La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] conservazione del dittongo dopo cons. + r («presente nei modi tipici del fiorentino due-trecentesco»: Stussi 1995: 198) e presunte. Novità su tradizione e trasmissione delle sue opere, «Studi romanzi» n.s., 3, pp. 135-163.
D’Achille, Paolo (1990), ...
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Un italianismo è un prestito dall’italiano (➔ prestiti) a un’altra lingua (oltre ai prestiti veri e propri, diretti e indiretti, si considerano anche l’induzione, i ➔ calchi e lo pseudoprestito). Non sempre [...] dei nessi sp- e st- come [ʃp] e [ʃt], per es. Spion [ʃpjoːn], Stafette [ʃtaˈfɛtə]; e per la pronuncia del nesso labiovelare (c)qu come [kv], o, meno improprio, spagn. azurros (per i modi di adattamento grammaticale in polacco, lingua a grande forza ...
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Il panorama dei quotidiani italiani a stampa è molto ricco, contando, oltre alle principali testate nazionali, più o meno indipendenti, ai quotidiani politici e a quelli sportivi, un elevato numero di [...] monoproposizionali e frasi nominali e larga presenza di modi impliciti (participi, gerundi), che favoriscono la età delle TV. Dagli anni Settanta a oggi, a cura di V. Castronovo & N. Tranfaglia, Roma - Bari, Laterza, pp. 243-285 (1a ed. in La ...
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In un paese come l’Italia, per lunghi secoli senza unità politica e ancora oggi vivacemente policentrico e multilingue, le accademie, in particolare quelle sorte tra Cinquecento e Seicento, hanno avuto [...] Vocabolari dialettali, «in cui i vocaboli e i modi delle parlate regionali abbiano gli esatti corrispondenti della lingua in Discorsi di lingua e letteratura per Teresa Poggi Salani, a cura di N. Maraschio & A. Nesi, Pisa, Pacini, pp. 183-195.
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Con francesismi si intendono i prestiti dal francese (i francesismi veri e propri, per la fase più antica della lingua detti anche, raramente, oitanismi dall’uso di designare il francese antico come lingua [...] Crusca.
Coluccia, Rosario (2002), La situazione linguistica dell’Italia meridionale al tempo di Federico II, in Id., “Scripta mane(n)t”. Studi sulla grafia dell’italiano, Galatina, Congedo, pp. 7-26.
Dardano, Maurizio (1994), Profilo dell’italiano ...
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L’acquisizione dell’italiano come lingua seconda (L2) è un processo graduale che si innesta sul processo di acquisizione, avviato in tenera età, di un’altra lingua (detta lingua prima o L1). L’italiano [...] Questi processi di elaborazione autonoma si manifestano in quattro modi, che ai parlanti nativi dell’italiano appaiono come errori: delle palatali laterale /ʎ/ e nasale /ɲ/ con i nessi /l+j/ e /n+j/, che possono essere indotte dalla pronuncia ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] di punto (Senato della Repubblica, Archivio dei comunicati, 2009, n. 132: www.senato.it/lavori/21415/152713/164526/164255/ se stesso – hanno affermato gli intervenuti –, il decreto legge n. 185, produce effetti sul PIL pari ad un decimo di ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] nomi mascolini, e femminini terminanti in E; la quale mutata in I, n’esce il plurale», come nei casi di padre e madre, padri e )
Fortunatamente, nel secondo Novecento ci sono stati altri modi di concepire e somministrare regole relative all’uso della ...
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Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] del continuo? Non avete, primieramente, che oltre alle tre dimensioni non ve n’è altra, perché il tre è ogni cosa, e ’l tre è per eventi, il dinamismo dei tempi e la gamma affettiva dei modi, Salviati recupera la prima persona e la forma attiva: ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...]
Il participio passato si usa come forma verbale: nei tempi e modi composti, vale a dire il ➔ passato prossimo, il ➔ trapassato tout vu «ho visto tutto» (lett. «ho tutto visto»)
b. je n’ai rien vu «non ho visto niente» (lett. «non ho niente visto») ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera,...
volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, voléte, vògliono [ant. o dial. vònno]; pres....