Carmi campestri e satirici degli antichi Latini, la cui origine, convessa con usi rustici, è illustrata in un famoso passo di Orazio. "Gli antichi agricoltori del Lazio, dopo aver riposto il grano, davano [...] .: I fescennini sono quasi sempre connessi con la "satira drammatica". Cfr., oltre alle maggiori storie della letteraturalatina, M. Lenchantin, Appunti sull'ellenismo nella poesia latina, in Memorie dell'Accademia di Torino, 1911-12, p. 332 segg. ...
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LABERIO, Decimo (Decĭmus Laberius)
Nicola Terzaghi
Scrittore romano di mimi, appartenente a famiglia equestre. Contemporaneo di Cicerone e di Cesare, doveva esser nato nel 106 a. C. Secondo S. Girolamo, [...] Gesch. der Lat. Lit., I, Monaco 1927, p. 257 segg.; G. Curcio, Storia della letteraturalatina, II, Napoli 1923, p. 537 segg.; V. Ussani, Storia della letteraturalatina, Milano 1929, p. 275 segg. Sul mimo romano in genere, C. Marchesi, Storia della ...
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Con questo nome si chiamano taluni componimenti poetici, generalmente ritmici, non rari nella letteraturalatina medievale, nei quali le lettere iniziali delle diverse strofe si susseguono nell'ordine [...] alfabetico, di modo che la prima parola della prima strofa comincia per A, quella della seconda per B, quella della terza per C, e così di seguito. Qualche volta, in componimenti che non hanno ripartizione ...
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PARNASO (Παρνασσὸς e Παρνασός, Parnassus)
Doro Levi
Massiccio montuoso della Grecia centrale, che si estende a sud-est dell'Eta e del Corace attraverso alla Doride e alla Focide, dividendo questa ultima [...] greca, e dai poeti è spesso chiamato centro dell'Ellade, o anche "ombelico della terra"; come soggiorno delle Muse divenne metaforicamente, soprattutto a partire dalla letteraturalatina, simbolo della poesia e di ogni ispirazione intellettuale. ...
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Originario del paese degl'Insubri e forse di Milano (S. Gerolamo, Chron. anno 1838-179 a. C.), egli è il primo dei Galli che occupi un posto importante nella letteraturalatina. Schiavo di nome Stazio, [...] sue commedie ci sono pervenuti meno di trecento versi, spesso molto frammentarî, con 42 titoli tra greci e latini, e taluno in greco e in latino ad un tempo. Il frammento più significativo è quello del Plocium che Gellio cita con il testo menandreo ...
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Filologo e critico letterario, nato a Firenze il 18 gennaio 1921. Laureato all'università di Firenze sotto la guida di M. Casella con la tesi Cino da Pistoia e la crisi del linguaggio poetico, libero docente [...] (1956) e incaricato di Letteraturalatina medievale a Firenze, dal 1963 è professore di Letteratura italiana, dapprima a Cagliari, poi a Pavia, attualmente a Firenze. Dal 1971 è direttore del Centro di studi di filologia italiana dell'Accademia della ...
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Due testimonianze risalenti l'una a Catone il Censore, l'altra a Varrone, accennano all'uso presso i Romani di celebrare gesta gloriose durante i banchetti. Per Catone (presso Cicerone, Tuscolane, 2, 3; [...] congiungendola ai motivi tradizionali dell'epopea greca di cui imitava la tecnica esteriore.
Bibl.: Oltre alle storie della letteraturalatina, v. F. Ramorino, La poesia in Roma nei primi cinque secoli, in Riv. di filologia classica, XI (1883 ...
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Umanista e scrittore tedesco, nato il 24 agosto 1420 a Sommersdorf in Franconia, morto il 24 luglio 1475, canonico del duomo di Eichstätt. Prosatore di non grande originalità, ma non privo di naturalezza [...] studiato a Bologna e a Pavia, cercò di far conoscere ai suoi connazionali qualche prodotto della letteraturalatina e del Rinascimento italiano, introducendo nel libro sul matrimonio una versione abbreviata della novella boccaccesca di Guiscardo ...
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Nobile fanciulla romana, che, data in ostaggio con altre fanciulle a Porsenna, dopo la pace da lui conclusa con Roma, fuggì dal campo etrusco guidando le sue compagne a nuoto attraverso il Tevere e le [...] 1907, p. 448; E. Pais, Storia di Roma, 3ª ed., III, Roma 1927, p. 11 e 111; J. Reinach, in Revue de l'histoire des Religions, LVIII (1908), p. 317 seg.; E. Cocchia, La letteraturalatina anteriore all'influenza ellenica, II, Napoli 1924, p. 160. ...
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Oriundo, forse, di Poitiers. Discepolo di Abelardo (v.) fu l'unico che prese la penna per difendere il suo maestro, dopo che il concilio di Sens (1140) lo ebbe condannato. Come risulta dal titolo stesso [...] . anche un'invettiva Contra Carthusienses. Più letterato che teologo, B., tradisce nei suoi scritti una rara conoscenza della letteraturalatina, specie profana, e la lettura delle sue opere è attraente - a parte l'interesse che suscita una voce così ...
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latinita
latinità s. f. [dal lat. latinĭtas -atis]. – 1. a. L’essere latino, cioè l’appartenenza (e il sentimento di appartenenza) alla nazione, alla tradizione, alla civiltà, alla cultura, alla lingua latina: l. di un popolo, di una regione;...
latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...