; le falangi sono unite è vero da articolazioni a bene (o vabbe’), chiaro, così, ecco, cioè, insomma, nevvero, non so, come dire, voglio dire, ti dico, per così dire, diciamo(lo), ...
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L’espressione accusativo con l’infinito si riferisce propriamente a una costruzione della grammatica latina classica in cui un verbo di dire (o di pensare, giudicare, sentire, ecc.) regge una proposizione [...] di malissima voglia (Bandello, Novelle, 94)
(17) Ella sapendo don Pietro esser preso, avendo spazio di poter fuggire, non so perché se ne restò (Bandello, Novelle, 118)
(18) Egli, che più non aveva amato donna di conto, stimando questa esser una de ...
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non so che
‹non so kké› locuz. usata come pron. o come s. m. – Espressione che, seguita da una particolare determinazione, indica qualche cosa di indefinito, un sentimento o un’impressione difficilmente esprimibile o precisabile: ne’ mirabili...
sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...