Il termine rianalisi abbraccia fenomeni linguistici di varia natura, per lo più in prospettiva diacronica, e con riferimento a livelli d’analisi diversi (morfologia, sintassi). Il termine evidenzia una caratteristica comune ai vari tipi di fenomeni che designa: quella di costituire, da parte del parlante, una ‘reinterpretazione’ di una parola o un costrutto complessi, non giustificata o anche errata ...
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Si definisce posizione post-tonica (o postonica), in particolare in una parola parossitona (➔ accento; ➔ parola italiana, struttura della), la posizione occupata da segmenti che seguono la sillaba in cui ricorre un accento primario (detta posizione tonica). È post-tonica, ad es., la posizione delle sillabe -me- e -ro nella parola numero, delle sillabe -bi- e -do in torbido, oppure di -so- e -no in ...
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Si dicono mobili i dittonghi (➔ dittongo) ie e uo per la possibile alternanza, nell’ambito di una stessa famiglia lessicale o di uno stesso paradigma verbale, di forme con dittongo ie [ˈjɛ] e uo [ˈwɔ] in sillaba tonica e forme con vocale semplice e [e] / [ɛ] e o [o] / [ɔ] in sillaba atona oppure in sillaba tonica chiusa. Come esempio, si considerino i processi di derivazione e alterazione cuò-re → ...
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I nomi dei giorni della settimana sono: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. I nomi dei giorni da lunedì a venerdì sono di genere maschile e, in quanto tronchi, invariabili. Diversamente dalle altre parole tronche di almeno due sillabe, si incontrano anche privi dell’accento grafico sull’ultima vocale, pertanto scritti come lunedi, martedi, ecc.; ma la grafia con l’accento ...
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Linguista, nato a Copenaghen il 13 ottobre 1887 e ivi morto il 14 dicembre 1942; studiò sotto la guida di V. Thomsen, O. Jespersen, K. Nyrop e H. Pedersen a Copenaghen e sotto quella di A. Meillet e M. Grammont in Francia. Dal 1928 professore di linguistica romanza all'università di Copenaghen.
La sua produzione scientifica è specialmente dedicata a problemi di linguistica generale. Già nella sua tesi ...
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Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su un supporto capace di perpetuarne la memoria (pergamena, pietra, intonaco). La lingua delle origini, pertanto, è la lingua volgare o, meglio, il complesso delle lingue volgari nelle quali questi testi ...
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Sincope (dal gr. synkopḗ, lett. «atto del tagliuzzare») in ➔ fonetica storica è il fenomeno che consiste nella scomparsa di un suono o di una ➔ sillaba all’interno di una parola (per la caduta in posizione finale di parola si parla di apocope). Tale processo è un effetto di ➔ semplificazione che tende a una struttura sillabica elementare e semplice di tipo CV (consonante + vocale, come pa.ta.ta). Ciò ...
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Dantista e filologo, nominato senatore del regno il 20 ottobre 1939, morto a Firenze il 23 settembre 1941.
Curò nuovamente per la Società dantesca l'edizione critica della Vita Nuova (Firenze 1932), quasi immutata, rispetto a quella del 1907, nel testo, ma rifatta per gran parte nel commento. Promosse e diresse una nuova edizione largamente commentata delle opere di Dante (Firenze, 1934 segg.), di ...
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Linguista di origine rumena, nato a Mihăileni il 27 luglio 1921. Ha compiuto gli studi universitari presso l'università di Roma, e ha insegnato dal 1951 nell'università di Montevideo e dal 1963 in quella di Tubinga. È cittadino uruguaiano.
Studioso di ampie conoscenze, soprattutto classiche e romanze, è autore di numerosi articoli e volumi dedicati alla teoria del linguaggio (Forma y sustancia en los ...
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Linguista, nato a Roma il 7 gennaio 1943, morto ivi il 14 agosto 1988. Professore ordinario di glottologia all'Università "La Sapienza" di Roma (1980-1988), condusse una vasta e originale attività di ricerca in diversi ambiti disciplinari, interessandosi a problemi di linguistica generale e di sociolinguistica, ai rapporti tra antropologia e linguaggio, alla storia della scrittura.
Come linguista storico ...
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eco-centrale
s. f. Centrale per la produzione di energia le cui emissioni risultano poco inquinanti per l’ambiente. ◆ Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall’emissione di ceneri, polveri...
megawatt
‹-vàt› s. m. [comp. di mega- e watt]. – Unità di misura della potenza, pari a 106 watt, usata soprattutto per misurare la potenza prodotta, su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia; simbolo: MW.