Le lingue dei segni nel mondo
Mauro Mottinelli
Virginia Volterra
A differenza delle lingue vocali, che usano il canale acustico-vocale, le lingue dei segni si servono della modalità visivo-gestuale. [...] udenti. Attualmente è stata studiata una situazione in qualche modo analoga nella regione del Negev in Israele. Si che imparano una lingua dei segni fin dalla nascita sono una minoranza, di fatto solo la piccola percentuale che ha genitori sordi ...
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Gli studiosi moderni, come già i retori e i grammatici del mondo classico e umanistico, hanno tentato di ordinare i testi raggruppandoli in classi omogenee. Ne sono emerse varie tipologie testuali, divergenti [...] muoversi essenzialmente a quattro livelli: maggiore o minore ‘distanza’ dal mondo narrato; selezione degli ridurre del 25% i tuoi costi per i documenti.
C’è un nuovo modo di vedere le cose.
Forse pensi di avere già risparmiato il più possibile ...
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Insieme alle ➔ consonanti, le vocali (dal lat. (litteram) vocālem «lettera provvista di voce») sono una delle due fondamentali categorie di foni linguistici (➔ fonetica; ➔ fonologia).
Per definire le vocali [...] più anteriore è la vocale, mentre più bassi sono i valori di F2 (e minore è la distanza relativa tra F1 e F2) più la vocale è posteriore. Lo la fig. 6, il grafico F1/F2 offre un modo comodo di rappresentare un sistema vocalico: ogni membro del sistema ...
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Il lessico è l’insieme dei lessemi (o, con termine non tecnico, delle parole) di una lingua. Come altre lingue nazionali, che vengono usate da secoli per molte delle principali funzioni comunicative, anche [...] che, sia pure in un ambito regionale, sono di fatto l’unico modo che l’italiano abbia per designare una certa realtà: ad es., per e altre lingue hanno fornito prestiti in quantità molto minori.
Una distinzione di grande rilievo storico è quella tra ...
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Si assumono come riferimenti cronologici simbolici di questa voce il 1211, anno del primo documento fiorentino conservato, e il 1375, anno della morte di Boccaccio.
Il Duecento è il secolo nel quale il [...] è per es. il veneziano del De regimine rectoris di Paolino Minorita (fra il 1313 e il 1315), come il messinese del notti, crescendo la piova isformatamente [«smisuratamente»] e oltre a modo usato, che pareano aperte le cataratte del cielo, e con ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] la pronunzia fiorentina e romana (per es. néve, fórno, mòdo, ecc.)
II. Questa pronunzia sarà accolta anche quando le Settentrionale e Meridionale, in cui […] la lingua si apprende in minor parte per la via degli orecchi e in maggior parte per la ...
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I primi esempi di uso letterario dell’italiano da parte di uno scrittore straniero sono i due componimenti del trovatore provenzale Raimbaut de Vaqueiras (che tra il 1180 e i primi del Duecento vive e [...] Filomena), spicca lo stuolo dei francesi italianisants (Picot 1906-1907): autori minori per lo più (da Pernette du Guillet a Pierre Bricard, da e il pluristilismo dell’autore di Ulysses trovano modo di esplicarsi, per così dire, naturalmente e ...
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In pochi casi, come in quello dell’italiano moderno, nel fare la storia di una lingua ci si imbatte in un termine cronologico preciso che abbia segnato un cambiamento netto di situazione ambientale generale [...] che ne hanno segnato la sorte, permettono in vario modo di farli emergere e segnalarne l’esistenza, sia perché (talora classificati, impropriamente, come lingue di minoranze; ➔ minoranze linguistiche), hanno trovato ampio spazio di rappresentazione ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] stata rilevata, nel corso dell’ultimo trentennio, una minore rigidità della norma scolastica («Gli anni Settanta del Novecento un’idea di lingua tutta propria, avrebbe rappresentato in qualche modo il punto di arrivo» (Tesi 2005: 110); importante, ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] svolge non di rado anche oggi, quando si riapre in qualunque modo la discussione su temi come: i destini dell’italiano, i scuola, i rapporti con i dialetti, con le lingue di minoranza o con le lingue straniere. Vi rientrano le relazioni tra italiano ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera,...
minore
minóre agg. [lat. minor -ōris, che funge da compar. di parvus «piccolo»; cfr. meno e minimo] (al sing. masch. e femm., se premesso al sost., e in usi poetici anche al plur., o posposto al sost., si tronca spesso in minór, spec. davanti...