participare
É un verbo caratteristico del linguaggio filosofico, di tradizione platonico-neoplatonica (nel latino medievale participatio, participare). In esso si esprime la nozione del rapporto di ‛ [...] partecipazione ' che sussiste tra una realtà mutevole e inferiore e una immutabile e superiore (idea esemplare, essenza o natura divina, ecc.). In tal senso ogni essere fa derivare la sua essenza dalla ...
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dimenticare
Questo verbo, caratteristico prevalentemente del linguaggio prosastico, presenta lo stesso significato e gli stessi usi della lingua moderna. Vale " non ricordare ", in Vn XVI 4 dimenticando [...] quello... che... m'addivenia; XXXVII 2 e ora pare che vogliate dimenticarlo per questa donna che vi mira; XXXIX 3; anche in Cv II XV 6 non dee l'uomo... dimenticare li servigi ricevuti, dove tuttavia nel ...
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fato [plur. fata]
Domenico Consoli
Nel linguaggio dantesco il termine perde la connotazione pagana di ‛ inesorabile e misteriosa forza che regge il corso delle cose ' sovrapponendosi alla volontà stessa [...] degli dei, e si piega al senso cristiano, più volte e unanimemente precisato dagli antichi commentatori: " profundum decretum vel iudicium divinum " (Benvenuto); " ordine fatale che dipende da la providenzia ...
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SPIRANTIA SIGNA
G. Becatti
Termine del linguaggio poetico e critico dei Romani per definire statue che sembrano animate di vita interiore grazie all'abilità dell'artista, come se respirassero.
Virgilio [...] (Aen., vi, 848) dice che altri potranno meglio dei Romani modellare animate statue di bronzo e così chiama anche quelle di progenitori nel tempio mantovano: Pari lapides, spirantia signa (Georg., iii, ...
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scheduled tribes
Vengono così chiamate nel linguaggio costituzionale e legale le comunità tribali dell’India, per un processo analogo a quello delle . Già nell’Ottocento il governo coloniale britannico, [...] presentandosi come benevolo protettore dei «tribali», aveva varato misure atte a limitare l’influsso di «estranei» all’interno delle loro comunità (influsso che, in realtà, venne facilitato proprio dal ...
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apollineo/dionisiaco
Antitesi terminologica introdotta nel linguaggio filosofico da Nietzsche, che se ne servì in La nascita della tragedia (➔) (1872) per illustrare i due impulsi essenziali dai quali [...] nacque la tragedia attica, «opera artistica altrettanto dionisiaca quanto apollinea». Lo spirito a. è ordine e armonia delle forme, mentre lo spirito d. è ebbrezza ed esaltazione entusiastica priva di ...
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alterita
alterità
Concetto filosofico che nel linguaggio scolastico si oppone a quello di ‘identita’. Già Platone, specialmente nei dialoghi dialettici (➔ per es. il Sofista), muovendo dall’opposizione [...] eleatica dell’essere e del non essere o, più esattamente, di «quel che è» a «quel che non è», riconosce come, in questo secondo termine dell’antitesi, il «non essere» si risolva nell’«essere altro». Viene ...
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disdegnoso
Vincenzo Valente
. Aggettivo proprio del linguaggio amoroso, riferito alla filosofia in un gruppo di passi che stanno a commento di Cv III Amor che ne la mente 76 (ella la chiama fera e disdegnosa), [...] e IV Le dolci rime 5 (ma perché li atti disdegnosi e feri). Seguendo il consueto procedimento retorico psicologico, che ritrascrive i modi dell'esperienza amorosa mantenendone i caratteri figurali, il ...
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fondare
Vincenzo Valente
Verbo proprio del linguaggio filosofico, ricorrente più volte nel Paradiso sempre in forma pronominale e con senso figurato; unito alle preposizioni ‛ sopra ' e ‛ in ', reggenti [...] i termini su cui ‛ si fonda ' ciò che s'intende dimostrare. Il concetto di " avere, trovare fondamento ", insito nel verbo, postula in ogni caso da un lato un fatto da dimostrare, dall'altro un argomento, ...
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affermare
Federigo Tollemache
È termine del linguaggio filosofico e pertanto ricorre ben diciassette volte nel Convivio. Nelle altre opere le attestazioni sono meno numerose.
Nel Convivio a. significa [...] " asserire una cosa come vera e certa ". D. usa questo verbo sia che parli in modo generale (II IV 16 e 17, III XV 6), sia che riporti l'asserzione altrui (II V 5, vici 10, III II 5, V 7, IV II 14, VI ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
elaborazione del linguaggio naturale (sigla NLP, Npl) loc. s.le f. Ramo dell'informatica e, in particolare, dell'intelligenza artificiale, che studia come programmare i computer perché analizzino e comprendano i dati del linguaggio naturale...