Tutte le storie della lingua latina portano una sezione, un capitolo, se non altro un cenno, all’influenza esercitata dal cristianesimo (assai sinteticamente Meillet 19333: 276; più estesamente Devoto [...] ed. 1973).
Devoto, Giacomo (1940), Storia della lingua di Roma, Bologna, Cappelli.
Devoto, Giacomo (19742), Il linguaggio d’Italia. Storia e strutture linguistiche italiane dalla preistoria ai nostri giorni, Milano, Rizzoli.
Fragnito, Gigliola (2005 ...
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DIANO (Diana), Giacinto, detto il Pozzolano
Mario Alberto Pavone
Nacque a Pozzuoli (prov. di Napoli) il 28 marzo 1731.
Pittore, la sua attività è ricordata solo a partire dal Napoli Signorelli e dalla [...] dei termini cronologici delle sue diverse esperienze, ma soprattutto a focalizzare le componenti specifiche del suo linguaggio in relazione ai progressivi mutamenti. Nel 1971 N. Spinosa ampliava numericamente le conoscenze, consentendo di spostare ...
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GREGORIO Nazianzeno, Santo
G. Galavaris
Predicatore, patriarca di Costantinopoli e Dottore della Chiesa, detto il Teologo, nato intorno al 330 ad Arianzo (presso Nazianzo in Cappadocia), dove morì nel [...] basilica vaticana, mentre il cranio è custodito nel monastero di Vatopedi al monte Athos.La vivace immaginazione e il linguaggio poetico e appassionato di G. hanno fatto sì che i suoi sermoni venissero frequentemente illustrati; per questo motivo si ...
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BURGIO, Francesco
Giuseppe Pignatelli
Nato a Giarratana Ceretani (Ragusa) il 2 apr. 1674 da nobile famiglia, vestì l'abito della Compagnia di Gesù il 28 giugno 1691, dopo aver trascorso l'adolescenza [...] , ove tale voto era qualificato per la prima volta come "sanguinario" e accusato di fanatica superstizione, sosteneva con un linguaggio molto moderato (tale abilità fu riconosciuta dallo stesso Muratori che definiva il B. "molto più moderato dei suoi ...
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Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente.
La spiegazione classica
Il [...] il mito non sorgerebbe che da un’alterazione del significato di certe parole, dovuta all’appercezione personificatrice (malattia del linguaggio): ciò che in origine era stato un aggettivo (per es. «luminoso», nella radice del nome Zeus, Iuppiter e ...
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Nome di movimenti religiosi, artistici e letterari sviluppatisi tra la fine del 19° e gli inizi del 20° sec. in relazione alla tendenza al rinnovamento e alla riforma di idee, metodi ecc., che si volevano [...] tecnica dei parnassiani e decadenti. Preziosità d’immagini ed effetti ritmici, cadenze musicali, esotismi verbali, libertà del linguaggio dalla sintassi comune possono essere ritenuti gli espedienti del m. che immise una forza nuova, ma transitoria ...
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Talmūd Titolo («studio») di due opere analoghe, che hanno per oggetto lo studio della dottrina tradizionale giudaica post-biblica (Mishnāh). Più importante è il T. babilonese (T. bablī o Talmūdā dĕ-Bābel [...] samaritano) per quello palestinese. Entrambe le varietà non corrispondono tuttavia alla lingua parlata, trattandosi di un linguaggio dotto e artificioso, molto influenzato dalla lingua letteraria biblica. All’elaborazione del T. babilonese si dedicò ...
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CROCE
M. della Valle
Nell'ambito delle aree geografiche, delle società, delle culture nelle quali ha avuto corso la storia del cristianesimo, la c. è il segno specifico della fede cristiana, centro [...] Leonardi, 1987) -, che dal consolidato piano dell'espressione delle lingue storico-naturali in particolare greca e latina, dal linguaggio gestuale del 'segnarsi' e 'segnare' della c. con la mano, dalla produzione paleofuneraria e giudeo-cristiana, la ...
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PALMIERI, Vincenzo
Francesco Buscemi
PALMIERI, Vincenzo. – Nacque a Genova nel 1753.
Si formò nella città natale alla scuola degli scolopi Giambattista Molinelli e Martino Natali, fu poi membro dell’oratorio [...] e all’avarizia di molti frati e monaci gli abusi nella pratica delle indulgenze (Codignola, 1941, II, p. 13). Il suo linguaggio caustico preoccupò il giansenista Paolo Marcello Del Mare, che ne attenuò i toni in qualche punto. Il Trattato ebbe varie ...
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Filosofo e teologo (Pallet, in Bretagna, 1079 - monastero di Saint-Marcel-sur-Saône 1142). Considerato, con Anselmo d'Aosta, come uno degli iniziatori del "metodo scolastico", la sua opera teologica lo [...] alcuni libri dell'Organon di Aristotele, alla grande e matura Dialectica (si elabora in queste opere una "filosofia del linguaggio" con un notevole interesse per il problema del valore dei "termini", anche in rapporto alle opposte tesi nominalistiche ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
elaborazione del linguaggio naturale (sigla NLP, Npl) loc. s.le f. Ramo dell'informatica e, in particolare, dell'intelligenza artificiale, che studia come programmare i computer perché analizzino e comprendano i dati del linguaggio naturale...