Regione storica sul Mare del Nord, dallo IJssel meer fino a Hojer nello Jylland, abitata in antico dai Frisi o Frisoni. Si distinguono una Frisia occidentale fra l’IJssel meer e il Dollard, una Frisia [...] Costanzo I ricacciò una loro invasione. Sebbene pressati dai Franchi, riuscirono a mantenere le loro sedi durante le migrazionibarbariche. Nel 7° sec. si iniziò la loro conversione al cattolicesimo.
La legge dei Frisi appartiene al gruppo sassone ...
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(gr. Σκύϑαι) Popolazione originaria delle steppe settentrionali dell’Asia centrale, organizzata in tribù nomadi (allevatori), seminomadi e sedentarie, cui Erodoto dedica parte del IV libro delle Storie. [...] la guida di Sciluro e di suo figlio Palaco; poi si divisero in vari nuclei isolati sino all’età delle grandi migrazionibarbariche. Furono abili nell’arte della lavorazione dei metalli, in particolare dell’oro, in cui si riconoscono influenze greche ...
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Stato dell’Europa centro-orientale, che si affaccia per circa 500 km sul Mar Baltico. I confini terrestri corrono a S lungo la linea spartiacque delle catene montuose dei Sudeti e dei Beschidi, che separano [...] In conseguenza delle pesanti devastazioni della guerra e delle migrazioni di massa postbelliche, la popolazione polacca si ridusse a prodotti romani; verso il 5° sec. le invasioni barbariche portarono un notevole accrescimento di opere d’arte e di ...
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Mare interno compreso fra le coste meridionali dell’Europa, settentrionali dell’Africa e occidentali dell’Asia Anteriore. Si estende per circa 2.505.000 km2 (non considerando il Mar Nero e il Mar di Marmara), [...] civiltà verso il 12° sec. per i sommovimenti causati dalle migrazioni dei ‘popoli del mare’, si aprì un periodo tumultuoso Vienna
Il crollo dell’Impero romano e le invasioni barbariche segnarono lo sgretolamento definitivo dell’unità del M., ...
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Stato dell’Europa centrale, esteso prevalentemente sul versante N della sezione centro-occidentale del sistema alpino. Stato interno, senza sbocco al mare, confina a N con la Germania, a E con l’Austria [...] degli Elvezi nacquero vaste colonie e città dove l’influenza romana fu predominante. Nel periodo delle migrazioni e invasioni barbariche molti insediamenti si trasformarono in fortezze (Basilea, Losanna, Coira, Zurigo ecc.). Sono notevoli i resti di ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] della Germania; a ricostruire una lunga serie di migrazioni per cui le popolazioni parlanti quella lingua indoeuropea che i segni della fine del mondo romano nella ‘ferinità’ dei barbari del Nord. La grammatica, la filologia, e l’erudizione letteraria ...
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VENEZIE, TRE
Roberto ALMAGIA
Claudia MERLO
Giuseppe CARACI
Raffaello BATTAGLIA
Giuseppe FIOCCU
Carlo BATTISTI
Arnaldo FERRIGUTTO
Alfredo BONACCORSI
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M. T. D.
. L'espressione Tre Venezie è [...] da pesca: zone delle lagune dove, sfruttando le migrazioni naturali del pesce (anguille, muggini), che esce ogni mondo ignorato che così risorge e si allea a quelle costruzioni barbariche che nel Veneto, centro di alcuni dei più ambiti dominî ...
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barbarico
barbàrico agg. [dal lat. barbarĭcus, gr. βαρβαρικός] (pl. m. -ci). – Dei barbari, di popolo barbaro: usanze b.; costumi b.; le orde b.; spesso con riferimento alle popolazioni germaniche della fine dell’evo antico e dell’alto medioevo,...
migrare
v. intr. [dal lat. migrare] (aus. essere). – Lasciare il luogo di origine per stanziarsi, anche solo temporaneamente, altrove. È più generico di emigrare (di cui non ha i sign. specifici), e si dice sia di masse umane e di gruppi etnici...