Il termine allotropi indica due o più parole che, pur essendo diverse sul piano formale e semantico, hanno il medesimo etimo, come per es. vizio e vezzo, riconducibili entrambe al lat. vĭtium.
Il termine, mutuato dal linguaggio della chimica, fu introdotto nella linguistica italiana da Ugo Angelo Canello, che lo preferì al preesistente doppioni (franc. doublets; ted. Doppelformen) sulla base del fatto ...
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Con riferimento alla nozione di discendenza generazionale che il termine ''famiglia'' implica, la locuzione f. l. fa riferimento a gruppi di lingue che risultino in qualche modo imparentate fra loro (v. lingue, XXI, p. 202).
L'immagine di un legame storico-genealogico fra lingue secondo il modello della discendenza patrilineare trova la sua prima formulazione in alcuni passi del Genesi (capp. 10 e ...
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Per coniugazione si intende l’insieme delle variazioni morfologiche del verbo in relazione al modo, al tempo, all’aspetto, alla diatesi, alla persona, al numero e al genere. Il termine (dal lat. coniugatiōnem < coniugāre «azione del coniugare, del congiungere») può avere sia valore morfologico, facendo riferimento all’unione delle varie terminazioni con la radice del verbo durante la flessione, ...
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La contrazione è un fenomeno fonologico di fusione di vocali adiacenti, che nel caso estremo porta all’➔elisione di una delle due. La fusione infatti può lasciare tracce nella vocale risultante, come nella parola poco, che risale etimologicamente alla forma latina paucum: la vocale italiana presenta valori fonologici intermedi tra le due vocali del dittongo latino. In assenza di tracce segmentali, ...
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Il monottongo è un’articolazione vocalica stabile caratterizzata da un unico timbro, in opposizione alle articolazioni vocaliche che mostrano un cambiamento qualitativo nel corso della loro produzione (➔ dittongo).
In diacronia, un monottongo è spesso l’esito finale di un processo di ➔ semplificazione dei dittonghi. Alcuni dittonghi sono realizzati come monottonghi già nel latino volgare: ad es., ae ...
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Glottologo e bizantinista, nato a Berlino il 18 dicembre 1869, morto a Lipsia il 16 luglio 1935. Laureatosi a Monaco con K. Krumbacher (1898), perfezionò con viaggi in Grecia e in Asia Minore la sua conoscenza della lingua e dei dialetti greci; si occupò di tradizioni culturali e popolari dell'Asia Minore e della penisola balcanica. Libero docente dal 1909, fu professore a Lipsia dal 1922 al 1935.
Opere ...
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Filologo classico, morto a Firenze il 12 agosto 1953.
Tra le ultime opere del B., oltre Le tragedie di Eschilo tradotte in versi italiani, 2 voll., Firenze 1939, discusse come le altre traduzioni del B. medesimo, è una vasta Storia della letteratura latina, 3 voll., Firenze 1942-50, che abbraccia tutta l'età repubblicana e merita di essere considerata, assieme all'Aristotele perduto, la maggiore opera ...
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Sono composti di dire tutti i verbi che risultano dalla saldatura di dire e uno o più ➔ prefissi (➔ composizione).
Va sottolineato però che non tutti i verbi che all’infinito hanno la terminazione in -dire sono composti di dire, perché tra questi figurano anche:
(a) verbi ➔ parasintetici come ammorbidire, intimidire, rabbrividire, ecc.;
(b) verbi di origine latina come adire (< ad- + ire), blandire ...
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Glottologo, nato a Bologna il 24 dicembre 1913. Allievo di C. Merlo, E. Benveniste e J. Vendryes, ha studiato all'università di Pisa e alla Scuola normale superiore della stessa città, all'università di Heidelberg e all'École pratique des hautes études di Parigi. Dapprima incaricato di glottologia all'Università di Roma "La Sapienza" (1942), è stato poi professore ordinario della stessa disciplina ...
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Filosofo e filologo, morto a Parigi il 3 febbraio 1952.
Tra le ultime opere del B., oltre una seconda edizione de La philosophie de Plotin, Parigi 1947, e di Chrysippe et l'ancien stoïcisme, ivi 1951, sono soprattutto da ricordare una Histoire de la philosophie in due volumi (I: L'Antiquité et le moyen âge; II: La philosophie moderne), Parigi 1948-51 e le postume Études de philosophie antique, ivi ...
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eco-centrale
s. f. Centrale per la produzione di energia le cui emissioni risultano poco inquinanti per l’ambiente. ◆ Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall’emissione di ceneri, polveri...
megawatt
‹-vàt› s. m. [comp. di mega- e watt]. – Unità di misura della potenza, pari a 106 watt, usata soprattutto per misurare la potenza prodotta, su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia; simbolo: MW.