Città della Galilea, patria adottiva di Gesù, e centro del suo ministero pubblico. La località situata, secondo i Vangeli, sul lago di Genesaret, posto di dogana e sede di una piccola guarnigione romana, [...] quando Giuseppe Flavio vi si ritirò. Da alcuni episodî riferiti nella letteratura rabbinica (Midr. Qohel., I, 8) si apprende che nel e III). Gli edifici hanno un parallelo nei monumenti romani della Siria (tempio di Sanamen, palazzo di Chaqqa) ...
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Scrittore romeno, nato nel 1787, o più probabilmente nel 1788, a Hertga, nell'Alta Moldavia, morto a Iaşi, nel 1869. Suo padre, oriundo della Galizia polacca, si chiamava Assakiewicz. L'A. fece i suoi [...] a Ion Eliade Rădulescu, l'A. è stato anche uno tra i più tenaci divulgatori della lingua e della letteratura italiana in Romania. Le sue poesie risentono dell'imitazione del Petrarca e degli Arcadi.
Bibl.: E. Lovinescu, Gheorghe Asachi, Bucarest 1921 ...
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Latinista francese, nato ad Annecy (Haute Savoie) il 13 settembre 1900, morto a Six-Fours (Var) il 20 settembre 1976. Dal 1924 al 1926 soggiornò presso l'Ecole française di Roma; dopo una breve permanenza [...] Grenoble, fu nominato maître de conferences di Lingua e letteratura latina a Bordeaux; nel 1945 fu chiamato a insegnare la religione, sia nei suoi aspetti arcaici e più tipicamente 'romani', sia dal punto di vista dell'influsso greco (con articoli ...
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È il solo dei trattati retorici latini anteriori all'età di Cicerone giunto fino a noi. Erennio, a cui esso è dedicato, appare unito all'autore da parentela e amicizia, da comunanza di tendenze spirituali [...] è possibile, di trarre in prevalenza gli esempî dalla letteratura, storia e mitologia nazionale, ha il merito d' tentativo di una teoria retorica con carattere pratico e con impronta romana.
Bibl.: G. Thiele, Quaestiones de Cornifici et Cic. artibus ...
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È autore di un breve scritto (Liber memorialis) dedicato a un tal Macrino, che qualcuno, poggiando sul fragile argomento della somiglianza del nome, volle identificare con l'imperatore Opilio Macrino (217-218 [...] Giustino, se si ammette pel nostro una data più tarda: per la parte romana si è pensato ad Igino (cfr. E. Wöllflin, De L. Ampelii Su i confronti con Floro insiste forse troppo M. Galdi, in L'epitome nella letteratura latina, Napoli 1922, p. 80 segg. ...
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Critico drammatico italiano, noto anche con lo pseudonimo di Caramba, nacque a Napoli nel 1856. Dalla città natale venuto giovanissimo a Roma, scrisse dapprima sul Corriere di Roma, sul Don Chisciotte, [...] il difensore delle correnti che s'andavano manifestando nella letteratura drammatica sulla fine dell'800; ma più importante fu nel 1904, fondando nel Teatro Argentina di Roma la Stabile Romana, di cui fecero parte, con la vecchia Giacinta Pezzana, ...
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È il riassunto, o compendio, di uno scritto ampio, fatto in generale allo scopo di alleggerire ad altri la fatica di una lunga lettura. Nel mondo classico si compendiavano, a preferenza, le lunghe opere [...] gli scrittori morali più compendiati figura Plutarco. La più antica epitome romana è quella di Marco Giunio Bruto, l'uccisore di Giulio Cesare l'epitome è stata particolarmente coltivata nella letteratura latina medievale e in quella greco-bizantina. ...
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Città cananea ricordata fin dalla più remota antichità, posta sopra un anfiteatro roccioso, a non grande distanza dal mare e a N. di Gaza. È menzionata nelle tavolette di Tell el-‛Amarna. Spesso ribelle [...] origine il celebre poligrafo Ibn Hagiar al-‛Asqalānī (v. arabi: Letteratura, p. 864 a).
Dopo l'occupazione della Terra Santa, fatta del santuario della dea Derceto, di un tempio eretto nell'epoca romana alla dea Fortuna, di una basilica del sec. VII e ...
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PRAZ, Mario
Scrittore e anglicista, nato a Roma il 6 settembre 1896. Fece gli studî a Firenze; nel 1923 si recò a Londra con una borsa di studio e lavorò nel British Museum; dal 1924 al 1932 tenne la [...] , in Civiltà moderna, 1929-30; Fortuna della lingua e della cultura italiana in Inghilterra, in Romana, agosto 1939; T. S. Eliot e Dante, in Letteratura, luglio 1937; Milton e Poussin alla scuola dell'Italia, nel vol. Gusto neoclassico, ecc.). Sia ...
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Nato il 9 ottobre 1261, succeduto al padre Alfonso III nel 1279, morì il 7 gennaio 1325. Di poca importanza fu l'unica guerra ch'egli combattè, contro Ferdinando IV di Castiglia (1295-97). Fu amareggiato [...] dei nobili e del clero, regolò i rapporti con la Curia romana con due concordati (1289 e 1309), e poté così far portugueses, Coimbra 1926, voll. 22; S. Pellegrini, D. Denis, Saggio di letteratura portoghese con appendice di traduzioni, Belluno 1927. ...
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romanista
s. m. e f. [der. di romano1; nel sign. 2 è un prestito dal fr. romaniste, da roman «romanzo1, neolatino»] (pl. m. -i). – 1. Giurista specializzato nello studio e nella conoscenza del diritto romano. 2. Studioso, linguista o filologo...
romano1
romano1 agg. e s. m. (f. -a) [lat. Romanus]. – 1. a. Di Roma, come città e stato del mondo antico: la storia r.; la repubblica r., l’impero r.; il popolo r., la popolazione r. (v. anche S.P.Q.R.); la civiltà, l’arte r.; la letteratura...