Il concilio Vaticano II e l'Italia
Giovanni Turbanti
Nel giugno 1966, davanti all’assemblea dei vescovi italiani riuniti per la prima volta pochi mesi dopo la conclusione del concilio,Paolo VI rilevava [...] considerata come un clamoroso cedimento ai nemici della religione.
Scarsa attenzione la Cei mostrò invece rispetto alle mutazioni pure impressionanti che la società italiana stava vivendo con la modernizzazione tecnologica, il boom economico, il ...
Leggi Tutto
LAUBERG (Laubert, Lambert), Carlo Giovanni
Renata De Lorenzo
Nacque a Teano, presso Caserta, nel 1762 da Carlo e da Rosalia Di Martino. Proveniva da una famiglia di militari valloni al servizio del [...] sentire, quasi necessaria a sopravvivere e darsi una collocazione in un'Europa e un'Italia soggette a continue mutazioni, alle quali occorreva in qualche modo adattarsi pur mantenendo una costante fiducia nella nazione madre, esportatrice di idee ...
Leggi Tutto
Il Rinascimento
Sergio Bertelli
Innanzi tutto un problema di cronologia. Come distinguere il periodo che definiamo Rinascimento da quello precedente, che i manuali di storia chiamano Umanesimo; che [...] scritto: «Sarà l’anno mille cinquecento ventisette pieno di atrocissimi e già per più secoli non uditi accidenti: mutazioni di stati, cattività di principi, sacchi spaventosissimi di città, carestia grande di vettovaglie, peste quasi per tutta Italia ...
Leggi Tutto
COLLA, Martino (Giovanni Martino Felice de)
Fiorenza Vittori
Nacque a Finale il 24 ott. 1667 da Anastasio e Giulia Maria Gandulina.
Condotto a Milano ancora fanciullo, studiò lettere e filosofia presso [...] saggia massima che "un principe nuovo, il quale studia conservarsi l'amore dei popoli deve procurare di non far mutazioni rispetto ai tribunali, perché essi popoli sono tenacissimi dei loro pristini istituti". Invita inoltre il re a voler alternare ...
Leggi Tutto
Mafia
Salvatore Lupo
Una riflessione sulla m. siciliana agli inizi del 21° sec. non può non partire dalla sanguinaria escalation delle m. verificatasi in Sicilia, come nel resto del Mezzogiorno, tra [...] , L'eredità scomoda. Da Falcone ad Andreotti sette anni a Palermo, a cura di M. De Luca, Milano 2001.
A. Dino, Mutazioni: etnografia del mondo di Cosa nostra, Pioppo 2002.
Gruppo Abele, Dalla mafia allo Stato. I pentiti: analisi e storie, Torino 2005 ...
Leggi Tutto
Costantino e le crociate
L’eredità costantiniana nella costruzione dell’ideologia delle crociate
Fabrizio Mandreoli
Molti sono gli intrecci esistenti dopo il Mille tra la figura e il mito di Costantino [...] i suoi momenti di più importante creatività proprio in relazione alle tappe di sviluppo del pensiero politico, delle mutazioni dell’Impero e, in generale, degli assetti del potere20. Durante il Medioevo si alimenta, così, una rappresentazione di ...
Leggi Tutto
GREGORIO, Rosario
Giuseppe Giarrizzo
Nacque il 23 ott. 1753 nel quartiere palermitano dell'Olivuzza, primogenito di Francesco e di Benedetta Balestrini. Fu battezzato coi nomi di Gaspare Rosario Giovanni. [...] per la Sicilia, quindi in volume (Palermo 1826).
Il G. si propose di "illustrare le origini, i progressi, le mutazioni, le riforme avvenute nella nostra composizione politica, la quale tiene come a suo principio alle leggi dettate dai conquistatori ...
Leggi Tutto
CONTARINI, Tommaso
Gino Benzoni
Nacque a Venezia, il 7 sett. 1547, da Marcantonio (1517-1597) di Tonunaso e da Lucrezia di Giovanni Basadonna.
Ebbe due sorelle, Comelia e Marcella, spose rispettivamente [...] mediceo, allora, come forma-Stato (quale l'ha definita, dopo il fluttuare delle "varie forme" e "spesse mutazioni" antecedenti, Cosimo I) diversa da quella di Venezia, epperò dotata d'intrinseca congruenza, di produttiva efficacia. Una spregiudicata ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Giorgio Falco
Grado Giovanni Merlo
La significatività della figura di Giorgio Falco consiste soprattutto nel fatto che egli rappresenta, per così dire, uno storico di transizione: formatosi ai tempi [...] i cammini della cultura storica europea sia pure in un rapporto privilegiato con il progressivo definirsi e con le successive mutazioni del concetto di Medioevo, o, se di vuole, della ‘periodizzazione’ di un’età definita e assunta come Medioevo. Il ...
Leggi Tutto
Gli ebrei nella diaspora
Anna Foa
Di origine greca, il termine «diaspora», «dispersione», è entrato nell’uso nel secolo scorso a definire la dispersione del popolo ebraico, in particolare quella avvenuta [...] storiografia si limita a ricostruire le vicende del dopoguerra, ad analizzare i percorsi dell’antisemitismo, a riflettere sulle mutazioni demografiche delle diaspore europee. Solo i numeri vengono portati a sostegno dell’ipotesi di una crisi vasta e ...
Leggi Tutto
mutazione
mutazióne (ant. mutagióne) s. f. [lat. mutatio -onis; l’introduzione del termine nel sign. 4 è dovuta al biologo oland. H. de Vries (1901): v. mutazionismo]. – Atto, effetto del mutare, del mutarsi; cambiamento, variazione: lieve,...
mutazionismo
s. m. [dal fr. mutationisme, der. di mutation «mutazione»]. – Teoria dell’evoluzione formulata dal biologo oland. H. de Vries (1848-1935), secondo la quale ogni specie animale o vegetale, in un determinato periodo della sua esistenza,...