TOPIARIUS
Red.
È nel mondo romano il giardiniere. I topiarii sono schiavi o liberti di imperatori o di famiglie patrizie. Erano considerati in una posizione superiore agli altri operai (Cic., Parad., [...] v, 2) e il loro mestiere richiedeva un certo gusto, differenziandosi da quello del semplice arborator e dello hortulanus (v. giardino).
Il t. si occupava infatti di dare un ordine artistico alle piantagioni ...
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VEDIO (o Veidio) POLLIONE, Publio (P. Veidius o Vedius Pollio)
A. Longo
Magistrato romano, figlio di liberti, ma entrato nell'ordine equestre per le sue grandi ricchezze, fece parte della cerchia degli [...] amici di Augusto.
Fu detto di lui che usava dare in pasto alle murene gli schiavi. Durante il periodo che trascorse in Asia (non si sa se con funzioni di proconsole) si rese popolare tra gli abitanti di ...
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ARGENTARIUS
I. Calabi Limentani
Il primo significato della parola argentarius fu a Roma quello di banchiere, di cambiavalute; quello di argentiere, produttore o venditore di vasellame, di oggetti della [...] il resto d'Italia sono testimoniati due schiavi (a Pozzuoli, C. I. L., x, 1914, e a Chiusi, C. I. L., xi, 2133) e tre liberti presso Verona, un liberto d'alto rango sociale, un seviro (C. I. L., v, suppl. Pais, I, 215), ad Aquileia (C. I. L., v, 3428 ...
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ANULARIUS
I. Calabi Limentani
La voga di portare anelli fu così diffusa nella Roma antica, che una categoria di gioiellieri, gli anularii (o annulari), li produceva esclusivamente.
Di contro ad una [...] o piuttosto inizio dell'Impero (C.I.L., vi, 9144); un solo ingenuus (C.I.L., xiii, 7249), gli altri tutti liberti, ma nessuno appartenente alla casa imperiale. Lavoravano per il pubblico, non si sa se avessero negozi propri; né se siano da mettere in ...
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GEMMARIUS
I. Calabi Limentani
È nome che si trova solo nelle iscrizioni (e nella Vulgata: Esodo, xxviii, 11); in Roma era il mercante, il venditore di pietre dure e preziose lavorate o anche allo stato [...] ., iv, 8505).
P. Licinius Primus (ing., Forum Novum nell'Emilia, I sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., ix, 4795).
M. Lollius Alexander (lib.?, Roma, II sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 9433).
Pagus (ser., Roma, v. aurifex, iscr. fun., C. I. L., vi ...
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Erudito (Verona 1662 - Roma 1729). Studiò teologia, anatomia, botanica, matematica, fisica, astronomia, nel 1689 si trasferì a Roma dove studiò le lingue ebraica, greca e francese, l'archeologia e la storia. [...] iscrizioni relative alla storia della Chiesa), si fecero gli scavi dei Farnese sul Palatino e si scoprì il colombario dei liberti di Livia sull'Appia. Fu (1705) segretario della congregazione per la riforma del calendario, sul quale aveva scritto 2 ...
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Vedi MARMORARIUS dell'anno: 1961 - 1973
MARMORARIUS
I. Calabi Limentani
Lo scultore in marmo era detto a Roma m. (faber), e lapidarius; più raramente sculptor, scalptor, o in modo generico artifex (v.); [...] op. cit. in bibl., i, p. 428; contra J. M. C. Toynbee, op. cit. in bibl., p. 28, n. 2).
Sex. Octavius Eutyxus (sigillareus, lib., Roma, C.I.L., vi, 9894).
A. Pantuleius di Efeso e di Mileto (Atene, firma in greco su colonna con dedica, C.I.A., i, 480 ...
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AURIFEX
I. Calabi Limentani
Aurĭftx, o raramente aurarius (faber) era chiamato in Roma sia l'orafo che lavorava l'oro, sia il venditore e il negoziante di oreficerie e di vasellame d'oro. L' a. poteva [...] C., iscr. fun., C. I. L., vi, 9204);
Vicentia (auri netrix, Roma, 111-1V sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 9213).
Zeuxis (lib. imperiale, Roma, I sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 3927).
Bibl.: E. Saglio, in Dict. Ant., I, 1873, p. 568 ss., s ...
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BRATTIARIUS
I. Calabi Limentani
Brattiarius (o anche bractearius, bracteator, blattarius) era in Roma l'artigiano che batteva i metalli in sottilissime lamine, foglie (bracteae, laminae, lamellae). [...] , un b. (C. I. L., vi, 6939) e un auri aceptor (C. L L., vi, 9212) sono liberti di uno stesso patrono. Una dedica di due liberti, forse fratelli, rende noto un collegium di brattiarii znauratores (C. I. L., vi, 95). Era un mestiere esercitato anche ...
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libamento
libaménto s. m. [dal lat. libamentum], raro. – Ciò che si offre agli dei nelle libagioni, e la libagione stessa: fatti a Nettuno e agli altri numi I libamenti (Pindemonte).
libano
libàno s. m. [dall’arabo libān «canapo, corda», o dall’ant. nordico līk-band, comp. di līk «orlo della vela» e band «legame, nodo»; cfr. fr. liban, provenz. ant. liban(t)]. – Corda vegetale, fatta di fibre intrecciate e non ritorte,...