Patronimico (il termine deriva dal gr. patronymikós, comp. di patro- «relativo al padre» e ónyma, variante di ónoma «nome», attraverso il lat. patronymicus) è detto il nome proprio, cognome, soprannome [...] del padre. Quando un nome segue la linea onomastica femminile si parla di matronimico e matronimia. Patronimico può riferirsi sia a Stampatori.
Rohlfs, Gerhard (1990), Studi e ricerche su lingua e dialetti d’Italia, Firenze, Sansoni.
Serianni, Luca ...
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I deonomastici (o deonimici; La Stella 1982; Schweickard 2002-) sono lessemi formati a partire da nomi propri. Possono essere di vari tipi secondo la base di derivazione (anche detta eponimo): si chiamano [...] composizione, di eponimi. Questo tipo sfrutta largamente le possibilità morfologiche della lingua. Ad es., a partire dal nome dell’ex-sindaco di Roma Veltroni si incontrano nei giornali (e altrove) suffissati come veltronata, veltroniade, veltroniano ...
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DALLE LASTE (Delle Laste), Natale
Paolo Preto
Nato a Marostica (Vicenza) il 30 marzo 1707 da Pietro e Margherita Tisocco, entrò in seminario a soli undici anni e conseguì a ventidue la laurea in teologia. [...] Padova lo designarono a storiografo del l'università ed egli si apprestò ad un ampio lavoro di scavo archivistico e a Padova nel 1851. Notevole fu anche la sua produzione in lingua italiana, tra cui ricordo le Opere di S. Speroni (Venezia ...
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Il termine rianalisi abbraccia fenomeni linguistici di varia natura, per lo più in prospettiva diacronica, e con riferimento a livelli d’analisi diversi (morfologia, sintassi). Il termine evidenzia una [...] italiano è di genere opposto, e/o fonomorfologici della lingua d’arrivo (lessemi in /-o/ in grande di ➔ clitici, può allora aver luogo la cosiddetta risalita del clitico. Se si considerano i seguenti esempi:
(1) Piera lo vuole / lo comincia a fare ...
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Il femminile è, insieme al ➔ maschile, uno dei due valori che assume il ➔ genere grammaticale in italiano (anche se esistono tracce frammentarie di ➔ neutro). Al pari del maschile, il femminile riguarda [...] tigre (maschio o femmina)
Volendo disambiguare questa classe di nomi si ricorre, in italiano moderno, a composti con determinante a destra connesse al problema politico del genere (➔ genere e lingua).
Hanno una varietà di suffissi:
(a) il ...
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Il termine partitivo indica la funzione, propria di alcuni elementi (l’➔articolo, il clitico ne o altri ➔ clitici), di indicare il prelievo di una ‘parte’, una quantità indeterminata, dal referente del [...] nome a cui si legano. In italiano il partitivo ha tre forme: l’articolo partitivo vero e proprio (§ 2), l’articolo zero (§ 3), la particella ne (§ 4). Questa varietà di forme, tra le lingue romanze, è tipica dell’italiano: il francese ha la prima e ...
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Tradizionalmente considerata un tropo, la sineddoche (dal gr. synekdokhḗ, da syn «con, insieme» e ekdékhomai «ricevo, prendo», che i latini traducono con conceptio, intellectio) è una figura retorica che [...] dell’uno evoca l’idea dell’altro perché vi è compreso (come quando si chiama il volto labbra). E la distingue in sineddoche della parte, del 1949).
Mortara Garavelli, Bice (1993), Le figure retoriche. Effetti speciali della lingua, Milano, Bompiani. ...
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BERTOLDI, Vittorio
Tullio De Mauro
Nato a Trento il 2 apr. 1888, dopo gli studi medi, nel 1907, si trasferì a Vienna, dove fino al 1911 fu iscritto in quella facoltà di filosofia. Ancora studente, si [...] . L'opera, insieme con lavori minori, valse al B. la libera docenza (1924) in lingue neolatine.
Nel 1925, in qualità di lettore di lingua e letteratura italiana, il B. si trasferì a Bonn, dove restò fino al 1931: nell'università renana egli poté ...
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Il punto esclamativo (detto talvolta anche punto ammirativo), composto da un punto in basso e da un trattino verticale soprascritto ‹!›, è un segno di interpunzione (➔ punteggiatura) classificabile tra [...] segno risale invece a Coluccio Salutati (➔ Umanesimo e Rinascimento, lingua dell'), che, in copie da lui controllate di sue trova posto in qualche trattato» (Schiaffini 1935), tra i quali si segnala per la sua rilevanza L’arte del puntar gli scritti ...
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L’espressione foreigner talk (dall’ingl. foreign «straniero» e talk «parlata»), introdotta come termine tecnico da Ferguson (1971), indica il modo semplificato con cui si parla a interlocutori stranieri [...] «non ho visto l’uomo di cui stai parlando»
(f) sono usati termini concreti invece che astratti e si ricorre a parole di lingue di maggiore diffusione, come francese e tedesco:
(8) bisogna mettere il dito a gauche a sinistra links «bisogna premere ...
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lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo della masticazione e della deglutizione...
lingua-ponte
(lingua ponte), loc. s.le f. Lingua utilizzata come veicolo di comunicazione tra persone che parlano idiomi diversi. ◆ L’italiano, parlato da oltre 56 milioni di abitanti, lingua di uno dei Paesi fondatori dell’Unione, alquanto...