COMPAGNONI, Giuseppe
Giuseppe Gullino
Nacque a Lugo di Romagna il 3 marzo 1754 da Giovanni e Domenica Ettorri, e fu battezzato col nome di Marco Giuseppe. La famiglia, che risiedeva nel paese da circa [...] riprese ad occuparsi di diritto e letteratura, alternando i pubblicisti Grozio, Pufendorf, Cumberland e Lampredi ai philosophes Montesquieu, Beccaria, Filangieri. La sua franca adesione ai principi dell'illuminismo e l'indipendenza di giudizio con ...
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I feudalesimi
Matteo Sanfilippo
La riflessione storiografica sull’essenza del feudalesimo nasce con la polemica settecentesca contro gli impedimenti da esso discesi. Nel 1776 P.-F. Boncerf, direttore [...] un’altra linea di riflessione, che parte dall’Esprit des lois (1748) di C.-L. de Secondat, barone di Montesquieu (1689-1755), ma anche dai testi dei feudisti, cioè di quegli specialisti che, prima della Rivoluzione, hanno cercato di riportare ...
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GENTILOTTI, Giovanni Benedetto
Maria Pia Donato
Nipote dell'omonimo direttore della Biblioteca imperiale di Vienna, nacque a Innsbruck l'11 febbr. 1734 da Gianfrancesco e Teresa Malfatti. Studiò a Roma, [...] del magistrato e della cittadinanza, nei quali è evidente l'insegnamento di Pilati e, attraverso questo, di Montesquieu, del cui costituzionalismo il G. dà una interpretazione prettamente municipalista, a difesa delle forme residuali di governo ...
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Il complesso delle azioni umane nel corso del tempo, nel senso sia degli eventi politici sia dei costumi e delle istituzioni in cui esse si sono organizzate. Modernamente, anche tutto ciò che le condiziona [...] pervenuto al suo pieno sviluppo: è per esempio il caso di Vico. Non sempre progresso e decadenza si escludono. Montesquieu considera la decadenza romana come il risultato naturale della potenza e della grandezza di Roma. Sulla stessa linea E. Gibbon ...
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AYALA, Sebastiano d'
Giuseppe Nuzzo
Nato di nobile famiglia a Castrogiovanni in Sicilia il 28 febbr. 1744, entrò giovanissimo, nel 1759, nella Compagnia di Gesù. Compiuti gli studi a Palermo, fu mandato [...] dell'impostazione generale del Burke dovette maturare nell'A. sul terreno di una seria meditazione sull'opera del Montesquieu che egli utilizzò abilmente in senso controrivoluzionario.
La difesa dell'ancien régime e della concezione corporativa della ...
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Mario Marazziti
Pena di morte
Y no hai remedio
(Francisco Goya)
La lunga storia della pena capitale
di Verso l’abolizione
Il 18 dicembre 2007 la 62a Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York, [...] di Leopoldo I granduca di Toscana (1786). Non tutti i contrattualisti sono contro la pena capitale (Rousseau, Montesquieu, Diderot, D’Alembert ne ammettono il mantenimento, sia pur temperato); in suo favore si schiera Gaetano Filangieri; Immanuel ...
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storiografia Scienza e pratica dello scrivere opere relative a eventi storici del passato, in quanto si possano riconoscere in essa un’indagine critica e dei principi metodologici.
Il complesso delle opere [...] collettive è sicuro in G. Vico, per il quale la storia non è vicenda di principi, ma di «nazioni». Con Montesquieu (Considérations sur la grandeur et la décadence des Romains, 1734) l’esprit diventa il motore della storia che determina, variando ...
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Storia, teorie della
Pietro Rossi
La scoperta della storia come processo unitario
La nozione di 'storia' come processo unitario, comprensivo delle vicende degli uomini in tempi e luoghi diversi, e quindi [...] - una comparazione rivolta a determinare le condizioni del sorgere e della permanenza delle diverse forme di governo, come in Montesquieu, oppure a distinguere ciò che deriva dalla 'natura' degli uomini, non soggetta a mutamento, e ciò che è invece ...
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PAGANO, Francesco Mario
Dario Ippolito
PAGANO, Francesco Mario. – Nacque a Brienza (in Lucania) l’8 dicembre 1748, primogenito di Tommaso e di Maria Anna Pastore.
Poco più che fanciullo si trasferì [...] , Introduzione a F.M. Pagano, La coscienza della libertà, Napoli 2000, pp. 13-64; G. Imbruglia, Rivoluzione e civilizzazione. P., Montesquieu e il feudalesimo, in Poteri. Democrazia. Virtù, a cura di D. Felice, Milano 2000, pp. 99-122; F. Lomonaco ...
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GINORI, Carlo
Orsola Gori Pasta
Figlio di Lorenzo e di Anna Maria di Arrigo Minerbetti, nacque a Firenze il 7 genn. 1702. Il 13 nov. 1714 entrò nel collegio Tolomei di Siena, diretto dal padre gesuita [...] della Toscana, a cura di A. Salvestrini, I, Firenze 1969, pp. 313, 344, 347, 398; III, ibid. 1974, pp. 57, 101; C.-L. Montesquieu, Viaggio in Italia, a cura di G. Macchia - M. Colesanti, Bari 1971, p. 153; B. Tanucci, Epistolario, I-II, a cura di R.P ...
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