Letterato e filosofo (Ravenna 1771 - Bologna 1836). Influenzato dalla filosofia degli illuministi francesi e seguace delle teorie linguistiche di M. Cesaroti e di quelle politiche giacobine, scrisse opere [...] di carattere politico, filosofico e letterario (fra cui Della elocuzione, 1818-27; Del modo di comporre le idee, 1831; Dell'arte poetica, sermoni, 1836), che per il loro intento didattico-educativo non ...
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semantica
Silvio Bozzi
Studio delle proprietà delle teorie e dei linguaggi formali che, nella logica matematica, riguardano i rapporti tra espressioni linguistiche e loro interpretazioni. In questo [...] senso specifico la semantica nasce con le ricerche di Alfred Tarski degli anni Venti del secolo scorso in cui vengono definite, per ampie classi di linguaggi, nozioni centrali come quelle di interpretazione, ...
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Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] ’altra, da una ad altra epoca storica (F. Bacone, J. Locke, G.B. Vico, G.W. Leibniz ecc.); le forme linguistiche condizionano la vita intellettuale, le elaborazioni concettuali, il pensiero (T. Hobbes, G. Berkeley, D. Hume, J.G. Hamann), cosicché le ...
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significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).
In linguistica, ciò che si vuol dire pronunciando una frase o una parola, il messaggio [...] o espresse (λεκτά). Gli stoici distinsero tra ciò che significa, ciò che viene significato e l’oggetto, ovvero tra l’espressione linguistica, il s. vero e proprio che altro non è che una ‘rappresentazione razionale’ della cosa cui si pensa, e la cosa ...
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Filosofo francese (Epenoy, Doubs, 1940 - Parigi 2021), prof. al Collège de France. B. ha seguito un personale percorso di ricerca che guarda alla filosofia anglosassone piuttosto che a quella tradizionale [...] a L. J. Wittgenstein, di cui è autorevole interprete in Francia, e, più in generale, alle problematiche logico-linguistiche e di teoria della conoscenza della filosofia analitica. Tra i suoi lavori: Wittgenstein, la rime et la raison: science ...
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Studiosa di estetica (New York 1895 - Old Lyme, Connecticut, 1985). Ha insegnato in varie università degli USA e dal 1954 al Connecticut College. Pur risentendo l'influenza del pensiero americano contemporaneo, [...] nel campo dell'estetica, sviluppando spunti della filosofia delle forme simboliche di E. Cassirer. Contrapponendosi alle concezioni linguistiche del neo-positivismo, L. sostiene nella sua opera principale Philosophy in a new key (1942; trad. it ...
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VOLNEY, Constantin-François de Chassebœuf, conte di
Lorenzo Giusso
Erudito e filosofo francese, nato nel 1757 a Craon, morto a Parigi nel 1820. Studiò storia, filosofia, filologia, si appassionò per [...] lunghi viaggi nell'Asia e nell'Oriente mediterraneo dove lo attiravano le sue ricerche etniche, storiche e linguistiche. Nel 1789, eletto deputato all'Assemblea degli Stati Generali, intraprende la carriera politica, senza legarsi però risolutamente ...
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Filosofo (Ann Arbor 1912 - Pittsburgh 1989), figlio di Roy Wood, prof. nell'univ. di Pittsburgh. Sensibile sia alle suggestioni pragmatistiche sia a quelle neopositivistiche, la riflessione di S. si segnala [...] teorie fenomenistiche della conoscenza e alle epistemologie riduzionistiche e sottolineando per contro l'immanenza delle categorie linguistiche e interpretative all'esperienza sensibile. Di rilievo anche le sue riflessioni sull'intenzionalità e sul ...
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Filosofo (Lancaster 1911 - Oxford 1960), dal 1952 al 1960 professore di filosofia morale al Corpus Christi College di Oxford. Ha elaborato una forma peculiare di filosofia linguistica, per molti versi [...] di essa le più profonde e significative distinzioni radicate nella concezione del mondo dell'uomo comune. Le espressioni linguistiche si distinguono non tenendo conto esclusivamente delle informazioni che con esse si comunicano (atto locutivo), ma ...
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Filosofo inglese (Londra 1919 - Oxford 2006). Esponente tra i più vivaci della scuola di Oxford, si è occupato, nell'ambito dell'analisi del linguaggio, di varî temi di tipo logico-linguistico, con originalità [...] 'attribuzione di verità come manifestazione di consenso, non come affermazione di una corrispondenza ontologica tra fatto ed espressioni linguistiche). I rapporti tra logica formale e logica del discorso comune sono stati poi approfonditi da S. nella ...
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linguista
s. m. e f. [der. di lingua, sull’esempio del fr. linguiste] (pl. m. -i). – 1. Chi si dedica allo studio delle lingue (o anche soltanto, o in modo specifico, della propria lingua), soprattutto da un punto di vista teorico, sistematico...
linguistica
linguìstica s. f. [dal fr. linguistique, der. di linguiste «linguista»]. – Scienza che studia sistematicamente il linguaggio umano nella totalità delle sue manifestazioni, e quindi le lingue come istituti storici e sociali, la...