FLAIANO, Ennio (App. III, 1, p. 628)
Gaetano Mariani
Scrittore e giornalista, morto a Roma il 20 novembre 1972. Con gli anni F. è venuto affinando il suo gusto della satira, la sua riflessiva e talora [...] amara e insieme sorridente della vita legata saldamente a un'interpretazione del costume, elementi tutti che fanno di lui un moralista ma, com'è stato giustamente osservato, nel senso che questa parola aveva "per i grandi scrittori del Sei e del ...
Leggi Tutto
Drammaturgo inglese (Londra 1934 - Cambridge 2024). Uno degli autori più impegnati del teatro inglese contemporaneo, la cui opera si distingue per l'ironia talvolta brutale e al limite della crudeltà. [...] ), parabola-denuncia della religione in quanto legata e funzionale al potere; Early morning (1968), feroce satira del moralismo vittoriano. In Lear (1971), prendendo spunto dal dramma shakesperiano, cerca di dimostrare come ogni società nata dalla ...
Leggi Tutto
Brancati, Vitaliano
Raffaele Manica
Scrittore e sceneggiatore, nato a Pachino (Siracusa) il 24 luglio 1907 e morto a Torino il 25 settembre 1954. La causticità e persino il timbro allucinato e sferzante [...] alla sua opera la forza per descrivere il disagio di uno scrittore negli anni postbellici, secondo la prospettiva di un moralismo superiore capace di far ridere eppure di testimoniare la radicalità della polemica. Con il cinema B. ebbe un duplice ...
Leggi Tutto
Moglie segreta del re di Francia Luigi XIV (Niort 1635 - Saint-Cyr 1719). Nipote dello scrittore protestante Agrippa d'Aubigné; convertitasi al cattolicesimo, sposò (1652) il poeta Scarron, del quale rimase [...] ritirò nell'istituto di Saint-Cyr, che ella stessa aveva fondato (1686) per l'educazione di giovani nobili e povere: i suoi concetti educativi, di rigido moralismo, sono espressi in molte delle sue numerosissime lettere, notevoli anche per lo stile. ...
Leggi Tutto
CARLO FELICE di Savoia, re di Sardegna
Giusepe Locorotondo
Nacque in Torino il 6 apr. 1765 da Vittorio Amedeo III di Savoia, poi re di Sardegna, e da Maria Antonietta Ferdinanda di Borbone, figlia di [...] : il dommatismo della sua fede nell'origine divina dell'autorità regia, il carattere ossessivo del suo misoneismo, il moralismo di tipo paternalistico come metro di giudizio dei fatti politici, la proterva intolleranza di divergenze e di opposizioni ...
Leggi Tutto
Righelli, Gennaro (propr. Gennaro Salvatore)
Simona Pellino
Regista cinematografico, nato a Salerno il 12 dicembre 1886 e morto a Roma il 6 gennaio 1949. Nel corso della sua carriera diresse più di cento [...] più cospicuo della sua produzione, furono caratterizzate da una spiccata retorica dei sentimenti e da una vena di moralismo di matrice cattolica, ma furono altresì contraddistinte da precise notazioni realistiche che finivano per affermare, anche in ...
Leggi Tutto
NANNINI, Remigio
Delio Cantimori
Scrittore domenicano, nato a Firenze verso il 1521, morto nel 1581. Noto anche sotto il nome di Nanni.
Esercitò molteplice attività di scrittore, pubblicando varie opere [...] Olao Magnus (Venezia 1561 e 1565). La più importante delle traduzioni è quella delle Epistole e Evangeli con annotazioni morali (Venezia 1575), che ebbe cinque edizioni. La fortuna di quest'opera si deve soprattutto alla chiarezza delle "annotazioni ...
Leggi Tutto
DONATI, Forese
Liana Cellerino
Nacque a Firenze nella seconda metà del sec. XIII da Simone di Forese e Tessa (Contessa), nobile donna di cui s'ignora il casato.
Apparteneva ad una famiglia ricca e potente [...] la propria opera, Dante pensò di pronunciare anche a nome del Donati.
Interrogativi non trascurabili sulla veridicità degli addebiti morali e sociali che Dante e il D: si scambiano emergono infine dagli acquisti conseguiti dalla critica sul complesso ...
Leggi Tutto
Cappelli, Giuseppe
Giuseppe Izzi
, Traduttore in veneziano del poema dantesco (La D.C. di Dante Allighieri tradotta in dialetto veneziano e annotata da Giuseppe Cappelli, Padova 1875). Il C. con la [...] del significato di particolari episodi e figure.
Circa il tono generale della traduzione, è da dire che essa oscilla tra un moralismo alla Gaspare Gozzi, che s'insinua ad esempio nell'orazion picciola di Ulisse (" Che omeni se', mo via, considerè; No ...
Leggi Tutto
Strozzi, Lorenzo
Raffaele Ruggiero
Nacque a Firenze nel 1482. Fratello maggiore di Filippo (→), fu scolaro dell’umanista Bartolomeo Della Fonte (Fonzio), poi biografo familiare (Le vite degli uomini [...] sentenzioso e poco adatto alla recitazione, appesantito da tratti polemici contro l’astrologia e la fortuna, e da un moralismo bigotto e misogino.
Nella produzione teatrale figurano ancora le commedie in endecasillabi sciolti La Pisana (o La Nutrice ...
Leggi Tutto
moralismo
s. m. [der. di morale1]. – 1. Tendenza a dare prevalente o esclusiva importanza a considerazioni morali, spesso astratte e preconcette, nel giudizio su persone e fatti della vita, della storia, dell’arte; atteggiamento di rigida...
morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...