La lingua e la scuola
Luca Serianni
Prima dell’Unità l’interesse dei vari Stati per l’istruzione era complessivamente modesto. Nel segmento iniziale, quello dell’asilo infantile, si registra addirittura [...] , se lagrime
Ancora rinserra,
È giovin la terra.
Il testo presenta una certa pregnanza, confermando il tradizionale distacco del linguaggio poetico da quello comune: l’uomo è definito straniero perché da poco apparso sulla terra rispetto ai tempi ...
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I grecismi sono parole, forme, costrutti di origine greca introdotti in italiano in epoche diverse (➔ prestiti). Un nutrito gruppo di voci greche si era già acclimatato nel latino d’età classica e postclassica, [...] col ginocchio scoperto» – che si modellava su analoghi costrutti greci (gr. néos helikíen «giovane l’età»), il linguaggio poetico neoclassico ha riesumato il cosiddetto accusativo alla greca o di relazione (particolarmente nelle descrizioni del corpo ...
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LIGNANA, Giacomo
Francesca Dovetto
, Nacque a Tronzano Vercellese il 19 dic. 1827 da Giuseppe e da Margherita Lebbole. La famiglia, nobile e agiata, gli consentì di completare gli studi a Torino, dove [...] quella filosofia della storia che aveva rifiutato dagli hegeliani attraverso la filosofia del linguaggio e, più precisamente, attraverso la filosofia del linguaggio di Humboldt in quanto filosofia della lingua intesa come riflessione generale sull ...
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Per reduplicazione espressiva (o raddoppiamento espressivo) si intende un fenomeno morfologico e sintattico che consiste nella ripetizione (solitamente totale) di un’unità lessicale; è usata soprattutto [...] (III-V sec. d.C.) usa malus malus e malum malum, bonis bonis, bene bene, ecc.
La reduplicazione è frequente nel linguaggio infantile (si veda una reduplicazione diffusa nel ➔ baby talk come piccino picciò) e nei libri per bambini:
(1) due giandarmi ...
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verbo linguistica Nella grammatica tradizionale, parte del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità; variabile secondo la flessione verbale, [...] per funzione, è sufficiente a formare da solo un predicato, senza l’aggiunta di un sostantivo o aggettivo. religione Nel linguaggio ecclecclesiastico, la parola di Dio e anche il pensiero di Dio, come immagine perfetta di Dio stesso. V. incarnato è ...
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La d. nasce nel 19° secolo con ritardo rispetto alla linguistica tout court, e non soltanto perché ne forma un sottoinsieme ancillare, dedito all'indagine sulle varietà (di frequente segnate da inferiorità [...] piemontese C. Denina (1731-1813) iniziava le sue Observations sur les dialectes (1797) avvertendo che "i dialetti o linguaggi particolari delle diverse provincie d'un grande paese non sono figli della lingua alla cui nazione appartengono, ma ...
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Kristeva, Julia
Maurizio Trifone
Semiologa e psicoanalista bulgara naturalizzata francese, nata a Sliven (Bulgaria sud-orientale) il 24 giugno 1941. Ha studiato all'università di Sofia e dal 1966 all'École [...] , Bloomington 1990.
J. Lechte, Julia Kristeva, London-New York 1990.
Ethics, politics and difference in Julia Kristeva's writings, ed. K. Oliver, New York 1993.
G. Fagioli, Julia Kristeva. Da Tel Quel a 'L'insostenibile del linguaggio', Roma 1995. ...
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I rapporti tra lingua e musica sono strettissimi, sia perché gran parte della produzione poetica, non soltanto italiana, è stata concepita in funzione dell’accompagnamento musicale (dall’antica tragedia [...] o scuotimenti d’aria variati e sempre insignificanti quando son soli, ma bensì con appropriate note, da un sublime linguaggio poetico accompagnate (Rossi 2002: 110).
Fino al Settecento, l’italiano era tra le lingue più conosciute nelle corti europee ...
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Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803) è il maggior scrittore italiano di tragedie. Nacque nel Piemonte sabaudo, da nobile famiglia e studiò alla Reale Accademia di Torino, dove compì, come dice egli [...] entrati nell’uso letterario (così misogallo e odiosamato; anche snaturato deve probabilmente la sua fortuna ad Alfieri).
Quanto al linguaggio della tragedia, esso è e deve essere per Alfieri a sé stante, distante da quello di tutti gli altri generi ...
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Le cosiddette forme colloquiali (o colloquialismi) caratterizzano il dialogo informale e spontaneo, ovvero condizioni comunicative proprie del parlato (➔ colloquiale, lingua; ➔ lingua parlata). Esse sono [...] «senza parlare di» (a parte che è un maleducato, è anche bugiardo).
Tra gli avverbi propri del linguaggio colloquiale si segnalano: affatto e assolutamente, usati senza negazione con senso negativo (– condividi quello che ho detto? − assolutamente ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
elaborazione del linguaggio naturale (sigla NLP, Npl) loc. s.le f. Ramo dell'informatica e, in particolare, dell'intelligenza artificiale, che studia come programmare i computer perché analizzino e comprendano i dati del linguaggio naturale...