mai che (ma' che)
Mario Medici
La congiunzione (" di uso quasi esclusivamente poetico con un valore che passa da ‛ pur. che ' a un semplice ‛ ma ' - calco del provenzale mas que ", C. Segre, Lingua, [...] stile e società, Milano 1963, 136) si riscontra nelle Rime, nella Commedia e nel fiore nei casi e significati seguenti.
Rime LXVIII 11 sì ch'altro mai che male io non aspetto (Contini: " Mai che - etimologicamente ...
Leggi Tutto
trovatore
Alessandro Niccoli
In Cv IV IX, dopo aver ricordato che solo quelle sono nostre operazioni che subiacciono a la ragione e a la volontade (§ 4), D. distingue tra operazioni che la nostra [ragione] [...] concesso di studiarne e di scoprirne le modalità.
Quale calco del provenzale trobador il vocabolo ricorre in Vn III 9 per indicare chi rapporti tra D. e la cultura trobadorica, come pure per il giudizio da lui dato della lingua dei trovatori, v. OC. ...
Leggi Tutto
folletto
Vincenzo Valente
Appare una sola volta, in If XXX 32 Quel folletto è Gianni Schicchi, / e va rabbioso altrui così conciando.
Il vocabolo, che era già nel francese e nel provenzale folet, col [...] ha preso in D. il senso di " spirito maligno " conforme col carattere demonico del personaggio cui è attribuito. La lingua del Trecento, con Passavanti (Specchio, ediz. Fraticelli, p. 379), ha f. come sinonimo di " demonio ": " il demonio si chiama ...
Leggi Tutto
croio
Lucia Onder
Dal provenzale croi (la voce ha riscontri anche in alcuni dialetti dell'Italia settentrionale; cfr. Parodi, Lingua 279), col valore di " non arrendevole " (Anonimo), " duro ", ricorre [...] in If XXX 102, detto de l'epa [" pancia ", " ventre "] croia (in rima con Troia e con noia) dell'idropico Mastro Adamo, gonfia e indurita come cuoio, tanto che, percossa, sonò come fosse un tamburo (v. ...
Leggi Tutto
tedesco
Guido Favati
" Germanico ", " della Germania ". In Cv I VI 8 è infatti in parallelo con d'Italia: uno abituato di latino non distingue, s'elli è d'Italia, lo volgare [inghilese] da lo tedesco; [...] né lo tedesco, lo volgare italico dal provenzale. Cfr. anche Cv I VII 13, If XVII 21, Pd VIII 66; e v. TEUTONICI.
È per l'esistenza di un'aula in cui si parli la lingua nazionale italiana, materialmente dispersa ma viva nelle sue membra.
Bibl. ...
Leggi Tutto
musare
Alessandro Niccoli
Con il significato di " stare oziosamente a guardare ", " attardarsi ", compare in If XXVIII 43 Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse [" indugi ", Anonimo; " expectas ", [...] vocabolo, diffuso anche nelle parlate dell'Italia settentrionale, con riscontri nel francese antico muser e nel provenzale muzar (Parodi, Lingua 282), dall'originario significato di " tenere fisso il muso su qualcosa " dichiarato dal Varchi (Ercolano ...
Leggi Tutto
malenanza
Luigi Vanossi
Il vocabolo, di origine provenzale (malanansa, da mal anar, " malandare "), ampiamente testimoniato nella lingua del Due-Trecento (Guido delle Colonne La mia gran pena 8, Bonagiunta [...] Gioia né ben 34, Chiaro S'io mi parto 36, ecc.) ricorre due volte nel Fiore, dapprima nelle parole di Ragione: ché sie certano, a cu' e' dà di piglio, / egli 'l tiene in tormento e malenanza, IX 13 (cfr. ...
Leggi Tutto
follore
Guido Favati
Corrisponde al provenzale folor, che anche D. adopera per metterlo sulle labbra di Arnaldo Daniello (Pg XXVI 143). Compare col senso di " stoltezza ", " sciocchezza ", in Fiore [...] lirica due-trecentesca (se ne vedano i molti esempi citati in M. Corti, I suffissi dell'astratto -OR e -URA nella lingua poetica delle origini, in " Atti R. Accad. Naz. Lincei " Rendiconti, s. 8, VIII [1953] 304; e cfr. inoltre Davanzati Rime, a ...
Leggi Tutto
inveggia
Gallicismo, da ricondurre al provenzale envja, " invidia " (" più che la forma del vocabolo, ce ne persuade il trovarsi esso adoperato solo in poesia ": Parodi, Lingua 227), di uso abbastanza [...] frequente nella lirica due-trecentesca (cfr. per es., oltre a Patecchio Spianamento 188 " qe 'nveça ie'l fa dire ", Guinizzelli Tegno de folle 'mpres', a lo ver dire 38; Cino da Pistoia Caro mio Gherarduccio ...
Leggi Tutto
paruta [cfr. Parodi, Lingua 260; e cfr. il provenzale paruda]
Ricorre tre volte nel Purgatorio, sempre in rima; in due casi vale " apparenza ", " sembianza " (v. PARERE [verbo]): XXVI 70 Non altrimenti [...] stupido si turba / lo montanaro... / che ciascun'ombra fece in sua paruta, " ne la sua apparenzia " (Buti); XXIX 142 Poi vidi quattro [personaggi] in umile paruta, " in humili aspectu " (Pietro): in quest'ultimo ...
Leggi Tutto