Bazin, André
Giorgio De Vincenti
Critico cinematografico francese, nato ad Angers (Maine-et-Loire) l'8 aprile 1918 e morto a Bry-sur-Marne (Seine-et-Marne) l'11 novembre 1958. Sospinto da un generoso [...] sempre mantenuto tra i due testi che si affrontano e slittano uno sull'altro, in un confronto tra poetiche e tra linguaggi, delineano non soltanto un possibile modo di essere dell'adattamento, ma anche un possibile modo di essere del cinema. Quello ...
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Il cinema: ricezione, riflessione, rifiuto
Dario Edoardo Viganò
Il cinema, la modernità e la doppia pedagogia della Chiesa
L’atto solenne che sancisce il legame, complesso e mai del tutto al riparo [...] Fino agli anni Dieci il cinema vive ancora una fase ‘primitiva’, in cui non è presente un vero e proprio linguaggio. Si realizzano filmati brevi, spesso accompagnati da altre forme di spettacolo. È un cinema ‘delle attrazioni’, un cinema visivo, dove ...
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Regista cinematografico francese (Parigi 1930 - Rolle, Svizzera, 2022). Tra i massimi esponenti del movimento francese nouvelle vague, si è sempre contraddistinto per la sua produzione attenta alle forme [...] a basso costo, fuori dalle strutture industriali, sottratto alle regole dello spettacolo. Alla critica radicale del linguaggio cinematografico tradizionale, si unì, nei film successivi, una sempre più consapevole critica dei valori sociali dominanti ...
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Nome d'arte dell'attore cinematografico Tomás Quintin Rodriguez (L'Avana 1933 - Miami 2017); dopo un anno di frequenza dell'Actors Studio di New York, ha esordito nel 1959 a New York. Trasferitosi in Italia, [...] (1971). Negli anni Settanta è diventato famoso con il personaggio del poliziotto Nico Giraldi, dall'abbigliamento bizzarro e dal linguaggio sboccato che è stato protagonista di numerosi film, a partire da Squadra antiscippo (1976) fino a Delitto al ...
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Regista cinematografico giapponese (n. Tokyo 1941). Maestro dell'animazione, dopo aver esordito nel 1963 presso lo studio Toei Douga ha realizzato (1971) la serie televisiva incentrata sul ladro Lupin [...] : Il castello nel cielo, 1986). Nel 1985 ha creato, con Isao Takahata, lo Studio Ghibli. L'evoluzione del suo linguaggio cinematografico ha portato M. a realizzare favole dalle atmosfere oniriche quali Tonarino Totoro (Il mio vicino Totoro, 1988) o ...
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Regista cinematografico (Helsinki 1883 - Stoccolma 1928). Attore di teatro, debuttò come regista cinematografico nel 1912; autore di commedie brillanti e sofisticate come Kärlek och journalistik ("Amore [...] e pittorica, attento alla psicologia dei personaggi come alle suggestioni del paesaggio nordico, capace di arricchire il linguaggio cinematografico con inventive soluzioni narrative e sintattiche, S. è con V. Sjöström il padre della cinematografia ...
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Caratterista
Mino Argentieri
È dalla tradizione teatrale che il cinema ha mutuato la figura del caratterista. Nell'Ottocento si era soliti discernere in un ordinamento ove si diversificava 'il primo [...] , ma non meno frequentemente risultano riconducibili a un ordito drammatico. Alla sapienza e alle pratiche del teatro, il linguaggio del film ha aggiunto l'imperativo di esigere, oltre alla fotogenia dei soggetti da fotografare, un'identità fisica e ...
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Im Lauf der Zeit
Fabrizio Colamartino
(RFT 1975, Nel corso del tempo, bianco e nero, 176m); regia: Wim Wenders; produzione: Wim Wenders; sceneggiatura: Wim Wenders; fotografia: Robbie Müller; montaggio: [...] delle sale cinematografiche. Durante una sosta sulle rive dell'Elba incontra Robert, un pediatra che si occupa di problemi del linguaggio, da poco separato dalla moglie e che ha appena rischiato di inabissarsi con la propria auto nel fiume al termine ...
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Teorico e sceneggiatore cinematografico ungherese (Szeged 1884 - Budapest 1949). Figura di rilievo della cultura ungherese, dopo aver partecipato alla rivoluzione del 1919, fu costretto all'esilio (Austria, [...] principalmente attorno al rapporto film-spettatore, alle possibilità espressive del mezzo cinematografico, agli elementi compositivi del linguaggio filmico. Tra le sue sceneggiature, ricordiamo quella di Die Dreigroschenoper di G. W. Pabst (1931 ...
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Bolt, Robert
Giuliana Scudder
Drammaturgo e sceneggiatore inglese, nato a Sale (Manchester) il 15 agosto 1924 e morto a Petersfield (Hampshire) il 20 febbraio 1995. Estraneo alla sperimentazione del [...] propria coscienza, e non a un ideale. Il legame con la tradizione, ma soprattutto l'attenzione estrema verso il linguaggio e la cura nell'elaborazione del dialogo gli consentirono di dominare, con successo, materiali narrativi complessi come quelli ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
elaborazione del linguaggio naturale (sigla NLP, Npl) loc. s.le f. Ramo dell'informatica e, in particolare, dell'intelligenza artificiale, che studia come programmare i computer perché analizzino e comprendano i dati del linguaggio naturale...