RITTER, Gerhard
Silvio FLIRLANI
Storico tedesco, nato il 6 aprile 1888 a Bad Sooden. Frequentò le università di Monaco, Lipsia, Berlino e Heidelberg, laureandosi presso quest'ultima nel 1911. Dopo avere [...] di Amburgo, succedendo a M. Lenz, nel 1924. L'anno successivo passò a Friburgo. Fece parte del circolo d'opposizione al nazismo costituitosi intorno a K. Gördeler (v. germania: Storia in questa seconda Appendice, I, p. 1039).
L'opera principale del R ...
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Uomo politico e storico (Berlino 1889 - New York 1943). Allievo di O. Hirschfeld e di E. Meyer, pubblicò diversi studî di storia romana e italica, con particolare riguardo alle vicende costituzionali dell'Italia [...] indipendente tedesco, poi in quello comunista e fu deputato al Reichstag (1924-28). Dopo l'avvento del nazismo emigrò in Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti, abbandonando il comunismo. Scrisse: Die Entstehung der deutschen Republik (1928 ...
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Uomo politico polacco (Suwałki 1891 - Oxford 1969); appartenne alla corrente di Piłsudski. Dopo aver tenuto varî incarichi di governo nel settore economico, il colonnello K. fondò nel 1937 il cosiddetto [...] supremazia dell'elemento militare nella vita politica polacca. Antiebraica e anticomunista, essa rappresentò la traduzione, in termini polacchi, delle tendenze autoritarie affermatesi in Europa col fascismo e il nazismo. Ebbe tuttavia vita effimera. ...
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Carta atlantica
Comune dichiarazione di principi concordata tra il primo ministro inglese W. Churchill e il presidente degli USA F.D. Roosevelt, che nell’ag. del 1941 si incontrarono su un incrociatore nella [...] . In esso venivano enunciati alcuni principi condivisi per il futuro ordine mondiale, successivo alla fine del nazismo: divieto di espansioni territoriali, autodeterminazione interna ed esterna, collaborazione economica, pace intesa come libertà dal ...
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Al pari del fascismo, l'a. è un fenomeno politico, nato dalla storia d'Italia, che ha travalicato per importanza ed estensione i confini nazionali. Più del fascismo, si è dimostrato provvisto di vitalità [...] tipica per alcuni anni della sola realtà italiana, l'a. s'irradiò infatti in Europa dopo l'avvento al potere del nazismo in Germania (1933), che fece temere per le sorti più generali della democrazia nel Vecchio continente. In questa fase, tuttavia ...
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Storico (Berlino 1880 - Parigi 1946); figlio di padre olandese e di madre russa, fu scolaro di W. Dilthey. La sua opera sicuramente più nota è quella sulla genesi della mentalità borghese in Francia (Die [...] borghesia, 1949), che si riallaccia agli studî di M. Weber sulle origini del capitalismo. Dopo l'avvento del nazismo, visse a Parigi e negli Stati Uniti. Altre opere: Philosophische Anthropologie (1928); Philosophie de la revolution française (1956 ...
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Storico tedesco (Witten 1923 - Berlino 2016). Autore di numerosi contributi sulla storia del Novecento, N. è considerato uno dei maggiori storici del XX secolo e tra i pionieri di quel paradigma interpretativo [...] suscitato le sue tesi sulla sostanziale equivalenza dei fenomeni totalitari, del comunismo da un lato, e del fascismo e del nazismo dall'altro, e sull'origine di questi ultimi come reazione al pericolo di un'espansione del bolscevismo.
Vita e opere ...
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Storico statunitense di origine tedesca (Berlino 1918 - Madison 1999). Nel 1937 si trasferì in Gran Bretagna per sfuggire alle persecuzioni razziali (la famiglia, ebraica, era proprietaria di una casa [...] Europe in the sixteenth century, in collab. con H. G. Koeningsberger, 1968; trad. it. 1969) e, soprattutto, le radici culturali del nazismo. Tra le opere: The culture of Western Europe (1961); The crisis of german ideology (1964; trad. it. 1968); The ...
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Uomo politico tedesco (Münster 1885 - Norwich, Vermont, 1970). Leader dei sindacati cattolici (1920-30), deputato al Reichstag dal 1924 per il Partito di centro, nel 1929 divenne presidente del suo gruppo [...] , assunsero la forma di decreti presidenziali, contribuendo alla crisi delle istituzioni di Weimar. Dopo l'avvento del nazismo emigrò dapprima nei Paesi Bassi (1934), quindi negli USA (prof. di pubblica amministrazione all'Harvard Univ.). Rientrato ...
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Termine che designa i popoli iranici (ceppo linguistico indoeuropeo), coniato nell’Ottocento e derivante dall’appellativo con cui i popoli iranici si chiamavano fra di loro (dal sanscrito ariyà- «signore»). [...] di lingua indoiranica usavano chiamarsi Ari, l’uso del termine arisch fu esteso – da parte dei teorici del nazismo – a indicare il tipo etnico biondo nordeuropeo concepito come continuazione diretta dell’antica popolazione ariana «nobile, eletta». Si ...
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nazismo
s. m. [der. di Nazi, abbrev. ted. di Nationalsozialist «nazionalsocialista», adoperata poi anche in altre lingue]. – Forma abbreviata per nazionalsocialismo, con riferimento al regime dittatoriale instaurato in Germania da A. Hitler...
criptonazismo
(cripto-nazismo), s. m. Adesione dissimulata a ideali o metodi di stampo nazista. ◆ Nessuno pare accorgersi del paradosso per il quale l’accusa di cripto-nazismo viene agitata proprio da una Serbia che, insieme alla Croazia,...