Goethe, Johann Wolfgang von
W. Theodor Elwert
L'atteggiamento di G. (Francoforte sul Meno 1749 - Weimar 1832) verso D. fu nel complesso di grande stima, non di amore. Comunque, fu un rapporto sottoposto [...] di quanto apparentemente sembra, perché il G. intendeva colpire la maniera dei pittori tedeschi romantici cattolici a Roma, i Nazareni, che egli aveva in uggia. Infatti, è dello stesso anno la conversazione con Eckermann (3 dicembre 1824), in cui ...
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NEOCLASSICA, ARTE
Giulio Romano ANSALDI
Bruno Maria APOLLONJ
NEOCLASSICA, ARTE - Già durante il sec. XVIII, mentre l'arte non mirava per lo più che al leggiadro e al grazioso, apparve e si affermò [...] di Cristo al popolo (Museo Rumjancev a Mosca), cui attese per vent'anni, dimostra di aver subito l'influsso dei Nazareni.
Arti minori. - Anche le arti minori parteciparono della generale tendenza di un ritorno all'antico. Perfino nei minimi oggetti e ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Manuela De Giorgi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
All’inizio dell’Ottocento un artista ammesso in accademia ritiene di aver raggiunto [...] , non intaccano il nucleo essenziale della didattica accademica. L’introduzione in Germania delle Meisterklassen per merito dei docenti nazareni Peter Cornelius e Wilhelm von Schadow rende più stretto e funzionale il rapporto tra maestri e allievi ...
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La politica con i sasanidi
Conflitti, diplomazia e nuove problematiche religiose
Andrea Piras
I primi tre decenni del IV secolo sono un periodo abbastanza tranquillo per quel che concerne il rapporto [...] che si vanta di perseguitare le altre confessioni diffuse nei territori dell’impero persiano, come ebrei, buddhisti, induisti, nazareni e cristiani, battisti e manichei. La categoria religiosa di ‘cristiano’ è, dunque, nota da tempo e registrata nel ...
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RIDOLFI, Michelangelo
Silvestra Bietoletti
RIDOLFI, Michelangelo (Michele). – Nacque a Gragnano (Lucca) il 29 settembre 1793, da Angelo, fattore alle dipendenze del conte Giovan Battista Bottini. Bambino, [...] gli era caro: Giovani che disegnano dagli arazzi di Raffaello, e vi ritrasse se stesso insieme ai principali pittori Nazareni per i quali provava grande stima, in particolare Friedrich Overbeck, che egli considerava un maestro.
Nell’aprile di quello ...
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CRAFFONARA (Graffonara), Giuseppe
Bruno Passamani
Figlio di Giuseppe, un muratore ladino originario di La Valle in Val Badia, e Teresa Marini, nacque a Riva del Garda (Trento) il 7 sett. 1790; a nove [...] di tradurre nelle sue opere sacre. Ciò fa supporre che nei suoi anni romani avesse guardato con interesse ai "nazareni": del resto nei dipinti a soggetto religioso sono costantemente presenti le suggestioni o i modelli di Perugino e di Raffaello ...
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Giovanni di Sassonia
Franco Lanza
Figlio del principe Massimiliano di Sassonia e della principessa Carolina di Parma; nacque a Dresda nel 1801, salì sul trono sassone nel 1854 e morì, sempre a Dresda, [...] pretesto a raffinatezze neogotiche. Si può dire che le tre maggiori scuole della Germania romantica (la scuola dei Nazareni o romana-bavarese, la scuola di Düsseldorf e la cosiddetta Arte di Dresda) s'incontrarono nell'equilibrato sincretismo ...
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SCHLEGEL, Friedrich von
Vittorio Santoli
Letterato e filosofo tedesco, nato a Hannover il 10 marzo 1772, morto a Dresda il 12 gennaio 1829. Destinato dapprima al commercio, studiò poi a Gottinga e a [...] di un'arte che fosse simbolo o geroglifico dei "misteri divini". Ugualmente, più tardi, per ragioni di contenuto, sosterrà i nazareni.
Ben altro pregio ebbero invece i suoi studî orientali. Già nel Dialogo sulla Poesia aveva scritto che "nell'Oriente ...
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ZACCARIA (ebraico Zĕkaryāh[u], "Jahvè si ricorda [di lui]"; greco Ζαχαρία[ς])
Giuseppe Ricciotti
Nome di vari personaggi biblici, sia dell'Antico Testamento sia del Nuovo, dei quali i principali sono [...] o un ignoto amanuense o il traduttore di Matteo dall'aramaico in greco: secondo lo stesso S. Girolamo, il Vangelo detto dei Nazareni (che sarebbe derivato dal Matteo aramaico) aveva nel passo in questione, non già "figlio di Barachia", ma "figlio di ...
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PAZZINI, Norberto
Matteo Piccioni
– Nacque il 2 giugno 1856, a Verucchio, nei pressi di Rimini, da una famiglia di umili origini (suo padre Pietro era un calzolaio; della madre non si hanno notizie [...] ], chiesa di S. Biagio) che, invero, per i volumi asciutti e cristallizzati, sembra guardare più all’arte dei Nazareni o comunque dei maestri fiorentini quattrocenteschi.
La situazione economica e sociale di Pazzini, dopo anni di sacrifici, migliorò ...
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nazareno
nażarèno (pop. nażżarèno) agg. e s. m. [dal lat. tardo Nazarenus, gr. Ναζαρηνός]. – 1. agg. Di Nàzareth, città della Galilea, nella Palestina settentr.: Gesù n. (e assol., come sost., il N.), Gesù Cristo, che a Nazareth trascorse...
patto del Nazareno
loc. s.le m. Nel linguaggio giornalistico e politico, accordo su una nuova legge elettorale, sull'abolizione del Senato e su altri temi, siglato tra Matteo Renzi (Pd) e Silvio Berlusconi (Forza Italia) nella sede del Pd...