Scrittore, traduttore, critico di letteratura e d'arte, nato a Navacchio (Pisa) il 15 ottobre 1914. È stato professore di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea nell'università di Firenze [...] al tema", mentre negli anni recenti − degli specialismi critici − pur vicina ai presupposti esistenzialistici, alla psicoanalisi e alla linguistica, la sua linea teorica si definisce su un discrimine pre-strutturale (già presente nel precoce lavoro ...
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GRAMIGNA, Giuliano
Achille Tartaro
Scrittore e saggista, nato a Bologna il 31 maggio 1920. Laureato in giurisprudenza (1948) presso l'università di Milano, ha collaborato e collabora a periodici e quotidiani. [...] ai problemi teorici, G. mette a frutto nella pratica narrativa − esercitata con scaltrezza joyciana − gli strumenti della linguistica e della semiologia; fondandovi il metodo di un testo ostinatamente interrogato sulle sue ragioni strutturali ed ...
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GRAF, Arturo
Giuseppe Izzi
Nacque ad Atene il 19 genn. 1848 da Adolfo, agiato commerciante tedesco di Norimberga, e da Serafina Bini, anconetana, il primo di fede luterana, la seconda cattolica. Né [...] strumenti disponibili di alto livello al nuovo assetto della ricerca e degli studi nel campo della filologia e della linguistica" (M. Raicich, Di grammatica in retorica, Roma 1998, p. 228), come attestavano la Rivista di filologia e di istruzione ...
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Dante Alighieri, Opere minori: De vulgari eloquentia - Introduzione
Pier Vincenzo Mengaldo
Scritto successivamente all'esilio (I, VI, 3) e alla pace di Caltabellotta (II, VI, 4), preannunciato anzi [...] (non occorre qui dire con quante rettifiche per ciò che attiene alle concrete valutazioni); e anche le teorie propriamente linguistiche del trattato conoscono del resto la loro appendice e palinodia in Par. XXVI.
Con un movimento che appartiene alla ...
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Niccolò Tommaseo (Sebenico 1802 - Firenze 1874) iniziò i suoi studi a Spalato, in seminario, per proseguirli a Padova, dove si laureò in legge nel 1822 e si dedicò all’approfondimento e al perfezionamento [...] verso la toscanità viva (cfr. Vitale 1978: 429-32).
Nel Perticari confutato da Dante (1825) si ha il nucleo del pensiero linguistico tommaseiano, ma è poi il contatto diretto col parlato toscano a dare corpo al primato dell’uso vivo combinato con la ...
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GALEANI NAPIONE di Cocconato, Gian Francesco
Orietta Bergo
Nacque a Torino il 1° nov. 1748 nella parrocchia del Carmine, figlio primogenito di Valeriano (Carlo Giuseppe) e di Maddalena de Maistre. Come [...] dotti e sia strumento di estensione della cultura e della scienza a più larghi strati sociali. Tale politica culturale e linguistica nazionale avrebbe dovuto, secondo il G., essere avviata dal Piemonte sotto la guida della corte sabauda, in un ideale ...
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ARNALDI, Francesco
Francesco Della Corte
Nacque a Codroipo (Udine) il 5 ott. 1897 da Girolamo e da Giovanna Sebben, in una famiglia comitale risalente al Sacro Romano Impero. Compiuti gli studi liceali [...] resto dell'umanesimo veneto. La tradizione della scuola friulana si richiamava ai ginnasi asburgici: puntava più sulla conoscenza linguistica che sulla filologia. L'A. ancorò la sua concezione morale della vita alla pratica del cattolicesimo, inteso ...
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DONATI, Cesare
Enzo Frustaci
Nato a Lugo di Romagna (Ravenna) il 10 sett. 1826 da Giuseppe e Rosa Sinigallia, ebbe impediti gli studi da vicende familiari. Non perse però la voglia dell'apprendere. [...] opere, Ibozzetti romani (Roma 1884), in particolare, raggiunge un suo equilibrio tra capacità di rappresentazione e vivacità linguistica.
Altri scritti: Tra le spine, Milano 1869; Povera vita!, ibid. 1874; Foglie secche, Firenze 1875; Rivoluzione in ...
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(arabo ‛Arab) In senso stretto gli abitanti musulmani dell’Arabia, comunemente tutti gli individui di lingua araba, cioè gli abitanti dell’Arabia, della Siria, del Libano, della Giordania e dell’Iraq. [...] sia locale sia internazionale, con un’ulteriore intensificazione delle azioni dopo l’intervento militare anglo-americano in Iraq (2003).
Linguistica
L’arabo è una lingua semitica del gruppo meridionale e si suddivide a sua volta in settentrionale e ...
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Antropologia
Nel dibattito antropologico e sociologico contemporaneo, il termine g. ha sostituito il termine sesso per indicare la tipizzazione sociale, culturale e psicologica delle differenze tra maschi [...] chi non ha condiviso affatto la netta separazione crociana tra un momento intuitivo, libero dal condizionamento degli usi linguistici e degli istituti espressivi e formali, e un successivo momento intellettualistico, proprio del critico e non dello ...
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linguistica
linguìstica s. f. [dal fr. linguistique, der. di linguiste «linguista»]. – Scienza che studia sistematicamente il linguaggio umano nella totalità delle sue manifestazioni, e quindi le lingue come istituti storici e sociali, la...
linguista
s. m. e f. [der. di lingua, sull’esempio del fr. linguiste] (pl. m. -i). – 1. Chi si dedica allo studio delle lingue (o anche soltanto, o in modo specifico, della propria lingua), soprattutto da un punto di vista teorico, sistematico...