L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] II, 425-466), preceduta da una motivazione in toscano, rispetto alla quale l’occasionale ricorso al napoletano più antichi testi italiani. Edizione e commento, Bologna, Pàtron.
Chiesa, Mario & Tesio, Giovanni (1978), Il dialetto da lingua della ...
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I nomi di parentela (detti anche, raramente, singenionimi, dal gr. syngenḗs «parente, consanguineo») sono nomi che indicano legami di parentela (ma non, necessariamente, di consanguineità) tra le persone, [...] assi:
(a) unione matrimoniale e sua cessazione:
(i) marito, moglie, rispettivamente dal lat. maritus «colui che ha una 1969: 431);
(c) con altri nomi di parentela l’uso toscano predilige l’articolo, ma altrove è comune l’omissione (ben rappresentata ...
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PETROCCHI, Giorgio
Guido Lucchini
PETROCCHI, Giorgio. – Nacque a Tivoli il 13 agosto 1921 da Giuseppe e Valeria Vanni. Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Roma nel 1942, fu bibliotecario [...] con Matilde Luberti, ebbe due figli, Giovanni Maria e Maria Francesca.
Giovanissimo collaborò a riviste musicali e l’aveva ricorretto, forse a Pavia, sopra un esemplare toscano. Le varianti abrase e quelle riscritte documentano che la revisione ...
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Ogni lingua ha al suo interno differenziazioni collegate con fattori sociali ed extralinguistici ed è articolata in varietà. Le varietà di lingua rappresentano le diverse attualizzazioni, ognuna distinta [...] a dis, lombardo (lü) el dis, veneto (elo) el dise, toscano (lui) e’ dice; ma italiano (lui) dice. Vari dialetti, nel continuum ‘tagli’ diversi non privi di argomenti.
Alinei, Mario (1984), Lingua e dialetti. Struttura, storia e geografia, Bologna ...
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Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] soprattutto con il sempre più forte influsso del modello toscano. Non tardano a manifestarsi prese di posizione contro ; A. Cassola, Roma, Bulzoni, pp. 269-292.
Piemontese, Maria E. (1999), La comunicazione pubblica e istituzionale. Il punto di vista ...
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Lionardo Salviati (1539-1589) fu uno dei protagonisti della ➔ questione della lingua del Cinquecento. Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina le cui vicende si intrecciano con quelle dei Medici [...] che son rimasti senza il lor fine, il Vocabolario toscano il quale forse mai più comparirà e ’l del primo vocabolario, Firenze, Sansoni - Accademia della Crusca.
Pozzi, Mario (1988), Discussioni linguistiche del Cinquecento, Torino, UTET (il cap. ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] le teorie del primato del fiorentino o del toscano in genere, tanto nella tradizionale veste cruscante quanto parlato. Discorsi linguistici, Bologna, Zanichelli, pp. 92-125.
Praz, Mario (2002), Che cos’è un classico, in Id., Geometrie anamorfiche. ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] tipo in -ei, quello in -ia è correttamente definito non toscano e poetico (in Fortunio ancora indistintamente ammessi i due tipi); volgare di Pietro Bembo, Genova, Name.
Morgana, Silvia, Piotti, Mario & Prada, Massimo (a cura di) (2001), Prose ...
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Baldassarre Castiglione nacque a Casatico, presso Mantova, il 6 dicembre 1478. Dal 1504 al 1513 visse a Urbino, uno dei maggiori centri della cultura rinascimentale, e svolse numerose missioni diplomatiche [...] un lato, e il naturalismo dei sostenitori del toscano contemporaneo dall’altro (cfr. Giovanardi 1998).
La lingue. Plurilinguismo letterario nel Cinquecento, Roma, Bulzoni.
Pozzi, Mario (1989), Il pensiero linguistico di Baldassar Castiglione, in Id ...
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L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: [...] poi, Giovanni Ridolfi dà uno dei primi esempi sistematici di uso di accento grafico sulle toniche, inserendo nel suo glossario milanese-toscano l’accento grave sulle parole tronche e l’acuto in corpo di parola. Nella scrittura del latino è diffuso l ...
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signore
signóre (ant. segnóre) s. m. [lat. senior -ōris «uomo anziano, d’età tra i 45 e i 60 anni» (compar. di senex «vecchio»), già usato nel lat. tardo come titolo distintivo e onorifico]. – 1. a. In passato, con accezione generica (come...
stemperare
(non com. stemprare) v. tr. [der. di temperare, col pref. s- (nel sign. 1)] (io stèmpero, o stèmpro, ecc.). – 1. Disciogliere mescolando in un liquido, diluire: dipingere a tempera, stemperando i colori nell’acqua; mettere in una...