Il Novecento è il secolo dell’immagine e del suono, e la radio ne è una delle espressioni più caratterizzanti. La voce esce per la prima volta dal privato, dallo spazio comunque limitato nel quale da sempre [...] fondere le particolari inflessioni regionali nell’unicità del linguaggio nazionale che essa porta dovunque incessantemente e con fa e chi l’ascolta.
Ma alla radio, soprattutto alla RAI, c’è, da una parte, ancora molto parlato monologico, letto o ...
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di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] ma mi ci → mi ci
(11) nel cumulo si si la s del primo si diventa c [ʧ]: si si = ci si (ci si conosce)
La formazione dei cumuli è basata su uno (compresa la forma di cortesia; ➔ cortesia, linguaggio della), il verbo non è all’imperativo bensì al ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] (1857-1861) di Gerolamo Boccardo, il Dizionario del linguaggio italiano storico ed amministrativo (1881) di Giulio Rezasco, ebbe esito felice. Il primo volume del 1941, con le lettere A-C, fu anche l’ultimo.
La casa editrice UTET di Torino, erede dell ...
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Il testo, l’unità fondamentale della comunicazione linguistica, si definisce per la sua natura funzionale (persegue uno scopo comunicativo globale) e semantica (il suo significato è unitario e strutturato). [...] un’effettività molto povera o scadente. «Un linguaggio creativo con un contenuto inconsueto esercita, al La linguistica italiana alle soglie del 2000 (1987-1997 e oltre), a cura di C. Lavinio, Roma, Bulzoni, pp. 413-451.
Ferrari, Angela & Zampese ...
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La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] 122) e si colloca al crocevia di importanti aree del linguaggio boccacciano; in quanto espressione concisa e arguta, esso s’ frattura dal fiorentino del Trecento all’Italiano contemporaneo, Firenze, C.D. Offset.
Nencioni, Giovanni (1953), Un caso ...
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L’esigenza di ordinare in base a precisi parametri il panorama delle parlate dialettali d’Italia è stata avvertita fin dagli albori della dialettologia scientifica, anche se i tentativi compiuti in tal [...] napolitane»);
(d) il toscano e il «linguaggio letterario degli Italiani».
Lo schizzo ascoliano, per ) /k/ ([ˈliŋgwa] contrapposto a [ˈleŋgwa], e simili, del resto d’Italia);
(c) il passaggio di -rj- a /j/ ([forˈnajo] < fornariu(m)), che oppone ...
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Per comprendere il nesso tra storia della lingua e storia della Chiesa è sufficiente ricordare i caratteri cruciali delle cosiddette religioni abramitiche, le religioni, cioè, che vedono nelle vicende [...] rivista da san Girolamo fra il 382 e il 405 d.C., si era teorizzata la necessità di una trasposizione passiva, che della fusione, in Dire l’ineffabile: Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] più tarde, dell’inizio del XVI secolo, fondate sul linguaggio letterario). L’intento di Alberti non era normativo: non mostra l’attenzione non solo per quello che c’è nella lingua, ma anche per quello che non c’è e non può esserci, secondo un nuovo ...
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I verbi transitivi e quelli intransitivi (la cui definizione e la cui terminologia furono fissate già nella grammatica antica) rappresentano un’opposizione fondamentale tra i ➔ verbi di una lingua. Nella [...] b. [la terra] ruppe in molte parti del mondo (Giamboni 1968: 98)
c. lo mio sonno si ruppe (Dante, Vita nova 3, 1-9)
Il 603.
Coseriu, Eugenio (1971), Solidarietà lessicali, in Teoria del linguaggio e linguistica generale. Sette studi, a cura di R. ...
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Con il termine arabismi si intende una particolare classe di esotismi, molti dei quali successivamente integratisi nel vocabolario italiano e allineatisi alla morfologia della nostra lingua (➔ adattamento; [...] di V. Bertolucci Pizzorusso, Milano, Adelphi, pp. 489-759.
Cardona, Giorgio R. (1990), I linguaggi del sapere, edizione a cura di C. Bologna, Roma - Bari, Laterza.
Contini, Riccardo (1994), Pidgins arabi nella letteratura italiana del Cinquecento ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
f. c.
– 1. Nel linguaggio sport., abbrev. di «fuori combattimento», espressione comunem. adoperata in luogo di quella originale inglese k.o. (knock out), per significare che in un incontro di pugilato uno dei contendenti è stato atterrato...