Filosofo (Napoli 1887 - Firenze 1952), fratello di Vincenzo; professore e vicedirettore della Scuola normale superiore di Pisa, e (dal 1940) prof. di storia della filosofia all'univ. di Firenze. Assertore [...] di G. Gentile, ma anche da particolari temi del pensiero di C. Michelstaedter. Scritti principali: Conoscenza e moralità (1922); Arte e filosofia (1935); Dialettica delle distinzioni e dialettica delle opposizioni (1941); Umanità dell'arte (1951 ...
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Scrittore portoghese (n. Lisbona 1515 - m. 1585 circa); compose tre commedie, Eufrósina (1555), realistica e popolaresca, ricca di massime morali, modellata sulla Celestina, Ulíssipo, commedia urbana nella [...] quale l'autore indaga nell'ipocrisia e nel moralismo convenzionale di una famiglia borghese. Completò la trilogia Aulegrafia (post., 1619), nella quale, con tecnica più accorta, V. narra la storia di amori cortigiani. Compose inoltre un romanzo ...
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Scrittore cinese (Rugao 1611-Hangzhou 1680), conosciuto anche come Li Liweng. Non ebbe successo nella carriera burocratica e si dedicò al teatro e alla letteratura con libertà di accenti e gusto di rivalsa [...] nei confronti del moralismo confuciano. Scrisse dieci commedie, una serie di saggi raccolti sotto il titolo Xianqing ouqi ("Noterelle sui piaceri dell'ozio") e numerose raccolte di novelle. Gli è anche attribuito il famoso romanzo erotico Rou putuan ...
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Scrittore (Danzica 1768 - Weimar 1826). Filantropo, educatore, autore di liriche e di una traduzione dell'Amphitruo plautino, redattore di riviste letterarie fra cui il Taschenbuch für Freunde des Scherzes [...] und der Satire (1797-1803), ispirato a un generico moralismo, visse a Weimar entrando in rapporti con Goethe, cui sono dedicati i ricordi postumi (Goethe aus näherem persönlichen Umgange dargestellt, 1832). ...
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Scrittore statunitense (Chicago 1888 - La Jolla, Calif., 1959). Dopo aver fatto il giornalista e il dirigente d'industria, si dedicò alla letteratura poliziesca, dando vita al popolare personaggio dell'investigatore [...] privato Philip Marlowe, originale mescolanza di spregiudicatezza e moralismo, di cinismo e umanità (ne fu efficace interprete sullo schermo, tra gli altri, l'attore H. Bogart): The big sleep (1939); Farewell, my lovely (1940); The high window (1942); ...
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Scrittore (castello di Florian, Gard, 1755 - Sceaux 1794). Lontano parente di Voltaire, fu gentiluomo presso il duca di Ponthièvre, nel castello di Anet. Compose in questo periodo la maggior parte delle [...] sue opere, tutte impregnate di sentimentalismo e del moralismo allora di moda. Ma non tutto è falso "décor" nelle sue commedie scritte per il Théâtre-Italien, vere arlecchinate sentimentali (Le bon ménage, Le bon père, Les Jumeaux de Bergame, 1782), ...
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Scrittore egiziano (Manfalūṭ 1876 - Il Cairo 1924), discepolo del grande riformatore Muḥammad ῾Abduh, le cui dottrine riformiste non gli impedirono di provare una forte ammirazione per la letteratura romantica [...] occidentale, soprattutto francese. Tra le sue opere, spesso permeate da un forte moralismo religioso, ricordiamo: an-Naẓarāt ("Le riflessioni", 3 voll., 1910, 1912, 1920) e al-῾Abarāt ("Le lacrime", 1915) raccolta di poesie, molte delle quali ...
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Drammaturgo inglese (Salisbury 1583 - Londra 1640). Scrittore fecondissimo, compose tuttavia la maggior parte delle sue opere in collaborazione con altri (J. Fletcher, Th. Dekker, ecc.). Solo dal 1623 [...] sembra accentuarsi una manifestazione più indipendente della sua personalità, orientata verso un moralismo meccanico e convenzionale. M. si distingue fra i contemporanei per la vivacità del linguaggio (in cui peraltro l'impeto dà spesso nel retorico ...
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Teorico della letteratura e critico (Częstochowa 1906 - Auschwitz 1942). È stato tra i pionieri dell'applicazione del metodo strutturale allo studio delle opere letterarie. Tra le sue opere: Rozprawa o [...] krytyce literackiej ("Discorso sulla critica letteraria", 1931); Od formizma do moralizma ("Dal formismo al moralismo", 1935); Elementy form literarckich ("Elementi delle forme letterarie", 1936). Prigioniero dei nazisti, morì in campo di ...
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Filosofo (Parigi 1839 - ivi 1898). Insegnò a Versailles, quindi a Parigi, prima al liceo Henri IV e poi alla scuola normale (1875), dove ebbe come scolaro M. Blondel. Motivo fondamentale dei suoi scritti [...] per suo precipuo termine polemico il razionalismo positivistico. Opere principali: De la certitude morale (1870); La philosophie de Malebranche (1870); Essai sur la morale d'Aristote (1881); La philosophie et le temps présent (1890); Les sources de ...
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moralismo
s. m. [der. di morale1]. – 1. Tendenza a dare prevalente o esclusiva importanza a considerazioni morali, spesso astratte e preconcette, nel giudizio su persone e fatti della vita, della storia, dell’arte; atteggiamento di rigida...
morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...