(lat. Moesia) Provincia romana del basso Danubio, che abbracciò nella sua massima estensione il territorio compreso tra le pendici dell’Emo (Balcani) a S, il Ponto a E, il Danubio a N, la Dalmazia e la [...] del 3° sec.): Aureliano nel 275 formò una nuova provincia della Dacia (detta Ripensis) con i territori delle due Mesie costeggianti il Danubio. Diocleziano operò un nuovo smembramento: la M. Superiore fu divisa in Moesia superior Margensis (o Moesia ...
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ULPIANA di Mesia
Roberto PARIBENI
Antica città della provincia Mesia Superiore; moderna Lipljan in Serbia. Ricordata da Tolomeo (III, 9) e da Jordanes (Getica, 56) non appare nella Tabula Peutingeriana, [...] a meno che non voglia ammettersi che il nome Viciano che in essa appare presso a poco nel luogo dove era Ulpiana, non debba ritenersi una storpiatura di quel nome. È una delle fondazioni traianee numerose ...
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Governatore della Mesia, domò temporaneamente la rivolta pannonica (6-7 d. C.). Legato di Germanico, sedò l'ammutinamento delle legioni della Germania inferiore (14). Durante la campagna contro i Cherusci [...] (15) fu accerchiato con le sue quattro legioni da Arminio, ma si disimpegnò valorosamente ...
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Antica città della Mesia inferiore, corrispondente all’odierna Iglița nella Dobrugia. I Romani se ne impadronirono stabilmente nel 1° sec. d.C. e ne fecero un importante campo delle loro legioni (V Macedonica, [...] poi II Herculia); accanto agli impianti militari si sviluppò una nuova cittadina romana. Assegnata nella riforma di Diocleziano alla provincia di Scizia (diocesi di Tracia), fu poi soggetta alle invasioni ...
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(lat. Singidunum) Antica località della Mesia superiore, alla confluenza della Sava nel Danubio (oggi Belgrado). Campo militare romano nel 1° sec. d.C., fu innalzata a colonia nel 3°; Giustiniano la cinse [...] di mura facendone un’importante piazzaforte. Il nome scompare nel 7° secolo ...
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RATIARIA (Ratiaria)
Pietro Romanelli
Città della Mesia superiore, posta sulla riva destra del Danubio, oggi Arčer. Dove sorse la città romana preesisteva certamente un centro indigeno, che A. von Premerstein [...] ha voluto identificare con la fortezza dei Mesi presa da Crasso nel 29 a. C. (v. mesia). La città romana si sviluppò in dipendenza della guarnigione militare, ivi stabilita forse fin dai primi anni del secolo I d. C.: è probabile che più tardi fosse ...
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Vescovo ariano (sec. 4º) di Singiduno (Mesia superiore), discepolo e difensore di Ario. Avversario acerrimo di Atanasio, ne ottenne da Costantino la cacciata in esilio; scomunicato e deposto al Concilio [...] di Sardica (343), fu poi perdonato e riammesso nella chiesa (347), ma continuò la lotta in favore dell'arianesimo; sottoscrisse anche la formula di Sirmio (semplice "somiglianza" del Figlio al Padre: ὅμοιος ...
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Imperatore romano (251-253 d. C.); governatore della Mesia Inferiore, fu attaccato dai Goti (250), ma fu salvato dall'imperatore Decio, che forse morì per tradimento di T. G. nella battaglia finale di [...] verso i cristiani e per lo stretto accordo mantenuto col senato. Ne determinò la fine la ribellione di Emiliano, eletto imperatore dalle legioni della Mesia. T. G. e Volusiano, partiti contro di lui, furono uccisi dai proprî soldati a Terni (253). ...
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Console suffetto nel 127 d. C., legato della Mesia inferiore, della Britannia, della Giudea, terminò la guerra giudaica facendo prigioniero Barkōkēbā´ (135). ...
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VETRANIONE (Vetranio)
M. Floriani Squarciapino
Imperatore romano. Nato in Mesia Superiore, si fa proclamare imperatore a Sirmium (1° marzo 350) ed è riconosciuto come collega da Costanzo II di cui era [...] generale, deposto nel 351, si ritira a vivere privatamente in Bitinia.
Nelle monete ha il tipo del generale con testa quadra e massiccia, che ricorda Diocleziano e Massenzio, capelli piuttosto corti, baffi ...
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mesata
s. f. [der. di mese]. – 1. Spazio di tempo di un intero mese (cfr. giornata, annata); anche, periodo di circa un mese: ci vorrà una m. per completare l’opera. 2. La somma di denaro che costituisce la paga o il salario di un mese (per...
mesere
mèṡere (o mèṡero; meno com. mèżżaro) s. m. [dall’arabo mi’zar «velo»]. – Grande quadrato di stoffa, generalmente damasco, con cui le donne liguri si ammantavano già nel Duecento: caduto in disuso verso la metà del sec. 19°, è attualmente...