Il termine onomastica (dal gr. onomastikḗ (tékhnē) «arte del denominare», a sua volta da ónoma «nome») nell’accezione moderna e specialistica designa la scienza che studia i nomi propri nel loro complesso [...] , e ciò sollecita, anche nei parlanti, curiosità riguardo l’origine del nome.
Un nome può dirsi trasparente quando si può identificare un qualche significato associandolo a parole della lingua che si parla. Ma anche in questo secondo caso il parlante ...
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Il termine neologismo giunse in Italia dalla Francia, dove néologisme, formato non più tardi del 1735 su elementi del greco classico significanti «nuova parola», completati dal suffisso -isme (it. -ismo), [...] Prospero Viani col Dizionario di pretesi francesismi e di pretese voci e forme erronee della lingua italiana (1858-1860); mentre sotto la bandiera del misoneismo si pose la maggior parte degli altri repertori, tra cui il Vocabolario di parole e modi ...
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Poiché il Risorgimento ebbe come esito l’Unità nazionale, la connessione con i fatti linguistici risulta immediata, in quanto gli eventi politici, conclusi con la formazione del Regno nel 1861 e con lo [...] essere condizionata da una visione politica basata sull’avversione per l’ingerenza straniera: si veda la Storia della lingua italiana del lessicografo piemontese Giuseppe Grassi (2010), incompiuta ma recentemente restituita alla luce, che risale ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] sintattico prosodicamente condizionato nei testi toscani risalgono al XIII secolo (➔ fonetica storica; ➔ Duecento e Trecento, linguadel); ad es., sì mmi grava, né mi fosse, tu ssé spietato (Contini 1960, II; Castellani 1982; Formentin 1995 ...
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L’interiezione (lat. interiectio «atto di gettare in mezzo») è una categoria di parole (tradizionalmente, una parte del discorso) invariabili con il valore di frase, usata per esprimere emozioni o stati [...] tradizione grammaticale greca l’interiezione non compare come parte autonoma del discorso: Dionisio Trace (I secolo a.C.), il altrettanto spesso, tuttavia, interiezioni tipiche di una lingua non si riscontrano in altre anche storicamente vicine: è ...
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Nella storia della lingua letteraria italiana Gabriele D’Annunzio (Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia, 1938) occupa un posto di primo piano, per due ordini di ragioni. Innanzi tutto, si tratta di [...] teatrale dannunziana. Sin dalla prima tragedia in prosa (La città morta) si nota il netto rifiuto del teatro naturalistico: D’Annunzio si sforza di attingere una lingua senza tempo, di recuperare una parola non compromessa con la contemporaneità. I ...
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Lionardo Salviati (1539-1589) fu uno dei protagonisti della ➔ questione della linguadel Cinquecento. Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina le cui vicende si intrecciano con quelle dei Medici [...] autori «quello stupore e quel miracolo» che è ➔ Dante;
(c) ma le linguesi affermano solo se chi le parla è consapevole del loro valore e se quelli che hanno il prestigio per farlo si impegnano per il loro riconoscimento e la loro diffusione;
(d) il ...
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Carlo Goldoni (Venezia 1707 - Parigi 1793) trascorse parte della fanciullezza a Venezia, e l’adolescenza e la giovinezza in varie sedi. Compì studi disordinati e concluse quelli di diritto. Avvocato a [...] debban rappresentar sulle scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti che nel libro del Mondo si leggono». E continuava: «Quanto alla lingua ho creduto di non dover farmi scrupolo d’usar molte frasi e voci Lombarde, giacché ad intelligenza anche ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] Decamerone (1584-1586) di Leonardo Salviati la linea bembesca confluisce come componente essenziale del programma di codificazione della lingua che si prefiggevano i fondatori dell’Accademia della Crusca; un programma nel quale, con la rivalutazione ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] cortigiana o italianista non offriva uniformità, ma al contrario il perdurare del polimorfismo quattrocentesco. La ricetta toscanista offriva sì un modello di lingua viva unitario, ma privo di autorità letteraria. La rigorosa imitazione libresca ...
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lingua-ponte
(lingua ponte), loc. s.le f. Lingua utilizzata come veicolo di comunicazione tra persone che parlano idiomi diversi. ◆ L’italiano, parlato da oltre 56 milioni di abitanti, lingua di uno dei Paesi fondatori dell’Unione, alquanto...
si
sì avv. [lat. sīc; nel sign. 2 come forma abbreviata della locuz. affermativa sic est «così è»] (radd. sint.). – 1. Forma ant. e letter. equivalente a così: a. Con sign. modale, «in questo modo, in tal modo, nel modo che si è detto o che...