In pochi casi, come in quello dell’italiano moderno, nel fare la storia di una lingua ci si imbatte in un termine cronologico preciso che abbia segnato un cambiamento netto di situazione ambientale generale [...] mancando nel corpo insegnante la preparazione specifica per un’operazione del genere). L’analfabetismo passò dal citato 74,6% del 1861 al ormai piena accettazione, non solo nella narrativa ma nella saggistica di più ampia diffusione, i tratti seguenti ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] i normari redazionali (in genere piuttosto tradizionalisti) di quotidiani e di case editrici (Palermo 1995 «Studi di grammatica italiana» 15, pp. 181-201.
Bonomi, Ilaria (1996), La narrativa e l’italiano dell’uso medio, «Studi di grammatica italiana ...
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La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] successiva, accurata mimesi del dialetto partenopeo: Sabatini 1983) al genere classico della consolatoria, sia pure esperito in volgare, nell’ marcata. Ciò implica di estendere alla valutazione linguistica la demarcazione narrativa tra mondo narrato ...
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Con il termine arabismi si intende una particolare classe di esotismi, molti dei quali successivamente integratisi nel vocabolario italiano e allineatisi alla morfologia della nostra lingua (➔ adattamento; [...] Il metodo della traduzione ‘a due interpreti’, uno dei quali in genere ebreo o mozarabo (D’Alverny 1989; Mancini 1992a: 211-217; frequentissimo non solo negli scrittori di viaggio, ma anche nella narrativa esotistica di fine Ottocento e dei primi ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] Monti; i quattro Sermoni, ascrivibili al genere satirico; il carme In morte di Carlo Imbonati; il poemetto Urania.
Del vol. 2º (Apparati).
Bruni, Francesco (1999), Prosa e narrativa dell’Ottocento. Sette studi, Firenze, Cesati.
Cartago, Gabriella ( ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] uno stile metaforuto. Anche la scelta eversiva di scrivere in prosa un genere che fino ad allora era stato trattato intercorsi di stile nell’architettura testuale della narrativa barocca, «Studi secenteschi» 49, pp. 43-64.
Bruni, Francesco (a cura di) ...
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L’enigma (dal gr. áinigma «discorso coperto») è una forma letteraria tradizionale nella quale un testo, normalmente in versi, fa allusione in modo più o meno criptico a un tema nascosto che il destinatario [...] come capita per esempio nell’allegoria, che è il genere letterario più vicino all’enigma.
Il testo propone un’ come testo, ma come elemento testuale, condizione di significazione o suggestione narrativa.
Le veglie dei contadini, che si radunavano a ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] non solo di grandi opere come le enciclopedie, ma anche di teatro e dinarrativa. Nasce adesso quella letteratura di consumo che tale regime di variazione e innovazione Cesarotti ricorre ai concetti di «genio grammaticale» e «genio retorico», il ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] attestazioni provengono da volgarizzamenti, vale a dire il genere più tendente all’uso latineggiante. Solo in un (Silone, Il segreto di Luca, p. 19)
Inoltre, l’infinito autonomo può esprimere un evento in una successione narrativa. In tal caso, ...
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Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] campo ambiente? ed in conseguenza non venite voi a sapere in genere, che ogni corpo lucido si mostra più chiaro quanto l’ambiente è male si conciliano con una scrittura narrativa, o con qualsiasi altro tipo di scrittura personalmente modulata, ma dei ...
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narrativo
agg. [dal lat. tardo narrativus]. – 1. Che narra o si propone di narrare; in partic., opera n., opera in cui l’autore si propone di esporre ordinatamente fatti storici e reali, o immaginarî e fantastici; analogam., letteratura n.,...
narrativa1
s. f. [femm. sostantivato dell’agg. narrativo]. – 1. a. ant. Narrazione: mi lasciò due libri ... l’uno è la n. d’un viaggio di scoperta fatto da lui nell’Africa interiore (C. Cattaneo). b. Nel linguaggio giudiziario, parte della...