In ambito linguistico e letterario, con purismo si intende ogni dottrina e atteggiamento critico-normativo, a carattere tradizionalista, che rifiuta e condanna con intransigenza ➔ neologismi, tecnicismi, [...] che la lingua italiana aveva avuto il suo secolo d’oro nella Toscana del Trecento, in quanto il linguaggio toscano, portato alla sua massima grazia dai grandi scrittori del Trecento, rispetto agli altri dialetti neolatini si era già costituito ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] (il più antico documento alfabetico della penisola italica è una tavoletta etrusca del VII secolo a.C.). Dall’alfabeto della lingua etrusca si sono sviluppati gli alfabeti osco, umbro e latino, diretto antecedente di quello italiano: i segni dell ...
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Il concetto di standard in linguistica identifica una ➔ varietà di lingua soggetta a codificazione normativa (➔ norma linguistica), e che vale come modello di riferimento per l’uso corretto della lingua [...] 1981: 128).
Il coronamento di questo processo si ha nella prima metà del Cinquecento con la fioritura di grammatiche del volgare (➔ grammatica), che diffondono il modello fiorentino come lingua letteraria in tutta Italia, e discutono e fissano ...
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Le lingue delle arti sono collocabili entro il confine delle lingue speciali o settoriali (cfr. Bellucci 1997 per l’architettura; ➔ linguaggi settoriali). Tradizionalmente, soprattutto in Italia, le arti [...] repertorio di tecnicismi delle arti, infatti, secondo le modalità tipiche della lingua tecnica, si forma in buona parte con il ricorso alla metafora e alla risemantizzazione del lessico comune in funzione specialistica, e quindi con scelte fortemente ...
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Etnico è un termine (si tratta di solito di un aggettivo, ma anche di un nome) indicante l’appartenenza a una nazione, un popolo, una regione, una città: ad es., romano in rapporto a Roma o milanese in [...] sono state create a tavolino, da geografi o altri che si sono trovati nella necessità di disporre di un aggettivo etnico, Germanici, i Britannici, gli Etiopici, in Id., Saggi sulla linguadel Novecento, Firenze, Sansoni, pp. 196-212.
Prati, Angelico ...
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Le varietà italo-albanesi (arbëresh) sono parlate in 50 comunità (di cui 41 sedi comunali), distribuite in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (fig. 2). Gruppi albanofoni [...] 1995). Al loro interno si distinguono le varietà gheghe, parlate nella parte settentrionale del territorio albanofono, nel Kosovo e nella Macedonia, e le varietà tosche, parlate nelle zone meridionali, incluse la lingua standard, le varietà albanesi ...
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Frase nucleare è un’etichetta generica e imprecisa con cui si indicano le frasi ‘più piccole’ di una lingua, cioè quelle non composte da altre frasi, combinando le quali si ottengono costruzioni più complesse [...] salvo i casi di diverso segno indicati sopra – è una linguadel tipo SVO (Soggetto - Verbo - Oggetto), in cui bocca allo stesso parlante o a un altro parlante) di iniziali frasi nucleari (si parla allora di frasi-sequenza, come in 63 e in 64):
(63) ...
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L’espressione lingua pidgin (forse da pitsin, versione in pidgin inglese della Cina dell’ingl. business «affari»: Shi 1992) designa le lingue che si sviluppano in situazioni di contatto di lingue e di [...] solo infinito è infatti una delle caratteristiche del ➔ foreigner talk, il modo in cui i nativi si rivolgono a stranieri che non capiscono la lingua (Berretta 1990).
Oltre a FAI, ISE e Lingua franca si ha menzione di altre potenziali varietà sorte ...
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Il verbo volgarizzare (attestato dal 1268) significa, in senso stretto, volgere un testo latino in lingua volgare (secondo un processo di traduzione ‘verticale’, dalla lingua più prestigiosa a una meno); [...] ) e poi rapidamente diffusa in tutte le lingue europee, si veda il fondamentale studio di Folena (1991).
Il rinnovamento culturale che caratterizzò il XIII e il XIV secolo (➔ Duecento e Trecento, linguadel) e l’emancipazione della cultura volgare ...
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La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] compresenza di dialetto e italiano, almeno per Napoli, si ha precoce testimonianza di ➔ variazione diastratica (De Blasi 2002a): nel 1589 Del Tufo (cfr. Del Tufo 2007) distingueva la linguadel «popolaccio» dal «favellar gentil napolitano», per lui ...
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lingua-ponte
(lingua ponte), loc. s.le f. Lingua utilizzata come veicolo di comunicazione tra persone che parlano idiomi diversi. ◆ L’italiano, parlato da oltre 56 milioni di abitanti, lingua di uno dei Paesi fondatori dell’Unione, alquanto...
si
sì avv. [lat. sīc; nel sign. 2 come forma abbreviata della locuz. affermativa sic est «così è»] (radd. sint.). – 1. Forma ant. e letter. equivalente a così: a. Con sign. modale, «in questo modo, in tal modo, nel modo che si è detto o che...