Nome che indicava a Roma la condizione del padrone rispetto ai servi e ai liberti, usato poi come appellativo rispettoso fra privati. Come titolo pubblico fu respinto da Augusto e da Tiberio, preteso da [...] Caligola e Domiziano, accettato da Traiano, formalmente prescritto da Diocleziano, in luogo del titolo di imperator Caesar, nella forma D. Noster.
D. gregis Il capo della compagnia drammatica presso gli ...
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VEDIO (o Veidio) POLLIONE, Publio (P. Veidius o Vedius Pollio)
A. Longo
Magistrato romano, figlio di liberti, ma entrato nell'ordine equestre per le sue grandi ricchezze, fece parte della cerchia degli [...] amici di Augusto.
Fu detto di lui che usava dare in pasto alle murene gli schiavi. Durante il periodo che trascorse in Asia (non si sa se con funzioni di proconsole) si rese popolare tra gli abitanti di ...
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Nell’antica Roma, i mercanti di vestiti, professione esercitata per lo più da uomini liberi o da liberti; anche, gli schiavi delle case ricche addetti al guardaroba. Ai v. castrenses, che provvedevano [...] al guardaroba dell’imperatore, si connette l’importante corpo dei v. della corte bizantina e il vestarario (➔) della corte pontificia (carica soppressa nel 1032) ...
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In Roma antica, messo o cursore alle dipendenze di diversi magistrati e sacerdoti. I v., per lo più liberti, avevano funzioni simili a quelle dei littori: comunicavano ai senatori la convocazione del senato, [...] eseguivano citazioni giudiziarie, sequestri e arresti ecc ...
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tabellario Nell’antica Roma, schiavo incaricato di recapitare le lettere del padrone. Durante l’Impero i t. pubblici, schiavi o liberti, erano addetti al servizio di consegna dei dispacci del governo imperiale, [...] sotto gli ordini di un praepositus tabellariorum ...
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Nell’antichità, ufficiale subalterno (fig.) al servizio dei magistrati romani forniti di imperium, di alcuni sacerdoti e delle imperatrici, che precedevano in pubblico portando i fasci littori. Erano di [...] solito liberti, stipendiati e organizzati in decurie.
Nel periodo fascista, lo studente universitario vincitore di una gara dei littoriali della cultura e dell’arte o dello sport. Littoriali del lavoro erano gare pratiche e teoriche sulle conoscenze ...
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Presso gli antichi Romani, subalterno al servizio dei magistrati, dell’imperatore, dei sacerdoti. Erano a. gli scribae (copisti), gli accensi (subalterni), i lictores (littori), i viatores (viatori), i [...] praecones (araldi). Spesso liberti, ricevevano uno stipendio dall’erario. Nel Medioevo si continuò a dare questo nome ai servi di magistrati e, in qualche luogo, anche di autorità militari. Si dissero a. anche quelli che precedevano i carri degli ...
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PERTINACE, Publio Elvio (P. Helvius Pertinax)
Arnaldo Momigliano
Imperatore romano (1° gennaio - 28 marzo 193 d. C.). Nato ad Alba Pompeia (Alba in Piemonte) nel 126 d. C. da umile famiglia di liberti, [...] era arrivato sotto il regno di Commodo al grado di prefetto della città di Roma, dopo essere stato governatore di parecchie provincie (Mesia, Dacia, Siria, Africa). Ucciso Commodo il 31 dicembre 192, il ...
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Uomo politico romano (2º-1º sec. a. C.); legato pretorio nella guerra sociale, debellò i Marsi (88 a. C.); console con Gneo Ottavio nell'87 a. C., si mise in urto col suo collega per aver proposto una [...] legge che ammetteva i liberti alle votazioni. Ne seguì una nuova guerra civile e, con il trionfo di C. e di Mario, l'abrogazione degli ordinamenti sillani dell'88 e il ritorno in vigore delle leggi Sulpiciane dello stesso anno. La politica mariana di ...
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NEODAMODI (νεοδαμάδεις)
Paola Zancan
Così si dicevano a Sparta gli iloti liberati; o meglio quelli che, tra gl'iloti liberati, costituiscono la categoria più numerosa. Schiavi liberati, dunque, ma in [...] nulla affini ai liberti dei Romani. Il diritto di cittadinanza fu loro sempre negato: le eccezioni individuali singolarissime non fanno che confermare la regola. Della posizione giuridica dei neodamodi poco sappiamo, e quel poco non è ben chiaro; ...
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libamento
libaménto s. m. [dal lat. libamentum], raro. – Ciò che si offre agli dei nelle libagioni, e la libagione stessa: fatti a Nettuno e agli altri numi I libamenti (Pindemonte).
libano
libàno s. m. [dall’arabo libān «canapo, corda», o dall’ant. nordico līk-band, comp. di līk «orlo della vela» e band «legame, nodo»; cfr. fr. liban, provenz. ant. liban(t)]. – Corda vegetale, fatta di fibre intrecciate e non ritorte,...