Pittore, nato verso il 1560 (forse nel 1558), morto dopo il 1640. Greco di origine se non di nascita, apparve a Napoli nel 1590. Non si può con certezza affermare, col De Dominici, un suo giovanile tirocinio [...] a Venezia; ma certo nelle sue pitture si può osservare un tintorettismo, di seconda mano e deteriore, fuso col manierismo romanistico dedotto dal Cavalier d'Arpino. Facilissimo frescante, il C. tenne a Napoli il campo della decorazione pittorica ...
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IMPERIAL, Francisco
Mario Casella
Poeta castigliano, nato a Genova verso il 1360; si trasferì insieme col padre Giacomo, gioielliere, durante il regno di Pietro I (1350-69) a Siviglia, dove forse morì [...] nel Cancionero de Baena si contrappone, con un contenuto didascalico e moraleggiante, alla decadente tradizione gallega.
Al vieto manierismo concettuale e stilistico l'I., con un desiderio di maggior bellezza formale, sostituì un tipo di lirica più ...
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Pittore (Bassano 1510 circa - ivi 1592), figlio di Francesco il Vecchio. Completò la sua educazione a Venezia presso Bonifacio de' Pitati, il cui influsso è presente, accanto già a suggestioni tizianesche, [...] tuttavia sempre delle più significative novità pittoriche. Le opere tra il 1538 e il 1545 mostrano la conoscenza del manierismo toscano e emiliano e la personale elaborazione datane dal Pordenone (Cena in Emmaus, 1539, Cittadella, parrocchiale) e la ...
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Pittore di paesaggi e di marine, nato a Gernsbach il 2 febbraio 1848. Nel 1871 andò all'accademia di Monaco di Baviera dal Raab, Seitz e Piloty, poi si decise per la scuola di Lier e di Barbizon. Dal 1878 [...] si recò regolarmente a Venezia e a Chioggia, dove si dedicò soprattutto alle marine, cadendo a poco a poco in un manierismo che lo allontanò dalla natura. Fu presidente (1894-99) della "Secessione", fondata poco prima a Monaco di Baviera; nel 1897 ...
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Soprannome di tre pittori attivi a Napoli nella prima metà del sec. 17º, già considerati come un'unica personalità. Il più significativo dei tre è stato François Didier Nomé (n. Metz 1593 circa), giunto [...] , spesso in rovina e fantastiche (Distruzione di un tempio, Cambridge, Fitzwilliam Mus.), appartengono al mondo del tardo manierismo, si riconnettono alle scenografie del Buontalenti e di Giulio Parigi e introducono a Napoli il gusto per un tipo ...
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LETTERARIA, STORIOGRAFIA
Andrea Battistini
Italia. − Finché, negli anni Trenta e Quaranta, prevaleva negli studi l'indirizzo neoidealistico, contrastato al più dall'impostazione divergente della cultura [...] alle aree intermedie ha fatto sì che dalla storia delle arti figurative sia emigrata alla s. l. la nozione di manierismo, inteso ora come categoria astorica comune a ogni età postclassica (G.R. Hocke), ora come orizzonte mentale proprio del secondo ...
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Pittore (Verona 1516 circa - ivi 1567). Si formò presso i Caroto, risentendo poi di influssi varî (Parmigianino, Giulio Romano, Paolo Veronese). Le opere sue più notevoli sono a Verona (pale d'altare in [...] S. Lorenzo, in S. Pietro Martire; il Crocifisso nella chiesa di S. Fermo; la Cavalcata di Carlo V nel palazzo Ridolfi-Da Lisca, ecc.). Il figlio Felice (Verona 1539 - ivi 1605) continuò l'attività paterna, assimilando elementi del manierismo toscano. ...
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Pittore, architetto e scultore (Bruges 1540 circa - Monaco 1628). Lavorò a Firenze e a Roma. Diede i disegni per la decorazione della chiesa dei Gesuiti a Monaco, dove lavorò anche nel Hofgarten; aiutò [...] regia in Vaticano (1572) e nell'affresco della cupola del Duomo di Firenze. Dal 1586 fu a Monaco alla corte di Guglielmo V, duca di Baviera, e colà si stabilì definitivamente. Per suo tramite il manierismo toscano penetrò e si diffuse in Germania. ...
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Pittore (Gouda 1523 - Bruges 1584). Si stabilì a Bruges, dove fu allievo di L. Blondel, e ne sposò la figlia. Dipinse soprattutto ritratti e quadri religiosi, e fu cartografo affermato (alcune tra le carte [...] 1545 circa, Tournai, Notre-Dame), fu tra i primi artisti dei Paesi Bassi ad assimilare l'influsso del manierismo italiano e di Michelangelo, conosciuto attraverso le stampe (Allegoria, 1547 circa, Londra, Wallace Collection; Giudizio universale, 1551 ...
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Pittore olandese (m. 1567). Citato da Vasari come nativo di Zierikzee (donde proveniva suo padre, anch'egli pittore), imparò l'arte ad Anversa e si formò sotto l'influsso di Quentin Metsys; i suoi quadri [...] ricerca formale, secondo un indirizzo che, pur restando ancorato alla tradizione nazionale, può ben ricondursi alle tendenze del manierismo. I dipinti più noti, che si ritrovano in più repliche con varianti, sono il S. Gerolamo (derivante dall ...
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manierismo
s. m. [der. di maniera]. – 1. a. Nella critica d’arte, termine con cui a partire dal sec. 17°, si è indicato, generalm. con intenzioni limitative o spregiative, l’insieme delle manifestazioni artistiche (cioè le diverse maniere)...
maniera
manièra (ant. manèra) s. f. [dal fr. ant. maniere, uso sostantivato dell’agg. manier, propr. «che si fa con le mani»]. – 1. a. Modo particolare di operare, di comportarsi: non tutte le operazioni si svolgeranno alla (o nella) stessa...