corretto /ko'r:ɛt:o/ agg. [part. pass. di correggere]. - 1. a. [che è stato reso migliore e più esatto eliminando errori, imperfezioni e sim.] ≈ (fam.) aggiustato, (lett.) emendato, (lett.) medicato, rettificato, [...] avvertito. ↑ ammonito, redarguito, richiamato, rimproverato, ripreso. 2. [che è privo di errori o difetti, di ragionamento, linguaggio e sim.: un compito c., una traduzione c.] ≈ accurato, esatto, giusto, preciso, regolare, valido. ↔ errato, erroneo ...
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appoggio /a'p:ɔdʒ:o/ s. m. [der. di appoggiare]. - 1. [ciò che serve per sostenersi] ≈ [→ APPIGLIO (1)]. ● Espressioni: fig., pezza d'appoggio → □. 2. (fig.) a. [sostegno morale, con la prep. a o assol.: [...] amicizia, conoscenza, entratura, (fam.) maniche, (fam.) maniglie, relazione. □ pezza d'appoggio [calco del fr. pièce à l'appui, nel linguaggio burocr., quanto serve a giustificare una spesa; anche ciò che è a fondamento di un fatto, di una presa di ...
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griffe /grif/ s. f., fr. [dal longob. grif, come l'ital. griffa], in ital. invar. - 1. (abbigl.) [nel linguaggio della moda, nome o simbolo dello stilista applicato su un capo di abbigliamento] ≈ etichetta, [...] firma, logo, marchio. 2. (estens.) [nella moda, indirizzo di gusto e di tendenza: ha dato una g. ai suoi capi] ≈ cifra, impronta, linea, stile ...
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raffinato [part. pass. di raffinare]. - ■ agg. 1. (industr.) [di sostanza che ha subìto un processo di raffinazione] ≈ depurato, purgato, purificato, [spec. di metallo] fino, [spec. di metallo] puro, [spec. [...] a cose spiacevoli: umorismo r.; crudeltà r.] ≈ fine, sofisticato, sottile. ↔ grossolano, ingenuo, semplice. c. [di linguaggio, stile e sim., che manifesta cura e ricercatezza] ≈ coltivato, colto, curato, dotto, forbito, ricercato, scelto, selezionato ...
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mugugno s. m. [voce genov. di origine onomatopeica, entrata nell'uso attrav. il linguaggio marin.]. - [manifestazione di malcontento espresso a mezzavoce] ≈ borbottamento, brontolamento, [continuo e prolungato] [...] bofonchio, [continuo e prolungato] borbottìo, [continuo e prolungato] brontolìo ...
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evitare [dal lat. evitare, der. di vitare "evitare", col pref. e-] (io èvito, ant. evìto, ecc.). - ■ v. tr. 1. [tenere lontano qualcosa o qualcuno, anche fig.: e. la compagnia di qualcuno; e. una responsabilità] [...] i contesti): questa è la tipica situazione da e.; è un personaggio da evitare.
Nel registro fam. e soprattutto nel linguaggio giovanile, e. può essere usato anche come assol., nel senso di «smetterla di seccare»: guarda, oggi non è proprio aria ...
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gruppo s. m. [dal germ. kruppa]. - 1. a. [insieme di più cose distinte l'una dall'altra, ma che insieme formano un tutto: g. di case] ≈ aggregato, aggregazione, complesso, insieme, raggruppamento, unione. [...] complesso, formazione. d. (sport.) [insieme dei partecipanti a una gara, spec. nel ciclismo] ≈ drappello, grosso, schiera. 4. [nel linguaggio scientifico, ripartizione operata in base a criteri qualitativi] ≈ categoria, classe, genere, sistema, tipo. ...
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sparare [dall'ant. sparare "sventrare un animale per toglierne le interiora"]. - ■ v. tr. 1. [fare partire uno o più proiettili da un'arma da fuoco: s. un colpo di pistola] ≈ esplodere, tirare. 2. (estens., [...] , raccontare. b. [avanzare come richiesta: s. un prezzo esorbitante] ≈ pretendere. ↑ esigere. ⇑ chiedere. 4. (gerg.) [nel linguaggio giovanile, consumare qualcosa con avidità, spec. nella forma spararsi: spararsi un panino] ≈ (fam.) fare fuori, farsi ...
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gufare v. intr. [der. di gufo] (aus. avere), gerg. - [nel linguaggio giovanile, essere causa di sfortuna: come gufa, quello] ≈ fare l'uccello di malaugurio, iellare, portare iella, (pop.) portare sfiga [...] (o, fam., sfortuna) ...
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gufo s. m. [lat. tardo gūfo (-ōnis), d'origine onomatopeica]. - 1. (zool.) [uccello rapace notturno degli strigidi]. 2. (fig.) a. [persona poco socievole: fare la vita del g. (o una vita da g.)] ≈ asociale, [...] eremita, introverso, misantropo, orso, solitario. ↑ burbero, scontroso, scorbutico. ↔ buontempone, compagnone. b. (gerg.) [nel linguaggio giovanile, persona che porta sfortuna] ≈ iettatore, menagramo. ...
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Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente socioculturale. Dalle peculiarità della...