L’espressione lingua (o italiano) d’oggi, così come quella, equivalente, di italiano contemporaneo (entrambe usate negli studi: per l’una Cortelazzo 2000, LId’O 2004, Dardano & Frenguelli 2008; per [...] impermeabili ai forestierismi come la lingua del diritto (che di recente ha accolto mobbing e stalking; ➔ giuridico-amministrativo, linguaggio) e lo stesso parlato (okay! è sulla bocca di tutti); le proposte di adattamento delle parole inglesi, anche ...
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Per variazione diamesica si intende la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico) (➔ lingua parlata; ➔ lingua [...] Pelo & A. Stefinlongo, Roma, Aracne, pp. 15-29.
Lavinio, Cristina (1986), Tipologia dei testi parlati e scritti, «Linguaggi» 3, 1-2, pp. 14-22.
Mioni, Alberto M. (1983), Italiano tendenziale: osservazioni su alcuni aspetti della standardizzazione ...
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Le formule dubitative sono elementi eterogenei (parole, sintagmi, frasi) accomunati dalla funzione di esprimere un atteggiamento di dubbio o di incertezza del parlante rispetto al contenuto dell’enunciato.
Nel [...]
Quando forse è seguito da che introduce un’interrogativa retorica:
(31) forse che non ci conosciamo?
Tipica soluzione del linguaggio giornalistico moderno, per esprimere dubbio o per indicare che una data notizia non è sicura o di fonte diretta, è ...
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I vezzeggiativi sono alterati (➔ alterazione) che hanno un significato attenuativo con forte componente affettiva. Attraverso il vezzeggiativo il parlante vuole in genere esprimere la propria vicinanza [...] : Ambra → Ambry.
Un altro tipo comune di riduzione con effetti vezzeggiativi è dato da un processo «normale nel linguaggio infantile, consistente nel ridurre una base al piede che contiene l’accento primario, cioè al suo piede finale» (Thornton ...
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Lingua degli Ebrei ashkenaziti, nata intorno al 10° sec., quando Ebrei provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale si stabilirono in Renania. Il termine deriva dal ted. jiddish, alterazione [...] scrittori come Mendelè Mōkēr Sĕfarīm, I.L. Peretz e S. Aleichem nel volgere di pochi decenni resero lo y. un linguaggio letterario compiuto e raffinato. Dopo di loro lo y. espresse una letteratura moderna a livello europeo, pur rimanendo viva l’idea ...
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Linguista statunitense, nato a St. Paul (Minnesota) il 9 agosto 1929. Ha studiato alle università del Minnesota e del Michigan, dove ha conseguito il PhD nel 1961. Docente prima alla Ohio State University [...] ) identifica alcune proprietà o alcuni rapporti fra certi oggetti che costituiscono i suoi argomenti, non coglie le ambiguità del linguaggio naturale, per cui in una frase come Mario ha urtato il tavolo, il ruolo esercitato da Mario potrebbe essere ...
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Filologo romanzo, nato a Cremona il 3 giugno 1920. Ha insegnato nella università di Torino (dal 1962), e (dal 1974) in quella di Firenze. Socio dell'Accademia della Crusca (dal 1972), ne ha diretto dal [...] critica testuale: ad A. si deve il brillante saggio su Gli orecchini di Montale (1965), il primo esempio di analisi funzionale del linguaggio poetico, poi in Tre saggi su Montale (19775); e ancora Modelli semiologici nella Commedia di Dante (1975). ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] .
A cavallo tra Cinquecento e Seicento, l’italiano si confronta direttamente (e non solo attraverso le traduzioni) col linguaggio scientifico. In questo settore spicca l’operato di ➔ Galileo Galilei, che va, in direzione della lingua materna, persino ...
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LINGUE, REGNO D'ITALIA
Dal momento che i tempi della storia linguistica, e più in generale culturale, non si possono scandire precisamente su quelli della storia politica, sarà inevitabile in questa [...] parler en francois, / Qe j'ai apris [a] parler anchois [Poiché io so il francese, e so parlarlo meglio di ogni altro linguaggio, mi sembra strano e innaturale lasciare ciò che ho imparato sin dall'infanzia; ché la lingua di Francia è tale, che chi l ...
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Si assumono come riferimenti cronologici simbolici di questa voce il 1211, anno del primo documento fiorentino conservato, e il 1375, anno della morte di Boccaccio.
Il Duecento è il secolo nel quale il [...] poesia come un semplice controcanto dello stile illustre (quale per lo più non è), di realistico e popolare hanno certamente il linguaggio:
Ne la stia mi par esser col leone
quando a Lutier son presso ad un migliaio [«a distanza di un miglio»],
ch ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
elaborazione del linguaggio naturale (sigla NLP, Npl) loc. s.le f. Ramo dell'informatica e, in particolare, dell'intelligenza artificiale, che studia come programmare i computer perché analizzino e comprendano i dati del linguaggio naturale...