PROSSEMICA
Amedeo De Dominicis
Il termine ''prossemica'' (dall'ingl. proxemics, neol. da prox- del lat. proximus, ed −emics come in phonemics), coniato da E. T. Hall (1963), designa una branca della [...] ascendente-discendente del dito'', notato /n/. Perciò si può stabilire l'equivalenza /Hn/≡/n/. {/Hn/+/n/} è appunto un esempio di pianta della città. Si osservino, per es., i modi contrastanti in cui le diverse culture dispongono le strade: ...
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Parte della semiologia che studia il significato assunto, nel comportamento sociale dell’uomo, dalla distanza che l’individuo frappone tra sé e gli altri e tra sé e gli oggetti, e quindi, più in generale, il valore attribuito da gruppi sociali, diversi culturalmente o storicamente, al modo di porsi ... ...
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Michele Bracco
Il termine inglese proxemics, derivato di proximity, "prossimità", è stato introdotto dall'antropologo americano E.T. Hall negli anni Sessanta del 20° secolo per indicare lo studio dello spazio umano e della distanza interpersonale nella loro natura di segno. La prossemica indaga il ... ...
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UNIVERSALI LINGUISTICI
Raffaele Simone
Il termine universali linguistici indica l'insieme di proprietà che risultano comuni a tutte le lingue del mondo o perlomeno a un alto numero di esse. Alcuni u. [...] u.l. sono stati classificati in diversi modi. Normalmente (seguendo un suggerimento di N. Chomsky) si distingue tra u. sostanziali nel passato (per es. le forme verbali o altri modi espressivi), per indicare la successione di eventi, per designare i ...
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INDOEUROPEO, (XIX, p. 131)
Anna Morpurgo Davies
Linguistica. - Le basi della l. i. sono state gettate nel 19° secolo e consolidate all'inizio del 20° secolo. Ci si riferisce in questo modo sia ai veri [...] del sanscrito (mancanza del femminile, dei modi verbali, della distinzione imperfetto/aoristo/perfetto, ecc . Cowgill, in Proceedings XI int. congress of linguists, Bologna 1975, n. 557 segg.). Gli archivi di Boǧazköy, la capitale dell'impero hittito ...
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FONOLOGIA (v. fonetica, XV, p. 622; App. II, 1, p. 960; III, 1, p. 655)
Alberto M. Mioni
Studio funzionale della strutturazione fonica del linguaggio, cioè di come i suoni del linguaggio (foni) si organizzano [...] lingua può essere suddiviso in serie (secondo i modi di articolazione) e in ordini (secondo il luogo non potranno essere distinte dicendo che /i/ è vocale alta (=chiusa, usiamo i tratti di N. Chomsky e non quelli di Jakobson), /e/ lo è un po' meno, /a ...
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Linguaggio e globalizzazione
Benedetta Baldi
Leonardo M. Savoia
Il termine globalizzazione designa un insieme di processi d'integrazione in campo socioeconomico e nelle comunicazioni che si è affermato [...] altra e l'acquisizione di prestiti, ma anche nei modi di parlare, nella prosodia, come anche nelle modalità pragmatiche . Dentro la globalizzazione: conseguenze sulle persone, Roma-Bari 2001).
N. Chomsky, The common good, Monroe 1998 (trad. it. Casale ...
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GRAMMATICA GENERATIVA
Annarita Puglielli
(App. IV, II, p. 96)
La g. generativo/trasformazionale, che fin dalle prime formulazioni è apparsa come la maggiore novità nella linguistica teorica contemporanea, [...] parametro stesso. Ogni lingua fissa in uno dei modi possibili ciascun parametro e si ottengono così grammatiche specifiche cioè i volumi e le riviste più importanti. Tra i volumi: N. Chomsky, Reflections on language, Londra 1976; Id., Essays on form ...
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SIGLE (dal lat. tardo dei giuristi sigla, -orum, probabile forma abbreviata di singulae litterae)
B.M.
*
Indicazioni abbreviate, frammiste alla comune scrittura, si ebbero anche nell'antichità e nel [...] si evitino incontri sgradevoli o comunque da sfuggire.
Ci sono due modi di pronunciare le sigle, a lettere unite, cioè come se pronuncia è urs) e invece S. U. (Stati Uniti d'America), N. U. (Nazioni unite), ecc.
Legate alle parole di una determinata ...
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Scienza indiana: periodo vedico. L'analisi linguistica come paradigma della scienza vedica
George Cardona
L'analisi linguistica come paradigma della scienza vedica
'Śikṣā' ('fonetica')
Ai Veda sono [...] (Āpiśalaśikṣā, 8.2-6) sono descritti i diversi modi in cui i contatti hanno luogo: vi può essere formulate le regole fonologiche: (1) a i u Ṇ (2) ṛ ḷ K (3) e o Ṅ (4) ai au C (5) h y v r Ṭ (6) l Ṇ (7) ñ m ṅṇn M (8) jh bh Ñ (9) gh ḍh dh Ṣ (10) j b ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze (2013)
Lingua, letteratura e scienza da Dante a Calvino
Andrea Battistini
Il sapere integrato del Medioevo
Ai tempi di Dante Alighieri, una vera distinzione tra le «due culture» non si poneva perché la stessa [...] t. 2, 1976, pp. 58-59):
di tuniche e d’umori in vari modi
havvi contesto un lucido volume
ed uva e corno e con più reti e nodi
G. Ioli, Novara 2009, pp. 51-65.
Il Seicento:
N. Vaccalluzzo, Galileo Galilei nella poesia del suo secolo, Palermo 1910.
E ...
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Strutturalismo
GGiulio C. Lepschy
di Giulio C. Lepschy
Strutturalismo
SOMMARIO:
1. Introduzione. 2. Saussure: a) sincronia e diacronia; b) lingua e parole; c) sintagmatica e paradigmatica; d) significante [...] Si tratta di una distinzione di punti di vista, di modi di guardare un oggetto, più che di una distinzione inerente alla loro possibilità di opporsi l'uno all'altro; così /m/ e /n/ sono fonemi diversi in quanto si oppongono in parole come lama e lana ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera,...
volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, voléte, vògliono [ant. o dial. vònno]; pres....