GIOVANNI Cieco da Parma
Anna Laura Saso
Nato a Parma (e non a Firenze come sostennero Rua, Flamini e Rossi), fu poeta improvvisatore e cantastorie attivo nella seconda metà del XV secolo.
Assai scarse [...] Gonzaga. Insieme con un altro cieco canterino, noto come ilCieco da Ferrara (Francesco Cieco da Ferrara), fu ospite del scomparsa a soli diciotto anni nel 1467. Figlia del marchese Ludovico, avrebbe dovuto sposare, al posto di sua sorella Susanna, ...
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In senso generale questo termine, secondo l'etimologia, significa l'arte e la scienza della giustificazione e della difesa. E dell'arte l'apologetica tiene certamente, per l'intento pratico che si propone, [...] "per naturale istinto", secondo il ragionare di S. Tommaso: un istinto cioè che non è un moto cieco né meramente sentimentale, ma è rivelazione. Il più cospicuo fra gli apologeti del Rinascimento è lo spagnuolo Ludovico Vives (morto il 1540) che ...
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PIERO della Francesca (detto anche dei Franceschi: Piero di Benedetto da Borgo San Sepolcro; Petrus Burgensis; Petrus de Burgo S. S.)
Pietro Toesca
Pittore e teorico dell'arte. Non è probabile ch'egli [...] , di prospettiva e di geometria. E nella sua terra morì, il 1492, cieco forse già da più anni.
Dei suoi primi esordî nell'Umbria , improntata volutamente nella chiusa immobile figura. Invece il S. Ludovico, del 1460, ora assai guasto, nel Palazzo ...
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Cardinale. Terzogenito del duca Ercole I e di Eleonora d'Aragona, nato a Ferrara il 20 novembre 1479. Destinato dal padre alla carriera ecclesiastica, a cinque anni era già abate commendatario di Canalnovo; [...] di farlo accecare dai suoi servi. Il disgraziato Giulio rimasto cieco di un occhio si accordò col secondogenito . Numerose notizie sul card. si trovano in M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto, Ginevra 1931, voll. 2;; A. Berzeviczy, Beatrice d'Aragona ...
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BENEDETTO III, papa
Ottorino Bertolini
Di famiglia romana; il padre si chiamava Pietro. Sin dall'inizio della sua carriera ecclesiastica appare nel clero del patriarchio lateranense, e quindi nella [...] alle porte della basilica di S. Pietro. Nel cieco impeto della demolizione andarono in pezzi e furono arse al matrimonio con l'amante Waldrada. Dell'856 è il convegno nel quale ad Orbe nel Vallese Ludovico II s'incontrò con Lotario II e con Carlo per ...
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STORIA DELLA MATEMATICA
Luigi Borzacchini
STORIA DELLA MATEMATICA
Il tempo della scienza senza tempo
La matematica è la più antica e la più immutabile delle discipline. Si può dire che la matematica [...] /2 + d e s/2 − d. Lo gnomone di lati s/2 e d ha area p e quindi il quadratino bianco di lato s/2 − b ha area (s/2)2 − p (che è nota). Da qui da parte di Ludovico Ferrari (1522-65), fisica newtoniana e abbastanza cieco nei confronti delle potenzialità ...
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ALFIERI, Vittorio
Mario Fubini
Nacque in Asti il 16 genn. (non 17, come è detto nella Vita) 1749 da Antonio Alfieri e da Monica Maillard de Tournon: fu battezzato col nome dell'avo materno Vittorio [...] . Per una clausola del testamento, ispirata da Ludovico di Breme, i manoscritti avrebbero dovuto essere consegnati soverchiante passione, «or cieca scorta odo il mio sol furore». Ma talora il suo discorso si fa più pacato e il poeta riesce a chiudere ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Dal post-Rinascimento al Risorgimento
Sergio Bertelli
Una nuova idea di Italia
Nell’Italia della metà del 16° sec. il pathos che aveva sorretto l’impegno ‘politico’ di Niccolò Machiavelli e di Francesco [...] che contro Dio e i santi combattesse, costruendola avvolti da cieco furore.
Baronio morirà nel 1607. Farà appena in tempo giorno che or ci risplende». Il Quattro e il Cinquecento rappresentano l’apice, con Ludovico Ariosto, da lui giudicato superiore ...
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BOCCACCIO, Giovanni
Natalino Sapegno
Frutto di una libera relazione di Boccaccio, o Boccaccino, di Chellino con una donna di cui nulla sappiamo, nacque, forse a Certaldo, ma più probabilmente a Firenze, [...] quella nel Tirolo presso il marchese Ludovico di Brandeburgo (1351) seguono quella ad Avignone presso il papa Innocenzo VI (maggio di ogni norma di vivere civile e nel trionfo del più cieco egoismo, persino i vincoli dell'amicizia e del sangue, e fra ...
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Istituzioni di cultura
Giuseppe Gullino
Alla caduta della Repubblica l’organizzazione culturale pubblica e privata in terra veneta era incentrata sull’asse Venezia-Padova. Volessimo poi distinguere, [...] organismo napoleonico non rimaneva in vita a Venezia che il solo Zendrini, ormai cieco.
Per la scelta dei soci (venti onorari; la sua prudenza, il quasi omonimo abate Ludovico Menin, allora presidente, non poté procrastinare oltre il 3 aprile ’48 ...
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