(App. II, i, p. 815; III, i, p. 508; V, ii, p. 20; v. ecumenismo, App. IV, i, p. 623)
Movimento ecumenico è l'espressione generalmente adottata per indicare i molteplici sforzi compiuti dalle Chiese cristiane [...] il ristabilimento, dopo la caduta del comunismo, delle cosiddette Chiese uniate, le Chiese orientali cattoliche che hanno conservato liturgia e usi cristiano-orientali, ma sono in comunione con il papa. Problemi di proprietà e di appartenenza, legati ...
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Ventunesimo Concilio della Chiesa cattolica, indetto il 25 dicembre 1961 e inaugurato l'11 ottobre 1962 da Giovanni XXIII, che ne presiedette il primo "periodo". Dopo la sua morte (3 giugno 1963), Paolo [...] è cioè l'azione del Cristo che - mediante l'opera dello Spirito - realizza nella Chiesa il suo mistero. L'azione liturgica e, per sua natura, "gerarchica" e comunitaria insieme: è, infatti, celebrazione di tutto il "popolo di Dio". Da tale principio ...
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. La Chiesa milanese ripete il proprio nome dal grande vescovo S. Ambrogio, estendendone tuttavia il significato alle età precedenti: cosicché per "Chiesa ambrosiana" si può intendere la vita e il funzionamento [...] , nel complesso delle cerimonie del divino servizio, alcune innovazioni, non è da riputarsi tuttavia istitutore del rito e della liturgia ambrosiana, che nacquero, non d'un tratto, ma per una lenta e progressiva differenziazione dal rito comune del ...
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MELCHITI
Giuseppe De Luca
. Con questo termine sono oggi comunemente designati i cattolici di rito bizantino, ma di lingua araba. Delle discipline dette in genere "orientali" - cioè l'alessandrina, [...] patriarcato d'Antiochia diede origine a varie chiese secondarie. Caduto nel 969 in potere dei Bizantini, finì per subirne la liturgia. I melchiti accettarono formule bizantine, e alla fine del sec. XIII il cambiamento di rito era totale; tuttavia i ...
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STEFANO VI (o V) papa
Mario Niccoli
Romano, nobile, noto per la sua pietà e carità, protetto dai papi Adriano II e Marino I, fu ordinato papa (settembre 885) alla morte di Adriano III. Carlo il Grosso, [...] al patriarcato. In rapporto con Sventiboldo, principe dei Moravi, St. volle imporre (886) a quella chiesa l'uso della liturgia in lingua latina, condannando così l'opera di S. Metodio e la direttiva politica seguita da Giovanni VIII. Due anni dopo ...
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GUGLIELMO da Volpiano, Santo
C. Sapin
GUGLIELMO da Volpiano, Santo (o di Digione o di Fécamp o di Fruttuaria)
G. nacque nel 962 nel castello dell'isola San Giulio sul lago d'Orta, in Piemonte, da Roberto [...] Cluny da Odilone (994-1049) -, dalla committenza di un eccezionale complesso monumentale a Digione e dall'attenzione verso la liturgia e il canto.G. si interessò molto alla musica, ed è noto che correggeva antifone, responsori e inni: testimonianza ...
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Membri della comunità cattolica del Libano che dipendono dal patriarcato di Antiochia. Traggono il nome dall’anacoreta Marone (m. inizi 5° sec.), sulla cui tomba ad Apamea, presso l’Oronte, sorse un monastero, [...] collegio per i m., ancora esistente.
I m. parlano oggi l’arabo; la loro antica lingua siriaca (aramaica), rimasta nella liturgia, è pronunciata nella forma meno genuina, detta occidentale o maronita. Il rito maronita è quello di Antiochia, comune ai ...
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Congregazioni pontificie
Le c. sono commissioni di prelati, con funzioni amministrative, legislative e giudiziarie, attraverso cui la Santa Sede tratta gli affari della Chiesa. Le prime c. nacquero nel [...] fede o la morale.
La C. per il culto divino e la disciplina dei sacramenti si occupa della disciplina della liturgia dei sacramenti, della loro celebrazione e delle dispense che in materia di sacramenti eccedono la competenza del vescovo diocesano ...
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È una lettera apostolica indirizzata dal papa o ai vescovi di tutto il mondo o a quelli di una sola regione, sopra argomenti riguardanti la dottrina cattolica o certe particolari situazioni religiose o [...] ; il 30 settembre successivo la Divino afflante Spiritu, sugli studî biblici; il 20 novembre 1947 la Mediator Dei sulla liturgia.
Enciclopedia Italiana, III Appendice, vol. I, 1961 - ENCICLICA (XIII, p. 944; App. II, 1, p. 853). - Tra le principali ...
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PULPITO (pulpĭtum)
Carlo CECCHELLI
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È in generale presso i Romani ogni piattaforma elevata su cui ci si posa per farsi vedere o udire: quindi in particolare il luogo dove siede il magistrato quando [...] serviva più al canto del solista, alle letture dei sacri testi o alla predicazione del vescovo (connesse con la liturgia sacramentale); perciò si trovava nel recinto del presbiterio. Il pulpito è fuori del presbiterio, nel cuore della navata maggiore ...
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liturgia
liturgìa s. f. [dal gr λειτουργία, der. di λειτουργός, comp. di λήιτον «il luogo degli affari pubblici» (der. di λαός «popolo») e ἔργον «opera»]. – 1. Nell’antica Grecia, e soprattutto in Atene, servizio di utilità pubblica imposto...
liturgico
litùrgico agg. [dal gr. λειτουργικός] (pl. m. -ci). – Che appartiene o si riferisce alla liturgia (nel
sign. odierno della parola): cerimonie l., riti l.; atti l. (la messa, i sacramenti, l’ufficio divino ora detto liturgia delle...