I primi esempi di uso letterario dell’italiano da parte di uno scrittore straniero sono i due componimenti del trovatore provenzale Raimbaut de Vaqueiras (che tra il 1180 e i primi del Duecento vive e opera in Italia settentrionale e muore poco dopo il 1205 nel corso della quarta crociata): un contrasto con una donna genovese (incipit: Domna, tant vos ai preiada), a strofe alternatamente provenzali ...
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La paraipotassi è un fenomeno sintattico tipico dell’italiano delle origini (➔ sintassi; ➔ origini, lingua delle), che consiste in una combinazione tra il meccanismo sintattico della coordinazione (➔ paratassi) e il meccanismo sintattico della subordinazione (ipotassi): una frase dipendente circostanziale è anteposta alla sua reggente, che però viene anche preceduta da una congiunzione coordinante ...
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Per quantità fonologica si intende il tratto distintivo di carattere prosodico (➔ prosodia) che oppone i segmenti fonici, sia vocalici sia consonantici, secondo la loro lunghezza. Essendo una proprietà prosodica, il riconoscimento della quantità (breve o lunga) richiede il confronto con gli altri segmenti che si susseguono nella catena fonica. Già Jakobson (1966; cfr. anche Jakobson & Halle 1956) ...
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La spirantizzazione (detta anche fricativizzazione) è un processo fonetico per cui un suono (tecnicamente, un fono; ➔ fonetica) è realizzato come fricativo o, in altri termini, spirante (➔ fricative). Le consonanti più spesso soggette a spirantizzazione sono le ➔ occlusive.
Dal punto di vista articolatorio, la spirantizzazione di un’occlusiva si ha quando gli organi articolatori non pervengono a chiusura ...
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Il termine barbarismi designa spregiativamente fin dall’antichità le parole (e, più generalmente, gli elementi morfologici, sintattici e stilistici) considerate estranee allo spirito e alla forma di una determinata lingua (Tesi 2000). Barbarismus «espressione viziosa», attestato già nella Rhetorica ad Herennium (IV, 12, 17), permane nel latino tardo, per es. nel titolo del terzo libro dell’Ars grammatica ...
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Il termine allografo (dal gr. allós «altro» e grápho «scrivo») indica le diverse modalità di trascrizione di un suono: il termine designa sia le infinite configurazioni che uno stesso simbolo (per es. una lettera) può assumere nella scrittura manuale o nella stampa, sia (e soprattutto) tutti i segni e le combinazioni di segni che servono a trasporre graficamente un suono di una lingua a seconda del ...
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Il tabarchino è un dialetto ligure parlato da circa 10.000 persone nell’Arcipelago Sulcitano a sud ovest della Sardegna: a Carloforte, centro dell’isola di San Pietro, e a Calasetta, su Sant’Antioco.
Il nome della parlata risale a quello dell’isola tunisina di Tabarca, dove dalla metà del XVI secolo era stanziata una comunità di corallari e commercianti liguri. Sfruttando uno statuto di extraterritorialità ...
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Il futuro (o futuro semplice) è un tempo verbale dell’➔indicativo (➔ coniugazione verbale) con cui si esprimono azioni o eventi successivi al momento in cui si emette l’enunciato (tecnicamente, il momento dell’enunciazione):
(1) domani farà bel tempo
(2) ci sposeremo presto
Il futuro semplice ha inoltre vari usi modali (➔ modalità), anche non riconducibili all’idea di posteriorità cronologica.
Gli ...
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La prima poesia macaronica nasce come ‘genere’ a Padova alla fine del XV secolo, caratterizzata dallo scontro di elementi linguistico-culturali popolareggianti e rusticali con la tradizione latino-umanistica; a livello formale, dalla sovrapposizione dell’esametro classico a un lessico sostanzialmente dialettale.
Già il poemetto eponimo del genere, la Macaronea di Tifi Odasi, rinvia all’alimento principe ...
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Nella fenomenologia dell’➔interferenza linguistica un posto particolare è occupato dalle condizioni di sostrato, adstrato e superstrato. In senso ampio, tali nozioni fanno riferimento al prestigio linguistico, riflesso diretto di un’egemonia politico-culturale: nel caso di prestigio comparabile si parla di adstrato, se esso è ineguale si tratterà per la lingua dominante di superstrato e di sostrato ...
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eco-centrale
s. f. Centrale per la produzione di energia le cui emissioni risultano poco inquinanti per l’ambiente. ◆ Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall’emissione di ceneri, polveri...
megawatt
‹-vàt› s. m. [comp. di mega- e watt]. – Unità di misura della potenza, pari a 106 watt, usata soprattutto per misurare la potenza prodotta, su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia; simbolo: MW.