Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...]
Il participio passato si usa come forma verbale: nei tempi e modi composti, vale a dire il ➔ passato prossimo, il ➔ trapassato tout vu «ho visto tutto» (lett. «ho tutto visto»)
b. je n’ai rien vu «non ho visto niente» (lett. «non ho niente visto») ...
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BARTOLI, Matteo Giulio
Tullio De Mauro
Nacque ad Albona d'Istria il 22 sett. 1873. Compi gli studi universitari a Vienna, dove gli fu maestro W. Meyer-Lúbke, a Strasburgo, dove gli fu "maestro e collega" [...] in un italiano fortemente venato di cadenze e modi triestini, polemizzava animatamente contro i neogrammatici e le "l'area maggiore conserva di norma la fase anteriore, purché l'area n-ùnore non sia la più isolata, e non sia costituita da aree ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] sul piano della sintassi una grande varietà di modi e di strutture in distesa armonia con il metro ’altri il crudel ne scanna, altri ne scuoia, / molti ne squarta, e vivo alcun n’ingoia» (XV, 43, 7-8), da «graffia gli spiriti, scuoia ed isquarta» ( ...
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Le lettere doppie (dette anche geminate, dal lat. gemino «raddoppio») sono la rappresentazione grafica delle consonanti che, in posizione intervocalica, vengono pronunciate al grado intenso, cioè con energia [...] consonantici sono sempre pronunciati come intensi. Sono le palatali /ʎː/ (figlio), /ɲː/ (bagnato) e /ʃː/ (biscia) e le affricate alveolari /tːs/ (pazzo , manuali e grammatiche hanno fatto fronte in modi diversi, alcuni sorvolando la questione (come, ...
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Si intende per italiano regionale un italiano che varia su base geografica. Nella formula si riassume perciò il variare dell’aspetto dell’italiano e insieme il suo differente organizzarsi sul territorio [...] rispetto al Centro-sud. Inoltre le consonanti intervocaliche [ʎ], [ɲ] e [ʃ], come in aglio, ragno, ascia, sono pronunciate 1935 (Fanfani 1999: 208); il concetto, da applicare poi ai modi d’uso di una lingua di tutti si diffuse da noi però soltanto ...
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I possessivi (aggettivi e pronomi) indicano una relazione tra un’entità e un possessore (reale o figurato). In particolare, essi rinviano a colui che instaura una relazione (per lo più di possesso, ma [...] essa può essere tuttavia espressa anche in altri modi, senza l’uso dei possessivi.
Innanzitutto, l Milano, Mondadori, 4 voll.
Boccaccio, Giovanni (1956), Decameron, a cura di N. Sapegno, Torino, UTET.
Cellini, Benvenuto (1996), La vita, a cura di ...
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La coincidenza fra la decisa affermazione dei volgari italiani e l’espansione delle attività mercantili nel corso del Duecento non è casuale: numerose sono infatti le testimonianze letterarie di una precoce [...] : «I’ ò plù imparà in tre ani çò ce val el dener, ch’ie n’è fato in l’avanco de la vita mi’» («ho imparato ciò che vale il denaro espressioni vivaci delle lettere dei mercanti, che riflettevano modi di dire correnti del parlato, si ritrovino in ...
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Si definiscono dialettismi (o dialettalismi) parole (ma anche locuzioni, forme e costrutti) di origine dialettale inseriti in contesti di italiano. I dialettismi più numerosi (e più studiati) riguardano [...] lt; lat. cĭngulam, con lo sviluppo altoitaliano -ngl> /ɳʤ/, da confrontare con l’allotropo toscano cinghia; ➔ allotropi), di ciao non solo a livello lessicale: si pensi a espressioni e modi di dire ormai panitaliani come battere la fiacca (dal ...
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Nei protocolli della linguistica moderna per linguaggio poetico si intende un particolare uso della lingua finalizzato a ottenere la comunicazione attraverso l’evidenza e la valorizzazione degli strumenti [...] a fine Ottocento (➔ Ottocento, lingua dell’). Uno dei modi più consueti è quello di nobilitare l’onomastica moderna italiana. Grammatica e testi, Roma, Carocci.
Tynjanov, Jurij N. (1968), Il problema del linguaggio poetico, Milano, Il Saggiatore ...
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Ausiliari (dal lat. auxilium «aiuto» + -āris) si chiamano alcuni verbi che, oltre al loro uso e significato autonomi (➔ modi del verbo), se impiegati in unione con le forme non finite di altri verbi, svolgono [...] Secondo Serianni (1988: 331) questo aiuto si manifesta in tre modi, a cui corrispondono tre gruppi di verbi:
(a) nel presentazione di G. Nencioni, Firenze, Sansoni (1a ed. 1881).
Green, John N. (1988), Spanish, in Harris & Vincent 1988, pp. 79-130 ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera,...
volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, voléte, vògliono [ant. o dial. vònno]; pres....