Poeta tragico ateniese (Salamina 480 a. C. - Pella 406), nato secondo la tradizione il giorno stesso della battaglia di Salamina (5 sett.), figlio di Mnesarco, o Mnesarchide, e di Clito, che secondo le [...] tendenza a discutere e a investigare ricorda quella dei sofisti. Alla sua concezione pessimistica della vita e alla sua misoginia contribuirono anche le sventure coniugali (certo esagerate dalla leggenda e dai comici). Ebbe in moglie prima Melito e ...
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Narratore, drammaturgo, poeta svedese (Stoccolma 1849 - ivi 1912). Autore dotato di una vitalità elementare, si è accostato a forme letterarie sempre diverse e contraddittorie, comunque sostenute da una [...] e i drammi ibseniani, le novelle Svenska öden och äfventyr ("Destini e avventure svedesi", 4 voll., 1882-91). L'atteggiamento misogino, costante in tutta l'opera di S., acquista un peso decisivo a partire dai crudi racconti di Giftas ("Sposarsi", in ...
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Commediografo greco (445 a. C. circa - 385 a. C. circa), il massimo rappresentante della commedia attica "antica", il solo di cui siano sopravvissute commedie intere. La satira di A. ebbe spesso contenuto [...] , accusato di avere avvilito la tragedia in confronto alla dignità artistica e alla solennità religiosa di Eschilo (a una "misoginia" di Euripide alludono in particolare le Tesmoforiazuse); e non è facile dire quanto in ciò A. intendesse indulgere ai ...
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misoginia
miṡoginìa s. f. [dal gr. μισογυνία; v. misogino]. – Atteggiamento di avversione generica per le donne, o di repulsione, da parte dell’uomo, verso i rapporti sessuali con donne.