Pseudonimo del regista cinematografico francese René Chomette (Parigi 1898 - ivi 1981). Esordì con film a medio metraggio legati alle esperienze dell'avanguardia: Paris qui dort (1923); Entr'acte (1924), [...] were none (Dieci piccoli indiani, 1945). I temi base di C. torneranno nei film del dopoguerra: Le silence est d'or ( ma ormai risultava indebolita la sua capacità di rinnovare il proprio linguaggio: i toni alti in parte gli sfuggono (La beauté du ...
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Metodologia di ricerca sviluppata nel campo delle scienze sociali per lo studio sistematico e oggettivo delle comunicazioni, o messaggi nell'accezione più ampia del termine, che persone e/o gruppi sociali [...] sono prodotti, diffusi e recepiti.
Sviluppo della metodologia
L'a. del c. nacque negli SUA verso la fine del 19° sec., con lo H. D. Lasswell nel corso dell'ultima guerra nel campo del linguaggio politico (H. D. Lasswell e altri, The language of ...
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Filosofo e storico della filosofia tedesco (Breslavia 1874 - New York 1945); dal 1919 fu prof. e poi rettore nell'univ. di Amburgo; esule per le persecuzioni razziali naziste, fu prof. a Oxford (1934), [...] 1925 e 1929; trad. it. 1961-66) C. concepisce anche il mito, il linguaggio, la religione, l'arte, ecc., come forme forma simbolica corrispose un ampliamento dell'interesse storiografico di C., che trovò espressione in numerose opere: Freiheit und ...
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Poeta statunitense (West Hills, Long Island, 1819 - Camden, New Jersey, 1892). Fortemente legato a una visione armonica dell'universo naturale, che trova nei fondamenti progressisti del trascendentalismo [...] più vari della realtà coeva si fondono in un linguaggio magmatico e innovativo, fitto di contaminazioni e di neologismi , dalla cosiddetta scuola di Chicago (C. Sandburg, V. Lindsay, E. L. Masters) a modernisti come W. C. Williams, H. Crane ed E ...
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Filosofia
La coscienza che l’io ha di sé stesso. Il termine ha trovato la più larga utilizzazione nel linguaggio idealistico, a partire da Kant in cui l’a. è la coscienza che ha di sé l’io puro quale condizione [...] in certi stati mentali indotti da droghe, ‘frammentato’ o ‘fuso in altri’, in alcune esperienze schizofreniche, pseudo-mistiche, isteriche; c) il senso dell’identità: io sono quello di ieri, sono lo stesso nello scorrere del tempo; questo modo dell’a ...
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Architettura
Orientamento (detto anche decostruttivismo) emerso nella produzione architettonica degli ultimi due decenni del 20° sec. nel panorama sia statunitense sia europeo. Pur non trattandosi di [...] , nella critica dello strutturalismo classico di F. de Saussure e C. Lévi-Strauss, e in qualche modo anche nella filosofia di un continuo gioco di rinvii, non perché il linguaggio letterario sia caratterizzato da una peculiare ricchezza semantica, ma ...
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Uomo politico e sindacalista italiano (Torino 1910 - Formia 2008). Antifascista, tra i personaggi di maggiore rilievo della sinistra italiana ed europea, partecipò attivamente alla Resistenza nelle file [...] della sua esperienza politica e umana: si segnalano ancora Un dialogo (intervista di C. Ginzburg, 2002); La memoria è lunga (2003, in collab. con F. Montevecchi); Il linguaggio del tempo (2004). Nel suo ultimo saggio, Le parole della politica (2008 ...
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In matematica, spazio a più dimensioni; il numero di queste si indica generalmente con n, nel qual caso si parla anche di spazio di dimensione n; poiché lo spazio ordinario è a tre dimensioni, in senso [...] la quantità
si definisce ipersfera l’insieme dei punti P aventi, da un punto C (c1, c2, ..., cn), detto centro dell’i., distanza minore o uguale ) incognite: tuttavia, l’uso sistematico del linguaggio e delle nozioni proprie della geometria ha il ...
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Pianista statunitense (n. New York 1947). P. si è imposto, a partire dagli anni Settanta, come uno dei migliori interpreti del repertorio classico e romantico. La sua ricerca interpretativa, dalla scelta [...] equilibrio e coerenza e su una profonda comprensione del linguaggio musicale. La sua tecnica ineccepibile, senza inutili e con direttori quali L. Bernstein, R. Muti, G. Solti, C. Abbado e Z. Mehta. Nel 1973 ha debuttato al festival di Aldeburgh ...
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Poeta (Marradi 1885 - Castel Pulci, Firenze, 1932). Figlio di un maestro elementare, rivelò presto indole inquieta e straordinaria sensibilità. Dopo il liceo a Faenza, frequentò corsi di chimica all'univ. [...] , il decadentismo francese e il futurismo giocoso di un Palazzeschi, l'opera di C., per l'intensità visionaria, per la lirica suggestione del suo linguaggio analogico, ha avuto largo influsso sulla poesia italiana successiva, in particolare su quella ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
f. c.
– 1. Nel linguaggio sport., abbrev. di «fuori combattimento», espressione comunem. adoperata in luogo di quella originale inglese k.o. (knock out), per significare che in un incontro di pugilato uno dei contendenti è stato atterrato...